Romanzo duna signorina per bene | Page 3

Anna Vertua Gentile
Io leggo, vado in giardino, adesso che l'aria �� tiepida, e mi intrattengo con Wise. Se no, faccio un po' di musica, per me sola. La maggiore parte delle volte per�� mi ritiro alle ore ventuna e finisco la serata in camera.
Di rado capita in casa qualche impiegato della fabbrica; di rarissimo l'ingegnere Del Pozzo, il Conte Anton Mario Del Pozzo si degna di varcare la soglia del nostro salotto di parvenus. Ma si capisce lontano un miglio che lo fa per dovere; pare su le spine; dice cose insulse risguardanti il tempo, il caldo, il freddo e se ne va dopo una visita brevissima.
La zia dice che �� un giovine simpatico; un perfetto gentiluomo! Io per me lo trovo orgoglioso; e ne' suoi atti e nelle sue parole mi par di vedere e di sentire un non so che di nobile che si degna. Ma si degni o no, a me che mi fa?..
Non ti ho detto, che fra una quindicina di giorni, pap�� d�� una festa di ballo per celebrare le sue nozze d'argento con la fabbrica di stecche d'ombrelli e di chiavette per aprire le scatole di sardine, che hanno fatto la sua fortuna!...
Pap�� ha ordinato a Parigi la mia toeletta. Che idee ci hanno, in generale, questi nostri ricchi industriali, cominciando dal mio pap��!.. Lavorano in Italia e per l'Italia, che vorrebbero grande nella industria nazionale, e quando si tratta del lusso della loro casa e delle toelette delle loro signore, ricorrono all'estero, diffidando del gusto del paese, quasi disdegnandolo.
Che peccato che tu non sia qui per il famoso festone, che deve essere di quelli di cui i giornali si interessano! Per certo avresti avuto anche tu una toeletta di rango francese, e cos�� cammuffate, seguendo la moda della giornata, che esige vecchi balli risorti e rinnovati da un battesimo straniero, parole, biascicate in lingue d'oltre alpi e d'oltre mare, atti a l'americana e gi�� di l��, si avrebbe forse avuto tutte due il sommo piacere di essere giudicate signorine perfette e forse anche la gloria di leggere il nostro nome nei giornali con tanto di descrizione e di lode!
Ma basta per oggi. Ciao carissima; ciao egoistona, che per amore del tuo cattivo orgoglio, hai avuto il coraggio di abbandonare la povera
LUCIA.?
Finito di scrivere, Lucia, pieg�� il foglio in due, lo chiuse nella busta e fece l'indirizzo, quando il fischio acuto e prolungato della fabbrica, richiam�� gli operai al lavoro.
?Gi�� le tredici!--disse meravigliata.
E alzatasi, con la lettera in mano, che voleva fosse impostata subito, socchiuse le gelosie e stette a vedere gli operai tornare frettolosi a la fabbrica. Di questi, alcuni sdraiati bocconi lungo il marciapiede, si alzavano stiracchiandosi e sbadigliando; si davano una scrollatina e via; altri finivano d'ingollare la loro polenta o il pane con lo scarso companatico; un ragazzetto cantava a tutto spiano; due fanciulli si rincorrevano vociando.
In breve la fabbrica ebbe inghiottita tutta quella gente, e per la via deserta, di quella parte di citt�� tuttora spopolata, torn�� il silenzio.
Lucia, sempre dietro le gelosie socchiuse, voleva persuadersi che fosse interessante lo spettacolo della via polverosa battuta dal sole abbagliante e che i rari passeri che volavano dalle piante del giardino a beccuzzare le briciole sparse su l'acciottolato, fossero meritevoli di particolare attenzione.
Ma l'interesse e l'attenzione furono tosto assorbiti da una persona che si andava avvicinando; la persona dell'ingegnere Del Pozzo, il Conte Anton Mario Del Pozzo, l'orgoglioso che quando favoriva in casa aveva l'aria di degnarsi.
Era un bel giovine il Conte Del Pozzo; alto, diritto, bruno pallido, con i capelli neri a spazzola, i baffi arricciati in punta.
Il babbo di Lucia lo stimava assai; gli operai dello stabilimento gli volevano bene e l'obbedivano come altrettanti agnelli. Tutti lo portavano ai sette cieli.
?Credo ch'egli sia dotato d'un certo fascino!--pensava Lucia--E il fascino ha da essere tutto ne' suoi occhi strani!
Certi occhi grandi, di un colore fra il grigio e il verdastro, d'uno sguardo profondo, dolce e melanconico ad un tempo; certi occhi che non si potevano dimenticare.
No; non si potevano dimenticare; di questo Lucia era convinta e persuasa. Il fascino egli lo doveva avere davvero negli occhi!...
Ma possedessero pure, quegli occhi, tutta la potenza affascinatrice che si volesse, a lei non avrebbero certo fatto n�� caldo n�� freddo.
Dovette convenire, arrossendo con un segreto inesplicabile rincrescimento, che il giovine ingegnere non l'aveva mai guardata in modo da far supporre in lui delle idee da affascinatore.
Si erano trovati cos�� di rado insieme!... Ed anche quelle poche volte, egli, al di l�� del saluto rispettoso e di poche parole quasi d'obbligo, non aveva mai fatto nulla, manco con un'occhiata, per esprimere il bench�� minimo desiderio di stare con lei.
Il suo fascino, se pure �� vero che ce l'abbia, egli non pensa certo di usarlo con te!--le mormor�� dentro una voce.--E--continu�� la voce--faresti bene a non occuparti
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