Valenzia Candiano | Page 8

Giuseppe Rovani
dove soleva praticare Alberigo Fossano, che tale era il nome del cavaliere lombardo, si venne appunto a parlare della Valenzia, e tanto bene si disse rispetto alla maravigliosa avvenenza e virt�� di lei, e aggiungi il prestigio dell'esser figlia a quel glorioso uomo, che ad Alberigo, cos�� come suol prendere vaghezza ad un giovane, venne voglia di vederla. L'arrivo dell'ammiraglio Candiano a Venezia, illustre per una recente vittoria riportata contro la flottiglia pisana, fece che in que' d�� ad altro non si pensasse che a feste e luminarie. Venne la volta sua anche al Candiano, che volle invitare tutta Venezia ed una gran festa nel proprio palazzo. Come �� facile a credere, Alberigo vi fu invitato per dare una prova dell'arte sua, e di buon grado egli v'intervenne. Cos�� l'avesse potuto impedire qualche caso impreveduto, che si sarebbe spezzato il filo di tante sventure che la sorte allora cominciava ad ordire a que' due poveri giovani. Lasciamo pensare al lettore che effetto producesse nell'animo di Valenzia la notizia che quel cavaliere, che tanto l'avea fatta maravigliare nelle sale del doge, sarebbe venuto la sera nel suo medesimo palazzo. Basti il dire che il medesimo suo padre Candiano, lontano com'era le mille miglia dal congetturare ci�� che passava nella mente della sua figliuola, dovette tuttavia accorgersi di qualche cosa di nuovo che erale entrato nell'animo. Non ne fu nulla per��, che, pieno com'era egli di cure assai pi�� gravi, ben presto fu divagato ad altro. Venne la sera. Alberigo mise il piede nelle sale dell'ammiraglio. Vide la figlia di lui.... le parl��. Ch'egli siasi accorto di aver destato nell'animo della fanciulla alcuna simpatia di s��, �� troppo facile il crederlo; e tra per questa circostanza che in lui dest�� quel senso indefinito di gratitudine che uom prova quando sa che una donna si prende alcun pensiero di lui, tra che la bellezza veramente straordinaria della fanciulla fortemente lo colp��, egli sentissi pure trascinato, forse suo malgrado, ad amare quella giovinetta.
I pericoli che incontrava un gentiluomo straniero se mai osasse mettere gli occhi su di una figlia di San Marco, la legge che vietava ad una veneziana il maritarsi fuorch�� ad un patrizio veneto o ad un re o principe straniero, tutto era ben noto anche al giovane Alberigo. Ma troppo spesso l'ingegno dell'uomo si irrita delle difficolt�� e le vuol vincere, e quando il segno �� reputato impossibile a raggiungere, �� allora appunto ch'egli s'intesta di rivolgervi le proprie mire. Cos�� �� appunto. Vedeva inoltre che tra i giovani patrizi veneziani era una gara per rapirsi uno sguardo di quella fanciulla; vedeva che ciascheduno avrebbe ascritto a propria gloria il poterne vincere gli affetti; ed egli gi�� era certo d'aver ottenuto quello che gli altri non potevano che desiderare, Venuto in quella sera a stretti colloqui col Candiano medesimo, egli seppe comportarsi cos�� bene parlando con quell'uomo pieno d'onore e di virt��, e per sua parte fu tanto maravigliato dai modi affabili e sinceri dell'illustre ammiraglio, che presto nacque tra loro una stretta amicizia. Quando poi Alberigo fu al punto di dovere dar prova dell'arte sua, tra per i vari affetti da cui l'animo suo era agitato, tra per quell'esaltazione di spirito che ne �� la naturale conseguenza, seppe dare tanta forza e tanta verit�� e tanta magia al suo canto che tutta l'adunanza ne fu scossa al punto che anch'essa pareva invasata dell'esaltazione di lui. La figlia di Candiano, che assai teneva della sincera indole del padre, e che oramai non poteva pi�� rattenere in s�� l'impeto dell'amore, per quella medesima ingenuit�� che non sa trovar una colpa nelle impetuose passioni del cuore, disse ad Alberigo parole di tanta dolcezza e tanta bont�� che egli se ne sent�� fin nel pi�� intimo dell'animo suo. In quel momento n�� l'una n�� l'altro pensarono pi�� alla legge inesorabile della Republica. Essa non era gi�� la figlia di San Marco, ned egli uno straniero. In faccia l'uno dell'altro non erano pi�� che due esseri liberi di s�� e non dipendenti che dalla legge dell'amore. Non pensarono i due giovani ai mali che avrebbe partorito l'inconsiderata loro passione, sorta improvvisa nei loro cuori quasi per virt�� di magia. N�� poteva pensare il prode Candiano che in quel momento i destini preparavano la rovina della sua casa e di lui.
I due giovani per��, quantunque abbastanza sapessero ci�� che passasse a vicenda negli animi loro, non ne tennero mai chiare parole in proposito; ma come Alberigo, avendo stretta amicizia col Candiano, trov�� modo a frequentare, pi�� spesso che non avrebbe potuto, la casa di lui; colla continua pratica, tanto si vennero riscaldando l'uno dell'altro che pi�� non potevano oramai senza pena vivere un solo momento distanti. N�� di nulla se n'era addato il Candiano, n�� altri che praticavano con lui, perch�� il pensare che la Republica
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