Rime di Argia Sbolenfi | Page 7

Argia Sbolenfi
Ed intanto arrabbiate?Ardon mille ragazze infeconde!?Assassini! Se i maschi ammazzate,?Noi dovremo i somari sposar!
SI DUOLE?DI ESSERE ABBANDONATA DALL'AMANTE
SONETTO SBOLENFIO
Già con versi diversi offersi a Tirsi?Un cor lieto d'offrirsi e gliel'apersi,?Ma i carmi tersi se n'andar dispersi?Ed io soffersi quel che non può dirsi.
Potè fuggirsi dunque e non sentirsi?Il crudo petto aprirsi al mio dolersi??Potè amato sapersi e compiacersi?D'indispettirsi meco e di partirsi?
Tardi lo scorsi e tardi il piè ritorsi?Dai sentieri percorsi! Urge fermarsi?E rassegnarsi dei rimorsi ai morsi.
Quei dì son scorsi ed or che resta a farsi??Il crin velarsi, il bruno intorno porsi,?E i discorsi trascorsi, ahimè, scordarsi!
LA ROMANZA DEL PAGGIO
Son circa tre anni, tre mesi e tre giorni?Che il paggio Fernando montava a caval?E adesso galoppa per questi contorni?Saltando gli abissi, le piante e il canal.
Per cosa galoppa? Un turco infernale?Al povero paggio l'amante rubò?Ed ora egli cerca quel porco maiale,?Perchè di sbranarlo Fernando giurò.
Ma il turco, ben visto dal proprio Sovrano,?Fu giusto per Pasqua promosso Pascià;?Pascià da tre code, che dopo il Sultano?è l'uom più codardo di quella città.
Fernando che il seppe, fu svelto e ci andiede?E incognito al turco si fe' presentar.?Un monte di ciarle d'intender ci diede,?Di modo che a pranzo si fece invitar.
Mangiato l'allesso, mangiato l'arrosto,?Il turco si fece portare i marron,?Sui quali Fernando buttò di nascosto?Dei torcibudella che avea nei calzon.
--?O Dio, che dolori! Chiudete la porta ...?Chiamatemi il prete... più regger non so ...?Io muoio!...? Ed insomma, per farvela corta??Fu tanta la sciolta che il turco crepò.
Allora Fernando andò sull'altana,?Chiamò la sua bella, la fece scappar,?Ci diede i quattrini la Banca Romana?E a casa col treno potetter tornar.
Garzoni e donzelle che attenti ascoltate?La lieta canzone che pianger vi fa,?L'amore del prode Fernando imitate,?Però col permesso del vostro papà.
RISURREZIONE[*]
Suonate campane la Pasqua giuliva,?Prendete o fanciulli in mano la piva,?Fedeli soldati sparate il cannon!
Risorto è il giornale che dianzi moria,?Risorto è Pierino, risorta l'Argia,?La vergin che disse la casta canzon!
Pudiche fanciulle, dal pianto cessate,?La danza del ventre pel gaudio danzate,?La vostra Sbolenfi tra i vivi e tuttor.?E, vergine sempre, ritorna fra voi?Tirando più forte d'un paio di buoi?Il carro funesto del proprio dolor.
Deh, come, o fanciulle, deh come piangeste?E tristi nel letto solingo diceste??La nostra Sbolenfi perchè non è qui???Ma mentre la bella defunta pareva,?La morte che in pugno già stretta l'aveva,?Dischiuse le dita e quella fuggì.
Ed or che il mio canto più dolce rinacque,?All'opra interrotta che tanto vi piacque,?Pudiche fanciulle, tornate con me.?Destata dal sonno, col plettro rivengo,?Lo scuoto, lo stringo, nel pugno lo tengo?E voglio provarvi che morto non è.
[*] Rinasceva l'effemeride nella quale la Poetessa e Pietro, suo genitore, deponevano le loro secrezioni cerebellari.
IL LAMENTO DEL PRIGIONIERO[*]
Cadea la notte. Già il cancelliere?Avea degli atti chiuso il volume?E il Presidente disse all'usciere:
?Portate il lume!?
Non un sussurro s'udia nel Foro,?Nemmeno un lieve ronzar d'insetto,?Quando, calzati gli occhiali d'oro,
Lesse il verdetto,
E disse: ?Vista la legge, udita?La parte avversa, pesati i danni,?La pena è questa:--Galera in vita
Per quarant'anni?.
Briscola! Quando mi sentii preso?Così da questa sentenza infame,?Cascai per terra lungo e disteso
Come un salame,
E il giorno dopo due immense palle?Recar dovetti per ogni dove,?E mi fu scritto dietro le spalle
?69?
Quante ferriate nella finestra!?Quanti bigatti nel mio pan nero!?Quanti fagioli nella minestra
Del prigioniero!
Ed il mobilio? Ecco un saccone?Dove gl'insetti tengon cappella?E per ... (s'intende) là in quel cantone
C'è la mastella.
Sono vestito di panno grosso?Con un stifelius tagliato male,?E la catena che porto addosso
Pesa un quintale.
Con una lima, frega e rifrega,?Potrei scappare non osservato ...?Ah, se potessi farmi una sega,
Sarei beato!...
O giornalisti, da sera a mane?Vi sia presente questo mio stato.?Un per finire fatto da cane
M'ha rovinato!
[*] Parla il Direttore della effemeride citata, il quale era accusato di aver commesso un per finire diffamatorio, mentre non era che cretino. Il processo andò a monte.
PIANTO DELLA CHIESA BOLOGNESE?SENZA PASTORE
_Non relinquam vos orphanos;
veniam ad vos._
Jo. XIV, 18.
Sopra le piume vigilando sola,?Colei che già fu di Petronio e Zama?Leva le palme al ciel, languida e grama,?Poi che gaudio d'amor non la consola.
Lungo uno strazio è nella sua parola?Qual già nel pianto di Rachele in Rama,?E dal vedovo letto il _Padre_ chiama?Perchè non scordi la fedel figliola.
E prega e mostra le gramaglie nere?In che da sì
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