Storia di unanima | Page 8

Ambrogio Bazzero
non vuole affogarsi, ma diffondersi e coi mille atomi accesi della sua coscienza fecondare per l'umanit�� qualche divina idea consolatrice.
Qual poteva essere il suo modello in questo genere pittoresco? quanti dei nostri pittori eccellenti che trattarono abilmente la penna sappero fondere cos�� intimamente le due arti come il Bazzero? Il canto intitolato: Genova, comincia a pag. 217, con un'evocazione storica che tocca spesso a un'epica maest��, e scorrendo attraverso alle pi�� luminose memorie della superba citt��, finisce in una finissima e aristocratica visione della donna genovese. Gli ultimi acquerelli: Convogli, Osteria, Montanari, son quadri fiamminghi. Barcanera �� un'eleg��a carica di mestizia, che pi�� si rilegge e pi�� persuade che la poesia esiste: Buona vendemmia vince quanto di pi�� grazioso ha scritto Teocrito.
Spesso i legami sono cos�� tenui e i passaggi cos�� rapidi, che un lettore comune creder�� che le parti siano sconnesse, e accuser�� ingiustamente di incoerenza e di oscurit�� ci�� che a una seconda o a una terza lettura ricomparirebbe agli occhi suoi in una naturale corrispondenza.
Si pu�� pretendere che un lettore moderno legga due volte? In questi Acquerelli �� notevole ancora come il Bazzero abbia saputo trasfondere la sua vasta coltura storica nella poesia senza sciupare n�� l'una n�� l'altra. Io non so s'egli pensasse mai a un grande poema storico, ma �� certo che da questi frammenti, come dai pezzi d'un'antica rovina, si pu�� arguire una costruzione artistica d'immenso valore. Ci�� che rimpiangiamo nel Bazzero �� non solo un dolce amico, un'anima candida, un caldo artista, una giovinezza recisa, ma anche una grande speranza.
Lagrime e sorrisi: �� un lavoro pi�� giovanile che egli pubblic�� in una privata edizione, e del quale mostr�� sempre di fare un gran conto. �� un seguito d�� massime, di sentenze, di consigli dedicati alla sorella sua e dentro gi�� vi traduce il suo genio e la sua coscienza. Il pensiero dominante in queste massime �� che l'amore e l'arte, pi�� che ogni altra lusinga, pi�� che ogni altro compenso di gloria e di ricchezza, sono i veri beneficii del vivere umano. L'amore consiglia la carit��; amando s'impara a pregare, e si ritrova Dio. Ama chi piange e le lagrime sono il battesimo della virt��. Come la natura crea il nostro corpo, cos�� l'arte crea il nostro spirito.
Molta giovinezza, vale a dire pochissima esperienza, troverete in queste massime, che non si possono nemmeno avvicinare a quelle del gentilissimo Vauvenargues, morto giovane e saggio. La vita in quasi tutti gli scritti dell'amico nostro �� ancora al primo suo momento, quando pi�� la si sente che non la si comprenda. Ma la giovinezza �� la stagione dei fiori, e se anche con fiori non si possono fare che delle inutili ghirlande, bene amiamo averne pieni i giardini e la casa. Mi guardi il cielo dunque ch'io voglia ridurre queste massime e l'arte tutta del Bazzero a un sistema, e rilevarne le frequenti contraddizioni, e la non molta profondit�� pratica. Leggano le anime pi�� giovinette queste pagine e lascino che la dolce poesia trabocchi dagli orli. Arido �� il tempo e aride le ragioni del tempo: beato chi s'inebria una volta nella sua vita! vien per tutti necessariamente e troppo presto la stagione che la mente vede pi�� chiaro le cose del mondo nei loro rapporti relativi e proporzionali, ma �� sempre un giorno triste quando si scopre il primo capello bianco. Il Bazzero non ebbe il tempo di affilare la sua filosofa fino a farne uno strumento di morte contro s�� stesso; e mor�� prima che la critica di s�� corrodesse la sua abbondante spontaneit��. Storia e filosofia sono ancora in lui, come nel primo stadio della civilt��, allo stato poetico. Egli non seppe mai, come i modernissimi scrittori fanno, rendersi il minuto conto dell'opera propria e calcolare la quantit�� degli elementi che entravano a comporre il suo ideale, farne dei prospetti, rintracciarne la derivazione, pesare a piccole dosi la produzione chimica del proprio pensiero.
Le Corrispondenze segnano un passo dalla poesia colorita alla poesia del disegno. Sono meno abbaglianti degli Acquerelli, ma pi�� consistenti. L'impressione va perdendo alcun poco della sua vaporosit�� per concretarsi in un corpo. Ci sono ancora i prediletti sfondi, i mari trasparenti e celesti, le vastit�� fantastiche, ma uomini e cose cominciano insieme a farsi avanti e a tenere il campo del quadro. La realt�� viene incontro e lo scrittore dopo averla accolta con giovanile trasporto, la segue, la insegue, la trova,
�� da alcuni tratti di queste Corrispondenze che si vede ancor meglio quello che il Bazzero avrebbe potuto scrivere al volgere del suo trentesimo anno, quando placato il torbido senso giovanile, fosse venuto alla vita nella chiarezza d'un sentimento pi�� riposato.
Le Corrispondenze sono argomenti semplicissimi, che il Bazzero eleva a una maggiore dignit��. Pur scrivendo per conto di giornali di Moda e di Sport non riusciva mai lo scribacchiare a
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