aveva sancita quella legge, e che gravissimo delitto ei fosse il contravvenire ad essa in una minima parte, rintuzzava tosto i sospetti quando mai avessero potuto sorgere nella mente di taluno. E i giovani d'altra parte si comportavano s�� decorosamente che, se non impossibile, era difficile certo l'intravederne qualche cosa. Di questo tenore pass�� buonamente un mese senza che mai caso intervenisse n�� a scemare n�� ad accrescere la felice loro condizione.
Di quel tempo Bernab�� Visconti, messo continuamente alle strette dalle armi temporali del Santo Padre, per tacere delle spirituali, aveva pensato accostarsi all'amicizia de' Veneziani, ed a ci�� sped�� a Venezia il suo secondogenito Carlo insieme a due oratori della sua corte.
L'arrivo a Venezia di un figlio di quel potente e terribile signore, la cui fama, o infamia che si voglia dire, era sparsa per tutta Italia, fu senza dubbio un avvenimento che ferm�� l'attenzione di tutta la citt��. Del resto alla Republica, quando ud�� le proposizioni del Visconti, parve avere buonissimi patti, onde non fu lenta a venire all'accordo, tanto pi�� che gi�� da gran tempo ella desiderava confederarsi a quel potente signore.
E in quanto al popolo veneziano, che sapeva troppo bene le atrocit�� di quella casa, s'affollava intorno al figlio del Visconti ogni qual volta ei compariva in publico. E l'aspetto di lui era tale che se non accresceva l'idea terribile che ognuno s'era fatto di quella famiglia, certo non l'attenuava. Giovane di ventott'anni e poco pi��, era assai vantaggioso della persona, ma nel suo incedere, ne' suoi moti, in ogni suo gesto era un tal misto di selvaggio, di crudele e di beffardo che metteva in ciascuno che lo vedesse, un senso di paura e di disgusto indicibile. Tenente assai del padre, aveva barba folta e rossiccia che gli copriva tutto il mento, e non gli lasciava scoperti che i labbri; di belle linee nel resto della faccia, di una tinta assai forte e rubizza. Ma non �� parola che possa ritrarre al vero quella scintilla d'astuzia e di ferocia che gli brillava tra ciglio e ciglio, quasi che in lui si fossero congiunte le due nature della volpe e del leopardo. E davvero che quando parlasi di quel ceppo monstruoso dei tre Visconti, Matteo, Galeazzo e Bernab��, a renderne meglio che si possa il ritratto, �� proprio forza istituire il confronto co' bruti e colle belve, ch�� anche, a volerne rintracciare le somiglianze tra i selvaggi dove la natura umana �� pi�� viziata e pi�� eccezionale, se ne vien sempre a dare una debole imagine.
Bernab��, a stringere l'alleanza con legami pi�� sodi, aveva consigliato al figlio Carlo chiedesse alla Serenissima Republica in isposa la figlia di uno di que' patrizi; ma egli dopo essersi guardato attorno ben bene, ned essendosi incontrato in nessuna che le piacesse, pensava gi�� partire di Venezia senza farne altro; quando in una delle ultime notti ch'egli se ne doveva rimanere in Venezia, essendo stato invitato ad una delle pi�� splendide feste che mai potesse offrire il doge a principe straniero, col�� gli venne veduta la figlia dell'ammiraglio Candiano. La sensazione ch'egli ne prov�� quando la vide, non fu gi�� quella che suole comunemente invadere chi sentesi trascinato ad amare qualcheduno. Amore, nel senso pi�� bello della parola, non era certamente il suo, ma era tuttavia alcuna cosa che gli si accostava: un desiderio di padroneggiarla, di possederla; una rabbia al solo pensare che altri mai avesse a poterla chiamare sua donna. Quella notte medesima pens�� accostarsi a quella fanciulla, e la balda e feroce sua natura parve si venisse mitigando un tratto quando si fece a rivolgerle alcuna parola. E in quanto alla Valenzia che aveva sentito a raccontare cos�� atroci istorie del padre suo e di lui, che sin dal primo momento che l'avea veduto in una gondola a passare sotto le sue finestre, forse perch�� era stata cos�� malamente prevenuta, sent�� tutta invadersi di un senso indefinito di ribrezzo, pareva trovarsi su carboni ardenti e peggio, finch�� fu costretta a rispondere alle domande di lui, e ad ogni tratto si rivolgeva a cercare cogli occhi o il padre o la governante o le sue amiche perch�� la togliessero di quel tormento. N�� certo le parole che il Visconti le diceva valevano a rassicurarla punto, che dopo quella prima sfioritura di cortesia con che s'era sforzato a far velo al proprio selvaggio talento, la baldanza delle sue espressioni con certe occhiate procaci e penetrative, altro non fecero che mettere assai pi�� di diffidenza nell'animo della giovinetta. Un vago terrore, di cui non sapeva bene rendersi ragione, fu a lei compagno in quella notte, e quando si fu ridotta nella stanza segreta della sua casa, nel mentre lasciavasi andare alle tenere e soavi illusioni dell'amore che troppo l'avea legata ad Alberigo, e vedeva pur sempre coll'occhio della calda fantasia la
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