Poesie inedite vol. I | Page 4

Silvio Pellico
ancor!
Benchè al misero umano intelletto?Sollevar non sia dato quel velo,?Onde piace a colui ch'è perfetto?Di sue vie le cagioni coprir,?Pur traspar sap?enza divina,?Tra la nube dell'alto mistero,?In quel lutto che l'anime affina,?In quel Dio che per noi vuol morir;
In quel nobile amor d'un fratello?Che patisce per empi fratelli;?In quel gran, di giustizia, modello?Che ad un tempo è increato e mortal!?In quel senno che sembra follia,?Ed è stimolo a somme virtudi,?Che qual ombra fugò idolatria,?Che fra tutti i nemici preval!
LA CROCE.
Confidite: ego vici mundum!
(_Ioh_. c. 16.)
E chi ingannato non sariasi quando?All'inesperto giovane intelletto?Tal si volgea drappello venerando?Per alta fama ed eloquente affetto,?Che virtù promettendo, ed appellando?A sublimanti indagini ogni petto,?Dicea: ?Siam nati a illuminar la terra,?A tutte ipocrisie movendo guerra!?
Qual età vide mai zelo cotanto?D'ardenti ingegni, or concitati all'ira?Contro menzogna, or concitati al pianto?Sulle stoltezze in che il mortal delira??Sì che spesso il lor dir quel grido santo?Parea che il cielo a' suoi profeti ispira,?Onde riscosse da letargo indegno,?Movan le genti di giustizia al regno!
Tonerà in quanti secoli fien dati;?Alla palestra degli spirti umani,?Tonerà il giusto contro i danni oprati?Da' fratelli perversi e dagl'insani;?E quel tonar perenne i cor bennati?Da ignobil opra tener può lontani,?E più li infiamma od infiammar dovria?A sacrifizi, a onore, a cortesia.
Ma sciagura sui popoli e sui regi?Quando frammisti a nobili pensieri?Potentissima scuola alza dispregi?Sovra la fonte degli eterni veri!?Sciagura sugli stessi animi egregi?Che allor di luce esser vorrian forieri!?Del vaneggiar d'illustre scuola tersi?Arduo a loro medesmi è rimanersi.
Ed in simile tempo io son vissuto!?Famosi audaci avean deriso l'are,?E affascinata dallo scherno astuto?Prendea quelli la turba a idolatrare;?Bello parve ostentar disdegno arguto?Verso chi preci a Cristo osasse alzare,?E più d'un per viltà vituperava?Quell'Evangel ch'ei pur nel cor portava,
Io dentro al cor portava l'Evangelo,?Nè bestemmie contr'esso unqua avventai;?Ma perchè s'irrideano e preci e zelo,?Non curanza di Dio spesso mostrai,?E agguagliato agli immemori del cielo,?Plausi e piaceri e vanità anelai;?E pur nell'alma ognor udia una voce,?Che dicea: ?Dove vai? Riedi alla Croce!
?Riedi alla Croce! mi dicea; sì sforza?Calunnia indarno di tenerla a vile:?La Croce sol gl'indegni fochi ammorza,?La Croce sol fa l'uom grande e gentile,?La Croce sol dà all'intelletto forza?Di diventare all'Uomo Iddio simìle;?Se ipocriti talor stanno a' suoi piedi,?Non fuggirla perciò: gemine, e riedi!
?La Croce altro non è ch'alta dottrina?Di generosi e giusti sacrifici;?La forza d'affrontar doglie e rovina?Per giovare a' tuoi cari e a' tuoi nemici;?L'ardir congiunto ad amistà divina;?La virtù che nel cielo ha sue radici.?Chi per la Croce, ov'ei non sia demente,?Meraviglia ed ossequio e amor non sente?
?E se tu vedi ciò ch'ell'è, se l'ami,?Perchè di lei vilmente arrossirai??Perchè, se il trav?ato empia la chiami,?All'impudente voce arriderai??Di lui spregia e compiangi i ghigni infami,?Nè incodardir, sotto agli obbrobrii mai:?Della Croce magnanimo seguace,?Dimostra quanta in abbracciarla hai pace.
?Dimostra che la Croce a chi davvero?Suoi pregi indaghi, scema ogni amarezza;?Dimostra col tuo oprar, non esser vero?Ch'ella guidi a torpore ed a fiacchezza;?Dimostra che alto fa l'uman pensiero,?Che a tutti i grandi e forti atti lo avvezza;?Dimostra che se ride all'ignorante,?Pur del nobil sapere è sempre amante!
?Pari ad ogni miglior vantata scuola?La Croce insegna dignità ed amore;?Ma in lei sol v'è possanza di parola?Che inforzi, e persüada, e appuri il cuore;?Unica le angosciate alme consola,?Unica abbellir puote anco il dolore:?Ogni scuola miglior tituba e illude,?Dubbii ed error la Croce sola esclude?.
Tal mi sonava in cor voce gagliarda,?Or è gran tempo, e s'io non l'obbedìa,?Del mio spirto esitanza era infingarda,?E di rapidi, lieti anni malìa;?La retta via scernendo, io la bugiarda?Con secreti rimorsi ognor seguìa:?Mesto or che tanto resistessi al vero,?Miro la Croce--e in sue promesse io spero!
GLI ANGELI.
Qui facis angelos tuos spiritus.
(_Ps_. 103).
Con un sol cenno, è ver, l'Onnipossente?Può governar gl'innumerati mondi,?Scevro d'ausilio di creata mente;
Ma più degno è di lui ch'ami e fecondi?L'universo d'angelici Intelletti,?Di cui l'opra sue grandi opre secondi.
Ei così volle, e spirti a lui soggetti?Adempion suoi decreti in ogni loco,?Quali a premiar, quali a punire eletti.
L'Angiol del Sol, da quel beante foco?Ai circostanti globi è fatto legge,?E della luce incantali col gioco.
Ed ogni astro ha uno spirito che il regge,?Od hanne molti, giusta ch'ivi è bello?Esser vario de' duci il santo gregge.
La nostra terra di sventure ostello,?Ostello è pur di squadre celestiali,?Onde scempio non facciane il rubello.
Per fraterna pietà si fean coll'ali?Agli occhi vel, lunge l'acciar rotando?Ai cacciati quaggiù primi mortali.
E d'Adamo fu l'Angiol, che allorquando?Reo lo mirò--?Non disperar! gli disse,??L'Eterno puoi placar, te umil?ando!?
Poscia ogni volta che la colpa afflisse?Cuori che si pentiano, il Signor tosto?Di consolarli ad uno spirto indisse.
Chi al fido Abramo che sul rogo ha posto?Il caro figlio ed il coltel già snuda,?La man rattiene? Un Cherubin nascosto.
E quando l'infelice Agar di cruda?Sete col figlio langue entro il deserto,?Dio fa che l'acque un Angiolo dischiuda.
De' dolci Genii ognor s'accrebbe il merto?Di quest'esule argilla a giovamento,?Per cui sapean che Cristo avria sofferto.
Noi vediam nel soave accorgimento?Di Rafael (perchè Tobia giungesse?D'ogni più
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