SenzAmore | Page 8

la Marchesa Colombi

muore, ma non morrai di tisi.
La signora Bellazio piangeva di gioia a quelle parole. E Marco pure
parve rassicurato. Soltanto disse che aveva ricevuto una scossa, che,
qualunque ne fosse la causa, pel momento non si sentiva bene. E senza
mandare quella lettera disperata che aveva scritta, volle ad ogni costo
che si differissero le nozze per qualche tempo, finchè egli non si
sentisse completamente ristabilito in salute.
La signora Bellazio andò in persona a Gradate il giorno stesso per
evitare che si facessero gli ultimi apparecchi; espose le circostanze che
avevano inquietata pel momento la coscienza delicata di Marco, ed
ottenne dalla signora Nardi, non solo una facile adesione, ma una
vivissima approvazione per quella misura di prudenza, che mirava a
non esporre sua figlia ad un matrimonio disgraziato. Le due vedove si
separarono amichevolmente:

--I ragazzi sono giovani, conclusero; quando Marco sarà guarito, se la
Maria sarà ancora libera, si riuniranno.
In casa Bellazio si riprese la solita vita. Da circa un anno, Marco aveva
ottenuto il posto di direttore meccanico in una grande officina. Passati
quei giorni di turbamento, ricominciò ad uscire il mattino pe' suoi
lavori, ed a passare la giornata fuori. Era taciturno, e questo faceva
meraviglia perchè aveva un carattere naturalmente sereno ed espansivo.
Ma sua madre attribuì quella malinconia all'allontanamento della sposa,
alle speranze che aveva lasciate svanire, e non gliene parlò. Alla fine di
settembre madre e figlio andarono ad abitare il nuovo alloggio
preparato per gli sposi; ma la sposa non c'era, e l'inaugurazione del
quartierino elegante fu tutt'altro che festosa. La camera nuziale rimase
chiusa, e Marco si fece mettere un letto nello studio, una stanzetta
piccola dove stava rinchiuso tutte le ore che non erano reclamate dalle
sue occupazioni fuori di casa, assorto in lunghe letture.
Sua madre avrebbe preferito di passare la sera in compagnia, o di
vederlo andar fuori e divertirsi; ma egli rispondeva sempre:
--Questa sera non ho voglia di parlare; preferisco leggere un poco; sarà
per domani, mamma. Ma il domani di star allegro e di divertirsi non
veniva mai.
--Non ti senti bene? domandava spesso sua madre. Ma egli la
rassicurava: era soltanto un po' stanco... E lei confidava che col
carnevale tornerebbe allegro, e si riprenderebbero le relazioni colle
signore Nardi.
L'ottobre passò uggioso a quel modo. Neppure l'ora del piccolo pranzo
di famiglia, che altre volte era tanto animata dalle ciarle di Marco, dalle
sue dimostrazioni affettuose verso la mamma, dalle loro discussioni
sulla musica, sull'esposizione di Brera, sulle mode, sulle nuove
pubblicazioni, ora era silenziosa e triste. Marco mangiava poco e
distrattamente, ed appena aveva finito, pigliava un giornale o un libro
per aspettare il caffè, poi se ne andava nella sua camera.
Qualche volta la signora Bellazio lo pregava di accompagnarla a teatro.

«Al Manzoni c'era la compagnia Pietriboni che dava una nuova
commedia di Ferrari. Al Dal Verme c'era l'opera semiseria con artisti
buoni...» Marco non si faceva pregare; ma rimaneva tutta la serata in
fondo al palco, senza prestare la menoma attenzione allo spettacolo.
In novembre il dottor Andreoni, che andava qualche volta a passare la
sera colla signora Bellazio, le disse:
--Che cos'ha Marco? Questa mane l'ho incontrato; era un po' abbattuto,
e serio serio. Ha in mente ancora quella malinconia della tisi?
--No, rispose la madre. Dice che non ci pensa più; ma di certo ha
cambiato carattere dopo che ha mandato a monte il matrimonio.
--Cerchi di ravvicinarlo alla sposa. Dacchè è rassicurato sulla sua salute,
non c'è più ragione che rinunci a' suoi disegni. L'amore della sposa, il
cambiamento di vita, l'orgasmo delle nozze, gli faranno del bene. Non
mi piace quella tristezza.
La signora Bellazio ne parlò al figlio:
--Ora che sei persuaso di non essere ammalato, perchè non vai a fare
una visita alle signore Nardi che sono tornate in città?
--Non mi pare il caso, rispose Marco. Dacchè abbiamo rotto il
matrimonio...
--Rimandato soltanto, a tempo indeterminato; e fra noi non c'è stato
nessun dissapore. Temevi per la tua salute, hai preso tempo a riflettere.
Ora stai bene, la tua affezione è sempre la stessa per la Maria, mi figuro.
È naturale che tu ritorni a lei.
--È ancora troppo presto, disse Marco. E poi, non si sa che impressione
abbia fatto sulla Maria il mio distacco. Preferisco incontrarla in società,
vedere prima come si contiene, se si mostra risentita, se ha cambiato
pensiero...
Ma in società Marco non ci andava. Diceva sempre che era stanco, che

aveva da scrivere, e differiva di volta in volta. Si faceva sempre più
misantropo.
Il dicembre fu molto rigido. Ci furono delle grandi nevicate che
rendevano le contrade quasi impraticabili. Andando all'officina, dove
per la fine dell'anno si dovevano fare delle riforme e degli
ingrandimenti, Marco si prese un'infreddatura, che lo obbligò a stare
qualche giorno
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