Roberta | Page 5

Luciano Zuccoli
sulla legge di selezione, sulla
matematica necessità della morte precoce.... La fanciulla era senza
dubbio inadatta a sostenere gli attriti dell'esistenza, e portava in sè le
mortali ferite d'una vecchia razza esausta.
Ella pareva essere stata concepita in una notte di nevrosi, per un
desiderio fiacco e metodico: imperfetta opera di due creature incatenate
da vincoli legali e fittizii, Roberta aveva già troppo resistito alle
raffiche forti e alle acute brezze micidiali; poichè, prima di lei, i fratelli
erano stati travolti, e dopo lei, Emilia sola aveva rievocato il buon tipo
originario; e dopo Emilia, i fratelli di nuovo erano tutti scomparsi in
piccola età.
Ora, cotesta differenza di nervi, di muscoli, di forze, aveva più volte in
Emilia risvegliato l'antipatia latente dei sani per i malati, l'antipatia
bruta d'un corpo vivido e fresco per un corpo fradicio e passo.
--«Tu ti leghi a un mostro,--le susurrava lo spirito loico.--I tuoi sforzi
non serviranno se non a prolungare un'agonia e a trasmetterti i germi,
dai quali per maraviglia di natura ti sei salvata.»
E alla sentenza, che sembrava macabramente scritta con le ossa d'uno
scheletro sulla via sperduta dell'avvenire, tosto succedeva la reazione
generosa, esagerata; e per punirsene, Emilia avrebbe dato intera

l'esistenza propria, e contratto volonterosamente i germi della malattia
atroce.
Poichè il sordo antagonismo non giaceva soltanto in fondo alla sua
coscienza; ma con disperata tristezza erasi dovuta persuadere che anche
nell'anima di Roberta andava cristallizzandosi un rancore quasi animale
contro la sanità e la procacità inconscia di lei, contro il suo avvenire,
contro la facoltà di goder le gioie, cui ella, Roberta, non avrebbe
avvicinato mai.... Certi misteriosi allontanamenti, certi risvegli di
violenta simpatia, nei quali la fanciulla soffocava una voce imperiosa e
sconsigliata, avevano quella sola spiegazione. Mai come quando le due
sorelle si gettavano una nelle braccia dell'altra, mai come allora eran
così fresche reduci dall'odio, mai come allora avevan sentito passar
sulle reni una cosa viscida e molle, che si chiama ribrezzo.
Anche in quel giorno in cui lo spavento rinasceva con la tenera
sollecitudine, l'istinto oscuro aveva arrestato Emilia, uscita appena dalla
camera di Roberta:
--«Perchè ti affatichi?--le fischiava all'orecchio.--L'ha detto ella stessa:
il suo male ritorna e bisogna ch'ella muoia. Vuoi contrastare il passo a
una legge sovrumana?»
Una scampanellata la richiamò interamente; doveva essere il dottor
Noli, il medico del paese, che con l'esperienza di chi ha visto
innumerevoli casi d'una stessa malattia, aveva fortificato, la sua teorica
mediocre.
Emilia andò ella medesima ad aprire; la mano tremava d'impazienza,
volgendo due volte la chiave nella toppa,
Sul ripiano stavano la cameriera e un uomo, che Emilia non ravvisò
sùbito.
--Il medico non c'era,--disse la domestica.--È andato a Genova; mi
hanno indicato il signore; è medico anch'egli e si trova qui per i bagni.
Ho pregato lui di accorrere; non voleva, ma l'ho persuaso, perchè il
dottor Noli non tornerà fino a domani.... Ho fatto bene? Le pare?...
Mentre parlava la cameriera, Emilia aveva dato il passo all'uomo.
Cesare Lascaris entrò, mormorando un saluto. Emilia gli gettò uno
sguardo: era alto, elegante, bruno in viso; dimostrava alcuni anni più
dei trenta. La giovane lo conosceva per averlo visto in paese qualche
volta.
--È dottore, lei?--gli domandò bruscamente, guardandolo dritto in

faccia.--Perchè non sta a Genova? Come può essere qui in ozio, se è
dottore?... Si tratta della vita di mia sorella....
Cesare Lascaris consegnò l'ombrello gocciolante alla domestica, e
sorrise tranquillo.
--Se si tratta d'un caso grave, sarà forse inutile perder tempo in
spiegazioni che darò dopo,--rispose.--Non appena giungerà l'amico mio
dottor Noli, gli cederò il posto; ma intanto, se si tratta d'un caso grave...
Si fermò, annoiato di dover ripetersi, della diffidenza che l'accoglieva,
della penombra che le imposte chiuse stendevano nel salotto e che
gl'impediva di veder bene in volto la sua nemica; ma l'abitudine gli
smorzò sùbito la voce un po' vibrante.
--S'accomodi,--offerse Emilia, vergognosa del primo impeto.--Mia
sorella ha avuto stamane uno sbocco di sangue....
Allora, innanzi di passar nella camera dell'ammalata, Cesare Lascaris
propose una serie di domande imbarazzanti su Roberta, mentre Emilia a
testa bassa di fronte a lui rispondeva precisa e chiara, con una mal
celata animosità contro l'uomo, il quale aveva diritto a conoscere ogni
fatto intimo della vita fisica d'una vergine.

II.
Uno scoglio scabro crivellato dalle trafitte secolari dei marosi, si
tuffava nel mare ardendo sotto il sole: era uno scoglio grigio, su cui il
piede s'incastrava fra le spaccature; spesso era uno scoglio bruno,
quando la spuma crepitante giungeva a superarlo, colando ai fianchi in
piccoli torrenti lattei.
Nella cabina drizzata a ridosso delle rocce sovrastanti alla spiaggia,
Emilia vestì l'abito pel mare; un abito tutto candido, costellato di
fioretti d'oro con le foglioline d'oro; i piccoli piedi ricoverati nei sandali,
ella tentò studiosamente lo scoglio che li afferrava come nel pugno
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