testa china. Che cosa importava a lei d'essere ricca, figlia unica, quasi un'ereditiera?.. Suo padre le era tolto, dagli affari lungo la giornata, la sera, dagli svaghi; in casa non ci aveva che la zia, una buona donna irta di pregiudizi, che non destava in lei n�� poteva sentire nessuna simpatia per lei. Lena l'aveva lasciata. Chi le voleva bene davvero, erano, Bortolo, Adele e Wise. Del resto nessuno le era affezionato.
Ella non credeva per certo alle dichiarazioni dei vagheggini!... Era troppo ricca per lasciarsi andare a prestar fede a dei giovinotti che le volevano far intendere di amarla, lei, proprio, lei!
?Wise! povero Wise!--esclam��, in uno slancio di riconoscenza per la buona bestia che l'amava per s�� stessa.
Ma Wise rispose, dal lato opposto del giardino, con un guaito, senza accorrere.
Lucia, insospettita, aguzz�� gli occhi, si alz�� e vide, fermo davanti al cane, al di l�� del cancello, l'alta figura dell'ingegnere Del Pozzo.
?Wise!--chiam�� ancora la fanciulla.
L'ingegnere si mosse; una voce suon�� nell'aria sommessamente:
?Buona sera, signorina!
?Buona sera!--rispose Lucia, quasi suo malgrado. E stette in ascolto finch�� i passi dell'ingegnere si perdettero in distanza, dalla parte della fabbrica.
?Come mai il signor Conte Anton Mario Del Pozzo passeggia a quest'ora da queste parti e perch�� �� andato verso la fabbrica, che deve essere chiusa?
Entr�� nel salotto, che la zia, finito di appisolare, gi�� conversava con le sorelle Zolli, venute da un poco.
Salut��; pass�� subito nel salottino attiguo, si mise al piano sfogliando un album di musica classica.
Suonava sotto voce, interpretando la musica secondo la disposizione d'animo del momento, cercando e trovando una muta simpatia fra s�� stessa e il suono.
Fin�� per dare un'espressione melanconica, a un pensiero brioso; e l'originalit�� della cosa, le diede impressioni strane; come d'un fiore divelto prima della fioritura; come d'un insetto alato morente nell'acqua in piena gioia di sole; come di gorgheggio d'uccello violentemente troncato da sparo crudele.
?Lucia!.. ci appresti il th��?--chiese la zia ad un tratto.
Lucia lasci�� il piano, chiuse l'album, ritorn�� in salotto.
Apprest�� il th�� al piccolo tavolo; offerse chicche, biscotti, liquori, crema, vini; rec�� le tazze fumanti e profumate alle tre signore; stette a vederle sorbire la delicata bevanda, gustare le leccornie; e invidi�� loro il volgare piacere.
?Poter godere delle piccole, sciocche cose!-- andava pensando--piacersi delle ghiottonerie! occuparsi e divertirsi di insulsaggini!... Beato chi �� fatto cos��, e non si affanna a correr dietro a un ideale, che fugge e fugge lusingando e attraendo con una fiamma bugiarda; fuoco fatuo.
A un punto entr�� Bortolo con il viso smorto. Pregava la signorina che gli desse qualche cosa di spiritoso per un povero fanciullo operaio che s'era fatto male a la fabbrica quel giorno stesso e che, dopo la medicazione del chirurgo, peggiorava a vista.
?Pap�� sapeva?--chiese con ansia Lucia togliendo dall'armadio una bottiglia di cognac e consegnandola a Bortolo, che accenn�� di s�� con il capo.
?E anche tu, zia?--chiese la fanciulla.
Dio buono!... Certo che la zia sapeva. Ma non c'era ragione di affannarsi a quel modo; disgrazie ne capitano ogni giorno; e, si sa... a chi la tocca la tocca!
La zia parlava non smettendo di mangiare e offrendo chicche alle amiche, che si rimpinzavano.
Come si poteva ingollar leccornie a quel modo, quando l��, a pochi passi di distanza, un poverino, lavorando nella fabbrica che dava la ricchezza a la casa, soffriva forse acerbamente, forse anche lottava con la morte?
Come mai aveva potuto, il suo pap��, che sapeva che per certo aveva veduto, fare come di solito la sua elegante toeletta, scherzare con lei, uscire per lo svago d'ogni sera, forse dimenticare il triste caso in un salotto allegro o fra amici gaudenti?
Un'ambascia, fatta di piet�� per il poverino malato e di disgusto per l'indifferenza del padre, della zia, e di quelle insipide zitellone, gonfi�� il cuore della povera fanciulla.
?Vado con Bortolo--fin�� per dire--voglio vedere anch'io!
E si incammin��, non badando alle rimostranze della zia, che trovava eccessivo quello zelo caritatevole, che temeva un'emozione troppo violenta per la nipote, in quell'ora di dopo pranzo; che si doleva di non poterla accompagnare, perch�� troppo sensibile, incapace di sostenere la vista d'un sofferente.
?Bene, bene! fece Lucia--non darti pensiero per me; vado con Bortolo.
E usc�� cos�� com'era; a capo scoperto. Per andare a la fabbrica non c'era che da attraversare il giardino, che dava, in un cortiletto di comunicazione interna fra la casa e l'ufficina.
?S'�� fatto male assai?--chiese, camminando frettolosa, al servitore.
?Assai!--rispose questi.--�� difficile che se la cavi!... povero fanciullo!
Al buon uomo, tremava il pianto in gola, parlando.
Il malato giaceva in una camera presso la portineria, nel letto sempre pronto ad accogliere chi si fosse fatto male, che non era cosa straordinaria, o chi fosse assalito da improvvisa sofferenza.
Giaceva supino sui guanciali candidi, la testa bruna abbandonata, gli occhi semichiusi, il respiro affannoso; su la rimboccatura, le povere mani nere di polvere di carbone, stavano inerti. Insieme con il respiro ansimante, dal petto
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