Valenzia Candiano | Page 4

Giuseppe Rovani
giovane cavaliere non fu mai pi�� visto in Venezia.?
Ad ascoltare questi discorsi s'era avvicinato al crocchio quell'Attilio Gritti che gi�� abbiamo conosciuto quando metteva il piede in palazzo; e sentito parlare di Alberigo Fossano,
?Amici,? entr�� a dire, ?se mai vi piacesse saper la cagione del gran pianto di quel povero Lombardo, ch'io pure mi ricordo benissimo, vi dir�� ch'egli ebbe la sciocchezza d'innamorarsi di Valenzia. S��, signori, quel povero cavalieruzzo che altro non possedeva al mondo che la spada e il suo liuto, ebbe l'ardire di guardare in volto ad una figlia di San Marco. Ditemi voi se si pu�� dare di peggio. Ma se questo mistero mi si fosse palesato prima che quel buon giovane si partisse da Venezia, io gli avrei fatto uscire del capo tanta pazzia.?
?Un duello m'imagino, com'�� uso tuo.?
?E presto l'avrei mandato a ritrovare la bella Valenzia. Ma chi sa? dice il proverbio--che chi non muore si rivede,--e s'egli m'avesse a capitare tra' piedi un'altra volta vi faccio sicuri che allora far�� quello che non ho ancor fatto.?
?Era voce per�� che la lama della sua spada fosse di durissima tempra, e che il braccio d'Alberigo non cedesse alla sua lama.?
?Spezzer�� la lama e romper�� il braccio. State tranquilli, amici cari, e fate soltanto ch'io possa rivederlo.?
?Ai cinque del mese passato io lo vidi a Milano.? Tutti si volsero a queste parole.
?Oh! ecco il nostro Apostolo Malumbra.?
?Quando sei ritornato??
?Ieri, illustrissimi, sono stato a Milano; ho veduto a far prigione il Barnab��, ho guardato ben bene la faccia di quel galantuomo di suo nipote; ho sentito i lamenti de' poveri Milanesi. Del resto feci assai bene le mie faccende, ed ho portato con me alcuni bellissimi pugnaletti delle migliori fabbriche di quella citt��. L'illustrissimo senator Barbarigo, che si degna darmi accesso alle sue camere, ne ha comperato uno che �� una vera maraviglia.?
?Domani saremo tutti da te, e cambieremo i nostri ducati co' tuoi pugnali.?
?Amici carissimi, vi faccio osservare che nell'altra sala si beve il vin di Cipro, intanto che noi ci perdiamo in queste inutili parole.?
?Bravissimo, andiamo; faremo nel frattempo una partita alla zecchinetta.?
?Viva la zecchinetta!?
?Viva il vin di Cipro!?
?Viva il senator Barbarigo che ci �� largo di tante delizie!?
In una delle camere contigue, seduti ad uno scacchiere, senza pronunciare parola, attendevano al giuoco il senator Barbarigo e l'ammiraglio Candiano.
Chi avesse voluto dall'aspetto d'ambedue quei vecchi dedurre il carattere di ciascheduno, avrebbe detto non potersi dare al mondo due cos�� manifesti contrari. I lineamenti grandiosi ed aperti del volto di Candiano davano a divedere franchezza e lealt��; l�� dove gli occhi piccoli e fondi del senator Barbarigo, i labbri stretti, la tinta cinericcia del volto, e in tutto il corpo un non so che di tremolo e d'irrequieto, davano a conoscere pur troppo che in quell'animo vi doveva essere qualche cosa di cupo e di tenebroso.
Per certe vecchie ruggini che erano state tra l'una e l'altra famiglia, per certe gare insorte quando cominciarono ad entrare ai servigi della Republica, sapevasi da tutta Venezia che quei due patrizi non erano gran fatto amici tra loro, e tanto pi�� quando corse la voce avere il Barbarigo avversato a Candiano, allorch�� in pieno consiglio fu preso il partito di eleggerlo ammiraglio della Serenissima. Dopo le molte vittorie per�� che Candiano aveva riportate a pro della Republica, e contro le quali non si poteva parlare, il Barbarigo aveva pensato bene infingersi, ed al Candiano offerse amicizia che fu accettata colla buona fede propria a tutti coloro che, essendo di rette intenzioni, non possono sospettar male d'altrui.
Per�� mentre l'ammiraglio se ne stava seduto rimpetto al suo coetaneo, non aveva neppure un dato per sospettare di che sorta fossero i pensieri che in quel momento ronzavano nella testa del Barbarigo, il quale, co' labbri sempre aperti ad un mezzo sorriso e con una tranquillit�� e pacatezza veramente senatoriale, metteva le pedine sullo scacchiere.
A sturbare l'attenzione dei due illustri giuocatori, entrarono per caso in quella camera una frotta di giovani che facevano corona all'Attilio Gritti alterato dal bere, e mandavano grandissime risa ad ogni sua parola.
?La Serenissima, mi capite, non mi lascia uscir facilmente de' suoi confini, e qualche cosa bisogna pur fare. Siamo giovani, non ho pi�� che trent'anni. Per Dio... i vini del senator Barbarigo zampillano largamente, e le fanciulle guizzano ch'�� una vera maraviglia.?
?A proposito di fanciulle, come sei riuscito a spuntarla colla figlia del Bertuccio che sta in piazza San Giovanni e Paolo.?
?Oh cos�� e cos��. La ragazza mi piaceva, il padre non voleva e faceva uno scalpore di casa del diavolo. Voi sapete che questi uomini non vanno alla mia natura, e per�� bisognava che me lo togliessi dinanzi.?
?E come hai fatto??
?Non mi ricordo bene. Ma so che adesso il buon uomo �� allo spedal di San Lazzaro. Alla fanciulla poi ho fatte grandissime promesse, ed ella mi
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