Storia di unanima | Page 9

Ambrogio Bazzero
questo povero uomo. Aver la penna in mano voleva sempre dire per lui erigersi a interprete e quasi indovino delle cose, come se la sedia del suo studiolo fosse il tripode e Nume fosse per s�� l'umano pensiero. Di qui forse una soverchia abbondanza d'addobbi che pare quasi una verbosit�� senza significato, e non �� che una eccessiva riverenza; di qui anche una risonanza nell'incedere stesso della parola, che pare gonfiezza e non �� che una musica che accompagna la venerata Idea. Chi ama adora, e chi adora prega a lungo e canta. Ma fatta la debita parte alla foga giovanile, poco gli manca per essere qua e l�� un modello di stile. Cercate alla pagina 302 la descrizione d'un paesaggio alpestre sopra Oropa e giunti l�� dove egli parla di una vacca che appare col muso gemmato d'acqua, le corna sporche di terra, con una bava che fila gi�� dalle mascelle spostate dal ruminare, che sbarra gli occhioni, e colla coda sferza una mosca, poi sprofonda la gamba nana nei cespi di rododendron.... leggete, giudicate. Non �� pi�� l'infinito azzurro, non �� pi�� la vaporosa visione aleardiana, �� una vacca viva in mezzo a un armento vivo.
Le Melanconie di un antiquario che chiudono il presente volume sono variazioni artistiche e spirituali sopra il Natale e altre feste dell'anno, pubblicate come articoli d'occasione nel Pungolo di Milano. Era troppo lusso per i soliti abbonati. Qui troveranno la luce giusta.
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Degli altri scritti che non entrano in questo volume non dir�� che per cenni. Al solo elenco non basterebbero dieci pagine, ma vien da s�� che il valore non sia uguale in tutti, come non uguale era la stima che ne faceva l'autore. Un grosso libro di Confidenze egli teneva in pronto per la stampa, e in parte anche pubblic�� sopra qualche giornale.
E la raccolta delle lettere che Lina scrive ad Ermanna sui casi della propria vita e di quella delle sue amiche. Non c'�� una gran favola e un grande intreccio, ma ne forma il tema l'assidua osservazione delle piccole cose e dei grandi sentimenti. In questo volume, dove abbiamo le confidenze originali dell'autore, ci sembr�� inutile riportare quelle ch'egli affid�� a un gracile personaggio fantastico, sebbene ci dolga che molte pagine descrittive restino per ora sottratte alla curiosit�� degli artisti. Il nome di Lina e di Ermanna ritorna spesso nelle memorie insieme a quello di un Giuliano, titolo d'un dramma storico in cui vers�� molta amarezza, Un romanzo tent�� su Gian Galeazzo Visconti, e tre volte ritorn�� sopra il Buondelmonte. Abbozz�� una Cinzica, un Baldo e una quantit�� infinita di schizzi, d'impressioni, di pensieri, di ricordi, che, sebbene inediti, si rivedono nella loro matura integrit�� negli Acquerelli, nelle Corrispondenze, e nelle Lagrime e Sorrisi. In un secondo volume, che tratter�� pi�� specialmente di studii artistici e archeologici, troveranno pi�� naturale il loro posto le sue ricerche storiche su Matteo I Visconti, sugli Italiani alla prima crociata, gli opuscoli sulle Armi di fuoco, Sulle armi antiche nel Museo Archeologico di Milano, le Riviste artistiche sull'Esposizione nazionale di Milano, e quegli altri scritti d'arte che gli meritarono le lodi dei conoscitori. Fra gli altri il direttore dell'Auf der H?he, dottor L. von Sacher Masoch di Lipsia, gli scriveva in data del 10 gennaio 1882;
"Illustrissimo signore!
"Il di lei nome celebre non solamente in Italia, ma che ha passato gi�� le Alpi ed il mare e la raccomandazione del signor professore Angelo De-Gubernatis di Firenze, mi hanno ispirato il desiderio di chiedere alla V. S. Ill. il favore di contribuire alla mia rivista internazionale. "Auf der H?he" recentemente fondata. Noi ci siamo proposti di proteggere e coltivare le belle arti e le scienze in bella forma per un pubblico educato, ma senza eccitare contese e disputazioni. Nomi come Wallace, Flammarion, De-Gubernatis, Mantegazza, e altri che abbiamo l'onore di chiamare i nostri collaboratori, Le saranno una garanzia per le tendenze della nostra rivista. Ci recheremo a onore se la S. V. Ill. ci concedesse il favore di diventare il nostro collaboratore e fissasse l'onorario per il di Lei pregiatissimo lavoro. Aggradisca, ecc."
Il sentirsi a un tratto chiamato da una voce lontana, il vedere il nome suo messo a lato dei pi�� illustri cultori degli studii, ecco il primo e l'ultimo compenso della sua penosa, oscura, travagliata carriera letteraria. Poco pot�� rispondere all'invito, perch�� nell'agosto di quello stesso anno la sua mano era fredda per sempre. Altri compensi tuttavia egli seppe procurare al suo cuore coll'esercizio delle pi�� sante virt�� civili. Alieno in tutto dai raggiri politici, volle pur entrare nella Associazione Costituzionale, che rispondeva meglio alle sue idee d'ordine, e vi si adoper�� molto, offrendo la sua penna d'artista per tutte le scritturazioni d'ufficio, a redigere verbali, a compilare manifesti. Molti giovani amici, spiriti indipendenti, deploravano e deridevano costui che andava a servire
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