Poesie inedite vol. I | Page 6

Silvio Pellico
Saluzzo è gloria! Archi, ove m'ebbi?Alle mistiche fonti il nome caro?D'un tra i vati gentili, onde graditi?Sonaron carmi per le patrie valli.?Palpiti d'esultanza erano i miei?Quando me tenerello a quell'angusta?Chiesa portava a' dì festivi il pio?Braccio materno; e ricordanza vive?In questo cor della speranza arcana?Che molcea i mali miei, quando su quelle?Antiche, venerande are il mio ciglio?Supplicemente ricercava Iddio.?E salve, o tempio di men nobil foggia,?Ma parlante a me pur dolci memorie,?In Pinerol, città seconda, ov'io?Riposai le mie inferme ossa crescenti!?Là nelle vespertine ombre, al chiarore?Della lampada santa, io colla madre?E col fratel pregava la pietosa?Degli Angioli Regina e degli afflitti,?Ed in secreto a lei mi cordogliava?De' malefici influssi, onde a' miei nerbi?Strazio era dato, ed al mio cor tristezza,?Ed a?ta io chiedeale, ovver la tomba.?Ma l'infantil querela uscìa con sensi?D'aumentata fiducia, e allev?arsi?In me sentìa l'affanno, e sentia l'alma?Di pensier fecondarmisi e d'amore.
Nelle tue, Pinerolo, aure dilette?L'adolescenza mia fu di soavi,?Relig?osi gaudii confortata;?E indelebile è in me l'ora solenne,?Quando, trepido il sen, mossi all'altare?Tra drappelletto di fanciulli il grande?Atto a compir, di confermar col proprio?Conoscimento le promesse auguste,?Che di virtù magnanima al battesmo?Pronunciarono labbra altre per noi.
Oh nobil rito! oh santo olio! oh possente?Grazia del Crisma! oh simboli che tanto?A sublimi desiri alzan la mente!
Con pompa veneranda il Pastor santo?Presentasi all'altare, e a lui corona?Fan suoi pii Sacerdoti in aureo ammanto.
Celestiale armonia nel tempio suona?Di cantici divoti, e di pietate?Palpita il core a ogni gentil persona;
E più alle madri che nel vel celate?Delle viscere lor sui cari frutti?Tengono le pupille innamorate,
Scongiurando che a Dio s'elevin tutti.
?Re del ciel che noi madri volesti?Di que' giovani spirti diletti,?Nel dolore li abbiam benedetti?Pria che i cigli schiudessero al dì;?Nel dolore li abbiamo allattati,?Custoditi li abbiam nel dolore:?Ah, per essi t'offriamo, o Signore,?Tutto ciò che nostr'alma patì!
Il tuo spirto divino discenda?In que' teneri ingegni inesperti:?Li fortifichi, li alzi, li accerti?Della Croce per l'arduo cammin.?Oggi intendano e intendan per sempre?Che non nacquero a ignobile cura,?Che son enti d'eccelsa natura,?Che la palma celeste è lor fin!
Il tuo spirto divino addolcisca?Que' germogli del sesso più forte:?Non paventin perigli, nè morte,?Ma li tempri alto senso d'amor!?Il tuo spirto divino sostenga?Que' germogli del sesso più amante:?Sieno spose, o sien vergini sante,?Ma in bell'opre virile abbian cor!
E delle accolte, lagrimose madri?Col tacit'inno pe' figliuoli amati?Il secreto consuona inno de' padri;
Sebbene i maschi petti ammaestrati?Da esper?enza e fantasie più meste,?Veggan su que' fanciulli or sì beati
Minacciose adunarsi, atre tempeste.
?Giovin'alme, or v'assecura?Quella pace che gustate?E all'Altissimo giurate,?Immutabil fedeltà:?Ma non conscii voi tocca l'aurora?D'un'età di prestigi e di guerra,?Che vi chiama, vi sprona, v'afferra,?Vi strascina, a qual meta non sa!
Ah, noi pur dal Crisma santo?Confermati esultavamo,?E spogliar l'antico Adamo?Era saldo in noi desir!?Ma spuntato quel tempo tremendo?Che i mortali a cimento conduce,?Spesse volte falsissima luce?In rei lacci ne fece languir.
Più gagliardi, più assistiti
Da invisibili portenti?Voi non domino i cimenti,?Voi più traggano a virtù:?Una stirpe formate di prodi?Che agli esempi vigliacchi s'involi,?Che la Chiesa gemente consoli,?Ch'altre stirpi consacri a Gesù?!
Mentre de' genitori i voti accesi?Sorgono per la prole benedetta,?Stanno i fanciulli all'alta pompa intesi,
E ciascun d'essi palpitando aspetta?Lo Spirto Santo e la percossa, donde?L'alma a patir per nobil opre è eletta.
All'unz?one, al tocco, alle profonde?Del Vescovo parole, il giovin core?Con proposti magnanimi risponde.
Mai paventato non avea il Signore,?Come il paventa in quest'istante, e mai?Non avea per Lui tanto arso d'amore!
Nessun dica al fanciul: ?Tu obbl?erai?Questo gran dì?: più non possibil crede?Volgere a colpa affascinati i rai:
Trasmutato a quel rito in uom si vede;?Sdegna le vanità, sdegna i piaceri;?Più non vuol che Speranza e Amore e Fede,
E benefici, puri, alti pensieri,?E studi gravi, e faticante vita?Pe' divini del Golgota sentieri!
Ah! benchè poi dopo cotanto ardita?Dolce fidanza, a tempo non lontano?Trascorra ov'a lui d'uopo è nova a?ta,
Al Crisma santo ei no, non mosse invano:?Però che in lui ritorna con possanza?Questa voce secreta: ?Io son cristiano?!
E ripiglia la Croce, e al ciel s'avanza.

A me quella secreta, amabil voce?Più nella giovinezza non diè posa,?Sì che sovente alla gettata Croce?Rivolsi la pupilla timorosa;?E sebben mi paresse incarco atroce,?La riportai con esultanza ascosa,?Rammentando mia infanzia, quella Chiesa,?E quel Crisma, e la possa indi in me scesa.
E qual fu lo splendor d'un altro giorno:?Il giorno in cui di sè nutrimmi Iddio!?Ah! non in tempio di gran pompa adorno?Trarre allor mi fu dato al festin pio:?Genitori e fratei piangeanmi intorno,?E venne il Pan celeste al letto mio!?E l'accolsi agognando inclita sorte?Dopo la sovrastante ora di morte
Ma l'offerta ch'io pronto a Dio porgea,?Non fu accettata, e lunghi dì ancor vissi!?Oh! chi può dir con qual d'amore idea?Morte sperando al Salvator m'unissi??Mille f?ate poscia a me riedea?La ricordanza di quel giorno, e dissi:??Deh, possa ancor con sì sublime amore,?Come in quel dì, ricever io il Signore!?
Quindi appena sui piè mi ressi alquanto?Dopo quel memorando atto divino,?Mossi alla chiesa, e di dolcezza ho pianto,?Ivi tornando al sovruman festino:?E mi parea che con dolor più
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 45
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.