Poesie scelte | Page 8

Silvio Pellico
brando
Cedi.
PAOLO.
(Oppresso dalle guardie.)
Fratel... tu disarmarmi... Oh come
Cangiato sei!
FRANCESCA.
Pietà!... Paolo!
PAOLO.
Francesca!
LANCIOTTO.
Donna...
GUIDO.
Vieni; sottrati al furor suo.
FINE DELL'ATTO QUARTO.
ATTO QUINTO.
SCENA PRIMA.
(La sala è illuminata da una lampada)

FRANCESCA E GUIDO.
FRANCESCA.
Deh, lo placasti?
GUIDO.
(Venendo dalle stanze di Lanciotto.)
Egli mi vide, e sorse
Spaventato dal letto.--Oh cielo! è giunta,

Sclamò, quest'alba sciagurata. Io debbo
Perder Francesca?... Ogni
consiglio or cangio:
Senza lei viver non poss'io.--Frattanto
Lagrime
amare gli piovean sul volto:
E or te nomando infuriava, or pieno

D'amor ti compiangea. Fra le mie braccia
Lungamente lo tenni, e con
lui piansi,
Libero freno al suo dolor lasciando.
L'acquetai poscia
con soavi detti,
E il convinsi che meglio è che tu parta
Senza
vederlo. Andiam.
FRANCESCA.
Padre, non fia:
S'or nol riveggio, nol vedrò più mai.
Rancore ei
serba contro di me: secura
Del suo perdono esser vogl'io.
GUIDO.
Ti calma.
Perdonato egli t'ha; perdonar Paolo
Pur mi promise.
FRANCESCA.
Oh gioja! Ma, deh, in questo
Sacro momento, non nomar, ten prego,

Colui che appieno obbliar deggio... e il bramo!
Già meno forte egli
nel cor mi parla:
Già mi riparla la virtù perduta,
E il pentimento e la
memoria sola
Dello sposo fedel che tu mi desti,
E ch'io non seppi
amar.--Parlargli chieggo
Anco una volta. Deh, non adirarti!
Questa
grazia m'ottieni. I miei rimorsi
Per la passata ingratitudin tutti


Mostrar gli vo': prostrarmi a' piedi suoi:
Di non sprezzarmi
scongiurarlo. Vanne:
Digli che, s'io non lo riveggio, ahi parmi
Del
perdono del ciel chiusa ogni speme.
GUIDO.
A forza il vuoi? Qui il condurrò.
SCENA II.
FRANCESCA.
--Per sempre
Dunque ti lascio, o Rimini diletta.
Addio, città fatale!
addio, voi mura
Infelici, ma care! amata culla
Di... quei prenci...
Che dico!--Eterno Iddio,
Per questa casa ultima prece io t'offro,

Bench'io sia rea, non chiuder, no, l'orecchio.
Nulla chieggo per me:
per que' fratelli
Prego: tua destra onnipossente posi
Sul capo lor...
Chi veggio?
SCENA III.
FRANCESCA E PAOLO.
PAOLO.
(_Prorompendo forsennato con una
spada alla mano._)
Oh sovrumana
Gioja! Vederla ancor m'è dato.--Ah, ferma!
Se tu
fuggì, io t'inseguo.
FRANCESCA.
Audace! ahi lassa!
E come in armi?
PAOLO.
Sgombre ho le mie guardie
Coll'oro.

FRANCESCA.
Oh ciel! nuovi delitti...
PAOLO.
Io vengo
I delitti a impedir. Paga non fora
Contro me, credi, la
gelosa rabbia
Del fratel mio; te immolar pensa. Orrendo
Spavento è
quel ch'or qui mi tragge.--Al sonno
Chiusi dianzi le ciglia, ed oh qual
truce
Visïone m'assalse! Immersa io vidi
Te nel tuo sangue
moribonda: a terra
Mi gettai per soccorrerti... il mio nome
Proferivi,
e spiravi!--Ahi disperato
Delirio! Invano mi svegliava, il fero

Sogno mi sta dinanzi agli occhi. Mira:
Sudor di morte da mie chiome
gronda
Al rammentarlo.
FRANCESCA.
Calmati...
PAOLO.
Furente
M'alzai, corruppi i vili sgherri: un brando
Strinsi... Ahi,
temea di più non rivederti!
Qui ti ritrovo: oh me felice!... Imponi:

Come del cor, del Braccio mio reina
Tu sei: morir per te desìo.
FRANCESCA.
Rientra,
Oh insano, in te. Quell'uom che oltraggi, a noi
Già
perdonava. Fuggirai. Che speri?
PAOLO.
Se te col padre tuo salva non veggio
Fuor di queste pareti,
abbandonarti
Non posso. Infausto, orribile presagio
Pe' giorni tuoi
m'affanna.--Ah, tu non m'ami!
Tu rassegnata...
FRANCESCA.

Esserlo è d'uopo.
PAOLO.
Or dimmi:
Quando, ove mai ci rivedrem?
FRANCESCA.
Se in terra
Fine avrà... l'empio nostro amor...
PAOLO.
Non mai!...
Dunque non mai ci rivedrem!--Francesca,
Su questo cor
poni la man. Talora
Tu questa mano ti porrai sul core
E de' palpiti
miei ricorderatti:
Feroci sono: pochi fien!
FRANCESCA.
Oh amore!
PAOLO.
Adorata t'avrei: non fora un giorno
Passato mai ch'io non cercato
avessi
Di farti ognora più e più felice...
M'avresti reso (oh
incantatrice idea!)
Padre di prole a te simile: avrei
A' miei figli
insegnato ad onorarti.
Dopo Dio prima, e come io t'amo amarti!
FRANCESCA.
Il solo udir questi tuoi detti è colpa.
PAOLO.
Nè mia giammai!...
FRANCESCA.
Che parli? Eternamente
Quant'io deggia al mio sposo e a' generosi

Suoi sacrifici sentirò. Solenne
Protesta or odi:--Se l'ingiusto fato


Lui seppellisse pria di me, perpetue
Conserverò le vedovili bende:

Nè coll'amarti mai, fuorchè in silenzio,
Offenderò la sua santa
memoria.
PAOLO.
Mal m'intendesti: augurii empii non formo:
Viva e m'uccida il fratel
mio. Ma lungi
Dall'ira sua tu pur, Francesca, ah, vivi:
Vivi, e in
silenzio amami, sì!... Ne' mesti
Tuoi sogni spesso mi vedrai. Beata

Ombra dì e notte al fianco tuo starommi
Adorandoti ognor.
FRANCESCA.
Paolo...
PAOLO.
Tiranni
Gli uomini e il cielo fur con noi.
FRANCESCA.
T'acqueta.
Misera me! Non ci perdiamo... Ah, padre!
(Chiamando.)
PAOLO.
Più non ha dritti alla sua prole un padre
Che a sue voglie tiranniche
l'immola.
Chi de' tuoi giovanili anni sepolto
Ha il fior nel pianto?
Chi questa tremenda
Febbre in te mosse onde tutta ardi? All'orlo

Chi della tomba li spingeva?... Il padre!
FRANCESCA.
Empio, che dici?...--Odo fragor.
PAOLO.

Null'uomo
Potrà strapparti da mie braccia.
SCENA IV.
GUIDO, LANCIOTTO E DETTI.
LANCIOTTO.
Oh vista!
Paolo?... Tradito da mie guardie sono...
Oh rabbia! e ad
esser testimon di tanta
Infamia, o Guido, mi chiamasti? Ad arte
Ella
a me ti mandò. Fuggire o farsi.
Ribelli a me volean: muojano
entrambi.
(Snuda il ferro e combatte contro Paolo.)
FRANCESCA.
Oh rio sospetto!
GUIDO.
Scellerata figlia,
A maledirti mi costringi.
PAOLO.
Tutti,
O Francesca, t'abborrono: me solo
Difensor hai.
FRANCESCA.
Placatevi, o fratelli:
Fra i vostri ferri io mi porrò. La rea
Son io...
LANCIOTTO.
Muori! (La trafigge.)
GUIDO.
Me misero!

LANCIOTTO.
E tu, vile,
Difenditi.
PAOLO.
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