Speranze e glorie; Le tre capitali | Page 3

Edmondo de Amicis
migliorano l'animo e abbelliscono la vita.
Un solo consiglio vi dò ancora. Per proseguire sempre più rapidamente

e con più lieto animo il cammino che avete incominciato con tanto
onore, destate in voi un impulso allo studio anche più forte di quello del
sentimento del dovere. Sia il sentimento del dovere la vostra scorta,
diventi lo studio il vostro amico; abbellite questo così nella vostra
immaginazione che egli vi attragga con tanta forza da rendervi
superfluo ogni sforzo della volontà; cercate in ogni modo di suscitarvi
in petto questa passione nobilissima che, accesa una volta, non
s'estingue più, ed è alimento e premio a sè medesima per la vita intera;
perchè anche nel campo del lavoro intellettuale, anzi in questo più che
in ogni altro, se la volontà fa maraviglie, la passione fa miracoli. Sapete
che cosa rispose un grande uomo di scienza, ammirato dal mondo, a chi
gli domandò in qual maniera, non concedendogli la salute malferma
che poche ore d'occupazione ogni giorno, egli avesse potuto compiere
tante scoperte, scrivere tante opere utili e gloriose, a cui pareva che
appena sarebbero bastate le fatiche assidue di una lunga vita
vigorosa?--Vi riuscii--rispose--convertendo il lavoro forzato in lavoro
spontaneo;--che era quanto dire: facendo con amore, quasi per diletto e
per bisogno dello spirito, più che per forza di proposito e per iscopo di
vantaggio proprio ed altrui, tutto quello che fece. E così potete far voi
pure nel vostro piccolo campo scolastico; ma rammentandovi sempre,
badate, che per studiare con facilità e con profitto bisogna aver la mente
serena, che non s'ha la mente serena se non s'ha il cuore in pace, e che
per avere il cuore in pace dovete adempiere con pari zelo tutti i doveri:
esser riverenti coi genitori, rispettose con le insegnanti, affabili con le
compagne, pietose con gl'infelici, buone con tutti.
E vedrete sempre alla prova, care fanciulle, che per lavorare ed esser
buone non avrete da fare due sforzi distinti, perchè dal lavoro esce la
bontà, come dal moto il calore, perchè dalla bontà sorge il lavoro come
dalla luce la vita, perchè lavoro e bontà sono due virtù gemelle che non
si scompagnano nelle anime elette se non quando le disgiungono a
forza l'infermità e la vecchiezza, e tendono a ricongiungersi sempre per
trarre l'una dall'altra ardore e vigore, e se non vincono ogni avversità e
non sfuggono alla legge del dolore, ad ogni dolore trovano un grande
conforto e ogni avversità sostengono nobilmente, quando quello e
queste affrontano insieme.

Sì, siate buone, perchè dovete agli altri la bontà che loro chiedete e che,
anche senza merito, per semplice virtù dell'età vostra, ottenete da tutti;
perchè la bontà apre ed affina l'intelletto come il fuoco dilata e purifica
l'aria; perchè è la sorgente inesausta dei sentimenti soavi e delle idee
grandi; perchè è la madre e la nutrice di tutte le passioni più nobili, più
operose, più benefiche, di cui si onori l'anima umana. E lavorate perchè
il lavoro vuol dire allegrezza e coraggio, è attività del sangue e pace
dello spirito, è sicurezza della coscienza e dignità della vita; perchè chi
lavora, prega, spera, combatte, semina e costruisce, per sè e per gli altri,
per il presente e per l'avvenire, e spande intorno con lo esempio, come
fiore il polline fecondo, e trasfonde nel petto altrui l'onestà, la salute, la
forza dell'anima sua.
Ma voi, d'animo e d'ingegno eletto, non avete bisogno d'intender da noi
questi consigli. Questi vi son dati continuamente da mille voci, da mille
forze più potenti della nostra parola. È lo spettacolo del lavoro
immenso e perpetuo della natura, della grande forza operosa, come dice
il poeta dei «Sepolcri», che affatica le cose di moto in moto, è il
procedere non interrotto di ogni scienza, è il trasformarsi continuo
d'ogni istituto sociale, è la notizia quasi quotidiana d'una scoperta
nuova, d'una nuova via dischiusa al progresso civile, d'un nuovo
ardimento dell'ingegno umano, è l'incessante, multiforme, infaticabile
agitarsi di tutti gli esseri viventi per conservar l'esistenza propria e
migliorarla per sè e prepararla migliore ai futuri, è tutto questo che vi
dice con mille voci, ad ogni ora, ad ogni momento del
giorno:--Lavorate!
È l'azzurro infinito che vi si stende sul capo, è l'alba che imbianca il
mondo, il tramonto che lo imporpora e la primavera che lo infiora, è lo
splendore degli astri, l'immensità del mare, il riso dei campi, la grazia
dell'infanzia, sono i lampi divini che mandano dal volto le anime belle
e le visioni celesti che v'apre al pensiero la musica e l'incanto sovrano
che vi versa nel cuore la poesia, è questo grande linguaggio misterioso
ed eterno della bellezza, che alla vostra anima pura, ancora tutta aperta
ad accoglierlo e a sentirlo, vi dice da tutte le parti, ad ogni ora, ad ogni
momento del giorno:--Siate buone!

Ma
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