Romanzo duna signorina per bene | Page 2

Anna Vertua Gentile
scrivania, riprese la penna e si diede a scrivere in fretta, con foga un po' convulsa.
.... ?L'orgoglio, mia cara, per quanto ci sia chi lo porta a' sette cieli, e ne faccia quasi una virt��, per me �� una passionaccia volgare, che scaturisce, ingrossata da altre passioncelle minori, da una sorgente tutt'altro che nobile; dall'egoismo. No, no, non mi fare gli occhiacci e n�� pure non sorridere con compatimento. L'orgoglio, io sento, che �� come l'ho definito; e non pu�� essere altrimenti, poi che la definizione me l'ha fatta fare l'esperienza, che �� quella maestra infallibile che tutti sanno. Sicuro; chi �� orgoglioso �� egoista. Perch��.... perch��, per esempio, rende uno capace di sacrificare l'affetto, l'amicizia, per fino la pace d'una persona, al dubbio immaginario di non essere utile, di non compensare chi �� felice di averlo con s��; che anzi gliene �� riconoscente come d'un favore.
E questa �� una frecciata che se la pigli chi se la merita. Vorrei lanciarne un'altra agli orgogliosi che ci tengono tanto al loro io coronato d'uno stemma di conte, che credono, per fermo, di recare un'offesa a s�� stessi abbassando gli occhi fino a chi arriva fresco fresco dal volgo, sia costui coperto di diamanti e lui in abito sdruscito. La mia freccia in questo caso, dovrebbe essere ancora pi�� acuta e pungente dell'altra, perch�� questo genere d'orgoglio �� peggiore e meno perdonabile del primo, che �� per�� quello che mi fa soffrire, mentre dell'altro, non mi curo punto.
Avevo promesso a me stessa di non scriverti per un pezzo, magari di non pi�� scriverti affatto. Ma.... promesse di gente che crede di poter agire senza consultare il sentimento; gente che ama e perdona; anzi, lecca la mano che lo ha colpito, ne pi�� n�� meno come Wise, il cane buono affezionato e fedele, che non �� orgoglioso lui, e per questo agisce lealmente verso s�� stesso, facendo quello che gli suggerisce il cuore, il quale �� sempre il miglior consigliere.
Oh se tu ti fossi lasciata guidare dal cuore, ora non avresti il rimorso (poich�� io penso che lo devi avere e ti deve anche tormentare) di avere abbandonata una povera ragazzona che ti voleva un gran bene e che aveva tanto, tanto bisogno del tuo affetto e del tuo senno!... Che cosa sarebbe importato a te, se in te avesse parlato forte il cuore, che in casa fosse piombata come un bolide inaspettato, la sorella di pap��?... Non ti saresti certo sforzata di persuaderli, con ragionamenti pazzi, che ormai, poich�� in casa c'era una signora capace di reggere la famiglia e di badare a me, il tuo ufficio di governante, anzi di amica, diventava inutile; che non era della tua dignit�� di rimanere a farsi retribuire (brutta parola che non ho inghiottita n�� inghiottir�� mai) la parte di padrona e di maestra fino allora esercitata.
Ma il cuore non ha manco susurrato una parola tanto spadroneggiava l'orgoglio in quel momento. E cos��, in ossequio del tiranno, che ti andava cantando inni bugiardi in favore della famosa dignit��, cos��, come se niente fosse, hai fatto una vittima. S��, una vittima; e ti prego di non prendere la cosa in celia, poi che non ci fu mai vittima pi�� vittima di me, che mi tocca di sentirmi isolata in casa mia, fra il babbo sempre fuori e la zia che non mi capisce e che io non capisco.
Le ricordi le chiacchierate che si facevano insieme?.. Le letture in comune? le belle ore di raccoglimento nel salottino, a ricamare, a far musica?... C'era proprio bisogno che tu mi educassi il gusto alle cose belle, che dessi alla mia intelligenza desideri non comuni, all'anima mia aspirazioni elevate, per poi piantarmi qui a rappresentare la parte della incompresa infastidita!
Meglio era tirarmi su senza tante delicature morali, come la zia per esempio, che si piace e si compiace dei gingilli, si interessa dei romanzi a grande intreccio, sta a balzello de' fatti altrui, giudica il prossimo, biasima, condanna e passa il tempo ozieggiando affannosamente.
Ma... le recriminazioni non giovano a nulla, pur troppo!... Tu mi hai lasciata; hai voluto, hai potuto lasciarmi, dopo otto anni che si viveva insieme, e si era come sorelle; mi hai lasciata e... pazienza!... Avessi almeno il conforto di sapere che ti trovi bene cost��, in collegio; che le tue scolare li amano; che le maestre e la direttrice ti tengono in quel conto che meriti. Me lo scriverai?... Me la dirai la verit��?... poi che per non affliggermi, saresti capace di farmi vedere lucciole per lanterne, tu!...
Qui le serate sono lunghe eterne. Il pap��, subito dopo pranzo, va fuori, e non torna che tardissimo; mai prima delle due. La zia discorre con le sorelle Zolli, che sono venute ad abitare il villino vicino al nostro; e tu sai che sorta di conversazione esilarante sia quella!...
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