potuto invadere il cuore di Valenzia, con tanta forza da
farle venire in mente la legge inesorabile che vietava le nozze tra una
figlia di San Marco ed uno che non fosse patrizio se veneto, o non fosse
re o figlio di re, se straniero? Come mai codesta legge aveva potuto
recarle già tanta molestia da farle maledire la sorte che l'avea fatta
nascere in Venezia? Il fatto è così appunto, e all'ingenua fanciulla potè
venire in mente un simile pensiero. Passarono così alcuni giorni, nè alla
giovane intervenne mai cosa che potesse confortarla di qualche
speranza, giacchè con accanto di continuo la severa sua governante,
alla quale per nessun conto avrebbe voluto che fosse trapelato nulla di
quel suo affetto, e chiusa per lo più nelle stanze del proprio
appartamento, vedeva bene che era troppo difficile ch'ella venisse mai
ad incontrarsi un'altra volta in quel giovane cavaliere. Per buona, o
meglio per mala fortuna il caso volle secondarla troppo bene. Il suo
padre Candiano, col grosso delle galere, era tornato nel porto di
Venezia. L'arrivo di quell'uomo, che tanta parte aveva nelle publiche
vicende, fece che per tutta Venezia si parlasse di lui, e, d'uno in altro
discorso, anche dell'unica e bellissima sua figlia. In un crocchio di
giovani dove soleva praticare Alberigo Fossano, che tale era il nome
del cavaliere lombardo, si venne appunto a parlare della Valenzia, e
tanto bene si disse rispetto alla maravigliosa avvenenza e virtù di lei, e
aggiungi il prestigio dell'esser figlia a quel glorioso uomo, che ad
Alberigo, così come suol prendere vaghezza ad un giovane, venne
voglia di vederla. L'arrivo dell'ammiraglio Candiano a Venezia, illustre
per una recente vittoria riportata contro la flottiglia pisana, fece che in
que' dì ad altro non si pensasse che a feste e luminarie. Venne la volta
sua anche al Candiano, che volle invitare tutta Venezia ed una gran
festa nel proprio palazzo. Come è facile a credere, Alberigo vi fu
invitato per dare una prova dell'arte sua, e di buon grado egli
v'intervenne. Così l'avesse potuto impedire qualche caso impreveduto,
che si sarebbe spezzato il filo di tante sventure che la sorte allora
cominciava ad ordire a que' due poveri giovani. Lasciamo pensare al
lettore che effetto producesse nell'animo di Valenzia la notizia che quel
cavaliere, che tanto l'avea fatta maravigliare nelle sale del doge,
sarebbe venuto la sera nel suo medesimo palazzo. Basti il dire che il
medesimo suo padre Candiano, lontano com'era le mille miglia dal
congetturare ciò che passava nella mente della sua figliuola, dovette
tuttavia accorgersi di qualche cosa di nuovo che erale entrato
nell'animo. Non ne fu nulla però, che, pieno com'era egli di cure assai
più gravi, ben presto fu divagato ad altro. Venne la sera. Alberigo mise
il piede nelle sale dell'ammiraglio. Vide la figlia di lui.... le parlò.
Ch'egli siasi accorto di aver destato nell'animo della fanciulla alcuna
simpatia di sè, è troppo facile il crederlo; e tra per questa circostanza
che in lui destò quel senso indefinito di gratitudine che uom prova
quando sa che una donna si prende alcun pensiero di lui, tra che la
bellezza veramente straordinaria della fanciulla fortemente lo colpì, egli
sentissi pure trascinato, forse suo malgrado, ad amare quella giovinetta.
I pericoli che incontrava un gentiluomo straniero se mai osasse mettere
gli occhi su di una figlia di San Marco, la legge che vietava ad una
veneziana il maritarsi fuorchè ad un patrizio veneto o ad un re o
principe straniero, tutto era ben noto anche al giovane Alberigo. Ma
troppo spesso l'ingegno dell'uomo si irrita delle difficoltà e le vuol
vincere, e quando il segno è reputato impossibile a raggiungere, è allora
appunto ch'egli s'intesta di rivolgervi le proprie mire. Così è appunto.
Vedeva inoltre che tra i giovani patrizi veneziani era una gara per
rapirsi uno sguardo di quella fanciulla; vedeva che ciascheduno avrebbe
ascritto a propria gloria il poterne vincere gli affetti; ed egli già era
certo d'aver ottenuto quello che gli altri non potevano che desiderare,
Venuto in quella sera a stretti colloqui col Candiano medesimo, egli
seppe comportarsi così bene parlando con quell'uomo pieno d'onore e
di virtù, e per sua parte fu tanto maravigliato dai modi affabili e sinceri
dell'illustre ammiraglio, che presto nacque tra loro una stretta amicizia.
Quando poi Alberigo fu al punto di dovere dar prova dell'arte sua, tra
per i vari affetti da cui l'animo suo era agitato, tra per quell'esaltazione
di spirito che ne è la naturale conseguenza, seppe dare tanta forza e
tanta verità e tanta magia al suo canto che tutta l'adunanza ne fu scossa
al punto che anch'essa pareva invasata dell'esaltazione di lui. La figlia
di Candiano, che assai teneva della sincera indole del padre, e che
oramai non poteva più rattenere in sè l'impeto dell'amore, per quella
medesima
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