Storia di unanima | Page 3

Ambrogio Bazzero
tentare una nuova raccolta anche di quelli.
Lasciando stare qualche piccolo tentativo troppo giovanile e troppo acerbo, ch'egli pubblic�� in privata edizione, mi pare che coll'Angelica Montanini tentasse veramente di scendere nel campo letterario(1).
L'azione di questo dramma ha luogo a Siena alla fine del secolo XIV, durante la guerra di Siena contro Firenze. Il dramma �� dedicato a Leopoldo Marenco, che con una parola d'affetto aveva cambiato, come dice la dedica, in speranza il tormento ineffabile dell'arte. Molte sono le esuberanze e le inesperienze in questo lavoro, che �� congegnato sopra un odio di parte e sopra una spada, e manca in molte parti quella chiara prospettiva dei caratteri e delle cose che �� tanto necessaria sulle scene. Evidente �� l'imitazione del Guerrazzi.
Al Guerrazzi, per le lettere sue all'autore, �� dedicato il Tintoretto(2). La tela di questo dramma �� pi�� distesa, pi�� ben dipinta e qua e l�� tocca ad una larghezza quasi di poema storico. Chi lo giudicasse soltanto dal punto di vista della teatralit�� potrebbe trovarlo anche una meschina cosa, ma noi sappiamo da un pezzo che teatralit�� �� parola volgare, buona per un successo, e che quasi sempre finisce l�� dove l'arte comincia, mentre non c'�� parola nei drammi de Bazzero, che non sia collocata senza una sicura convinzione artistica. Quei grandi artisti del cinquecento, voglio dire il Vecellio, il Sansovino, lo Schiavone, il Tintoretto e quel grande ludibrio che fu messer Pietro Aretino, si muovono in una scena sfarzosa, piena di colori, e parlano un linguaggio che arieggia il classico del Vasari e del Cellini. Nel Tintoretto ha voluto il Bazzero rappresentare gli sforzi d'un uomo alla conquista delle due pi�� grandi gioie della vita, l'arte e la famiglia, contro tutte le minaccie della fortuna e della volgarit��. Al Tintoretto vien sciupato il nome dall'Aretino, e tolta la figliuola diletta dalla peste. Eccone le ultime scene:
Infierisce la peste in Venezia. Due commessari di sanit�� vestiti in nero e sdrusciti, salgono dal mare al terrazzo ov'�� la casa del Tintoretto:
PRIMO (salendo, grida al basso). Ohe, maledetta ciurma, legate la gondola ch�� l'onda non la rovesci.
SECONDO. �� tanto piena! Pescare i morti non s'�� mai dato.
PRIMO. Pesca i vivi, pesca i morti, �� tutt'una; quello che non si �� mai dato in dieci notti che faccio questo mestiere da corvo, si �� pescare qualche borsuccia d'oro.
SECONDO. Senza il fiasco e la gonnella fanno piet�� anche i morti.
PRIMO. Ors��, ci hanno chiamato con tanta furia (ridendo). Date qua..... (si avvia alla porta del Tintoretto, e vi d�� un calcio). Messeri e madonne! (apre ed entra cantacchiando).
SCENA V.
TINTORETTO e i due COMMESSARI.
TINT. (stringendosi alla figlia). Chi siete?
PRIMO. (accennando la morta). �� questa sola? (al secondo). Togli su, e fa presto.
TINT. (con feroce lamento). Voi non me la toccherete!
SECONDO. Tutti matti cos�� questi pittori! (gli fanno forza).
PRIMO. Guarda, se c'�� qualcosa.... (d�� un piede nella cesta di fiori e la rovescia).
TINT. Indietro, villano barattiero!
PRIMO. �� il mestier nostro cos��!
TINT. Tu vuoi rubare? Ruba, d�� fuoco, saccheggia, ma lasciami la figlia! (ruggendo, s'accinge alla disperata difesa dell'amatissimo corpo).
SECONDO. Noi siamo ai servigi della Repubblica. Mettete senno, o vi chiamiamo due alabardieri (s'avvia all'uscio).
TINT. La violenza a me?
PRIMO. �� tempo sprecato (cinicamente).... Ci chiamerete voi, quando vi accorgerete che vostra figlia ell'�� come tutte le creature di carne ed ossa, destinate alla terra. Adesso le fate mille baci, ma domani....
TINT. (come chi scopre una terribile verit��). Domani?... Ah!
PRIMO. E non so se avremo tempo.
TINT. Fermatevi!... (va al letto di Maria, e la guarda e la tocca con ansia paurosa).... Quel pallore �� tremendo!.... (imprecando e supplicando). Natura tristissima, che crei questi angioli per disfarli nel modo il pi�� sozzo! Una figlia far�� ribrezzo al padre? (ai Commessari).... Voglio tenere il mio tesoro, finch�� potr�� (baciandola sicuramente).... Ora posso ancora baciarla.
PRIMO. Ripasseremo ancora.
TINT. Quando?
PRIMO. Domani.
TINT. No!... (Anche la lupa, che vegli�� il lupicino trafitto, abbandona la tana ai corvi! Io fuggir��'?...) (combattendo fiera battaglia, facendosi per crudelissima necessit�� mansueto). Io stesso la recher�� sulle mie braccia, le far�� posto nella gondola, l'adager�� tranquilla.... Le conserverete i fiori e il drappo bianco?... Io l'accompagner�� fin dove andrete: poi quando il commessario mi scaccer��... apparecchiate due fosse vicine....
PRIMO. Messere (gli tende la mano....)
TINT. (si china, cieco dal dolore, toglie dal cofanetto una collana, fa per darla al commessario).... No!... �� la collana di mia figlia! Ed io non sono degno di baciarla!... (va ad una cassa, con subito pensiero toglie una borsa). Prendete: �� l'oro di re Filippo. Regnate nella taverna e sulle donne vostre!... (i Commessari soddisfatti, escono sul terrazzo, e discendono al mare).
SCENA VI.
TINTORETTO solo.
(baciando la figlia) �� l'ultimo bacio nella casa dove se' nata! (la compone, le si inginocchia vicino, si solleva). �� l'ultima alba!... Guarda se ancora luccica la tua stella!... (la drizza sui guanciali, le alza la testa, e fissa pel finestrone....
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 118
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.