Valenzia Candiano | Page 7

Giuseppe Rovani
alla porta della camera.
Attilio si tolse di là, mentre entrava Apostolo Malumbra.
Il suono de' sistri era cessato, il romore dalle sale era passato ai piedi
del palazzo, e sulle gondole partivano le persone ch'erano intervenute
alla festa.
Il senator Barbarigo, chiusa allora la porta della camera a chiavistello,
«Siamo soli,» disse al Malumbra, «ora tu puoi parlare liberamente.
Raccontami tutto;» e si gettò a sedere su di un ampio seggiolone.
«Prima vorrei pregare la signoria vostra illustrissima a farmi degno di
dirle due parole con libertà.»
Il senatore gli accennò che parlasse.
«Io so che la Serenissima Republica dà trecento ducati di premio a chi
sa svelarle alcuna cosa di grave importanza.»
«E tu avrai i trecento ducati dalla Serenissima, e qualche cosa di più ti
verrà dato dalla mia borsa particolare. Ti dirò poi quando tu debba
presentarti innanzi al consiglio dei Dieci.»
«Va bene, ora udrete da me tali cose che in mille anni mai non avreste
imaginate le simili.»
Erano le ultime ore della notte, le sole ore di profonda quiete in
Venezia. Il vecchio Barbarigo, colla testa china e colle mani
incrocicchiate sul petto, si pose ad ascoltare le parole del Malumbra.

Siccome questi nel fare il suo racconto dovette di ragione tacere assai
cose che il Barbarigo già sapeva, ma che per la chiara intelligenza del
tutto, al nostro lettore deve importar di conoscere, così noi medesimi ci
faremo a narrare la storia del fatto, al quale non ci sovviene d'aver
trovato mai caso che rassomigli in alcuna parte; che se dessa parrà un
po' strana e maravigliosa, preghiamo il lettore a non volerla poi tacciare
d'inverosimile, ed a considerare in vece che ci fu tramandata da un
cronista contemporaneo agli avvenimenti che imprendiamo a narrare;
che appunto perchè alquanto maravigliosa, fu scelta ad argomento di
queste pagine, non mettendo conto di raccontare ciò che siam usi a
vedere in ogni incontro della vita comune; che l'essere il fatto
straordinario, e l'esservi implicati uomini d'una tempra per certo qual
modo straordinaria ci aprirà forse il campo a scoprire alcun nuovo
rapporto tra le cose di questo mondo ed a svolgere qualche piega
intentata dei cuore umano.

II
IL PADRE E LA FIGLIA.
Il lettore si ricorderà delle poche parole che già sopra si sono dette
intorno all'ammiraglio Candiano e ad una sua figlia chiamata Valenzia,
che, incontrata una sventura per lei insopportabile, ne dovette poi
morire.
Quattro anni prima della notte a cui siamo con questo racconto, nel
palazzo ducale, la metà di Venezia era intervenuta per udire un
cavaliere lombardo che diceva maravigliosamente all'improvviso, e che
aveva inoltre assai buon nome nell'arme. Erasi esso recato a Venezia
nella sua qualità di cavaliere aureato, per accompagnare l'ambasceria
del Conte di Virtù. Appena il giovane comparve nella sala, l'avvenenza
della persona e il decoro de' suoi modi, come suole intervenire,
cominciò a disporre così bene gli animi di tutti coloro che già avevano
sentito a dire di lui tante meraviglie, che uno scoppio d'applausi,
alzatisi spontaneamente da tutte le parti, fu il primo saluto che gli fu
reso. Come adesso, anche allora era costume che gli uditori dessero i
temi del canto, ed egli per guisa li venne svolgendo, accompagnandosi
col liuto che toccava mirabilmente e spiegando una voce soave con
tanta virtù e tant'arte, che l'aspettazione di tutti non solo fu appagata,
ma superata di lunga mano. La maraviglia del dire all'improvviso, se tu

l'accompagni coll'incanto delle noti vocali, ha tale un fascino che può
facilmente mettere impressioni profonde in un cuore sensitivo. Una
fanciulla che di poco aveva passato i diciassette anni, che fino a quel dì
tra le cure tranquille dell'età sua s'era sempre mostrata d'una gaia e
festosa natura, quando uscì di quel palazzo, e saltata nella gondola,
venne ricondotta tra le donne e i servi nella sua casa, si sentì oppressa
improvvisamente, e quasi che ella medesima non ne sapesse indovinare
la causa, di un'arcana molestia che la faceva tutta pensosa, e non le
lasciava più bene. La bella e florida giovinetta era la figlia
dell'ammiraglio Candiano, che in quel tempo trovavasi colle galere sul
Mediterraneo. Il volto del giovane cavaliere, il muovere degli occhi di
lui, quella sua voce piena d'una mesta ed ineffabile dolcezza, per tal
guisa le si erano fitte nell'animo, che per il resto della notte non potè
mai liberarsi affatto affatto di quel pensiero, e provava un'agitazione,
un'inquietezza, una specie di desolazione, ma di un genere particolare,
e pur mista ad una fantastica ebbrezza che di quando in quando le
faceva provare certi repentini soprassalti che mai non le permisero di
chiuder occhio interamente. La mattina un forte pensiero, assalendola
d'improvviso, le fece provare un così acuto dolore che quasi era
prossimo a disperazione. Come mai la passione, in così breve giro di
tempo, aveva
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 82
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.