Storia di unanima | Page 5

Ambrogio Bazzero
il calzolaio che aveva fatto pel chierico scarpe cos�� disacconce per suolo sospettato.
Passavano e guardavano. Quelle tavolacce di quercia parevano fatte apposta per spalancarsi ad un'insidia: da quegli arconcelli i tizzoni che erano sui focolari con maledetta furia potevano essere sbatacchiati nella strada. Basta! il santo patrono tenesse buoni i gloria!"
Cos�� descrive un pranzo nel castello:
"Come voleva la cortesia delle usanze, i messeri furono convitati. Entrarono in una sala assai rozza, ma spaziosa, col tavolo fumante di mezzi capretti arrostiti, colle seggiolone coperte di pelli di lupi. Scinsero le spade, rumorosamente gittandole in un mucchio, allentarono le fibbie delle piastre e delle maglie, si lasciarono andare gi�� sui panconi, pure nessuno mise le mani nel tagliere, perch�� un posto, e il pi�� eminente, rimaneva vuoto. N�� attesero a lungo: si sollev�� l'usciale della sala, e un paggio, affacciando mezza persona, annunzi��:--Madonna Imilda.
Apparve la figliuola di messer Ildebrandino e della morta Adelasia, di vaga persona e di animatissimo viso, in stretta gonna oscura, cinta su da uno saccheggiale, e coperta il capo dai lati con un velo appuntato: s'avanz�� salutando i convitati, e, al cenno fattole dal padre, s'assise al suo posto. A destra aveva messer Ugo, a sinistra il suo parente Oberto.
Ildebrandino cos�� la salut��:--Valenti, udite: la figliuola mia sa assai bene di leuto e canta di Carlomagno e dei paladini: operate in modo che il suo strumento abbia una corda anche per voi, e la sua bocca una voce per le vostre imprese. Amabilissima figlia, abbiateci grazia!
Di poi i convitati presero l'invito non da scherzo, come ai d�� nostri, e se da quegli assalti alle vivande dovevasi trarre augurio per la domane, in verit�� era buonissimo. La sola fanciulla non aveva tagliere dinnanzi e non partecipava all'allegrezza epulona: il che era richiesto dal suo decoro verginale."
Notate quanto spavento in questa descrizione d'un assalto al castello;
"Imilda era nella cappella da un pezzo e cos�� pregava, quando nella corte ecco un grido spaventato, e un altro! Imilda si alza in piedi tremante, corre sotto un finestrone aperto.--I nemici!--ascolta la voce del vecchio Federigo:--Salvate madonna!--ed ecco ancora:--Fuoco! fuoco!
La vergine, come a luogo di rifugio, si butta ai piedi dello altare, scongiurando con fiero rimorso:--O Signore, salvate mio padre! Come vi ho pregato? �� il mio castigo dunque cos�� pronto?--ed ode ancora un rumore di pugna, e uno sbattersi fragoroso di porte, e un correre affrettato su nelle stanze, e voci diverse, e tra tutte una irosissima che comandava:--Balestrate fuoco nelle finestre!--e un'altra,--Se tutto arde, che ci rimane di bottino?
--Combattete!--gridava Federigo agli uomini del castello:--Giuratemi!
Alla fantasia della fanciulla si present�� tutto il castello invaso da una turba di lupi e da un torrente di fuoco; e qua sotto alle scuri si sfasciavano gli usci: e qua si massacravano i servi: qua si sforzavano gli scrigni: dappertutto si portava ruina: e le fiamme divampavano pi�� e pi��, alimentate dai cadaveri friggenti: e il fumo soffogava assalitori e assaliti. Chi precipitava dalle finestre: e chi dalle finestre entrava: chi si trascinava a morire sulla soglia, per avere fiato: chi impedito nella fuga o nella corsa di conquisto da qualche ferito pregante, gli faceva somma grazia o di una stoccata o di una maledizione... Venivano, venivano i furibondi! La camera del padre era deserta: lo scalone, il corritoio, o stanzone dell'arme....--O Signore! la fanciulla se li immagin�� al lume delle torce incendiarie nell'andito lunghissimo che conduceva alla cappella! Venivano, venivano!... Almanco le fossero gi�� alle spalle, l'avessero gi�� afferrata: ella, si sarebbe trascinata all'altare, chiamando la Madonna! Ma oh come invece erano lenti e terribili! E che portava quel mostro? Dio! la non vedesse! Portava una testa sanguinosa!... O padre! O Ugo!...
La povera vergine, esterrefatta dall'atrocissima visione, si rinvers�� con abbandono ai piedi dell'altare.--Non sia vero!
Fu scossa. Di nuovo la voce:--Balestrate fuoco nelle finestre!--E un'altra:--Sulle vetriere c'�� su dipinta la croce: l�� �� la cappella.--Ancora la prima:--Sconficcate le inferriate!
Imilda non ascolt�� pi��, ed aggrappandosi ai gradini, discinse le chiome, le scompose, con quelle si vel�� il volto per pudicizia, poi ancora, ma pi�� rassegnata, scongiur��:--E se vuoi mandarmi la morte, fa che non sia vergognosa!"
Mi duole di non poter trascrivere tutti i punti in cui mi pare che la vita e l'arte si stringano in una forma tutta di getto. Qualche scena feroce �� tale da far inorridire, come l�� dove descrive la morte di Guidinga, che in odio al marito, nuda, oscenissima e sanguinante, si rotola gi�� di gradino in gradino, percuotendo quasi a morte il frutto esecrato che porta nelle viscere: e la vendetta che trae il marito, mostrando all'antico amante di lei il cadavere della donna senza lume accanto, senza frate, senza croce fra le mani! Dicono le cronache che solesse venire poi la madonna perduta e ripetesse la condanna: Voi non credete in Dio! Da questa donna era nato Ugo; e crebbe
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