toccare il fronte blando?Del dormente n?onato?Con un dito arroventato?
O Follia!... Cupa voragine!...?Viver... morti!--Esser sepolti....?Nè saperlo!--Aver lo spregio....?E non leggerlo sui volti!?O Follìa!... Pensier tremendo!...?Forse l'estro ond'io m'accendo?è lo stigma del Destino,?Che mi colse da bambino!...
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Le notturne ore discesero;?Son deserti i foschi androni;?Già i maniaci s'addormentano?Nei squallenti cameroni;?Già dei poveri sospetti,?Presso l'ànsole dei letti,?I metodici guardiani?Assicuran piedi e mani....
Deh!... Con sogni placidissimi?La pietà li benedica!?Chè sui pazzi sta l'anàtema?D'una duplice fatica,?E domani essi dovranno,?Quando tutti sorgeranno?Dell'albore ai raggi incerti,?Risognare ad occhi aperti!...
Dalla Senavra, 26 settembre 1876.
[1] La Senavra è il nome dell'ospizio dei pazzi di Milano.]
IN ALTO
(A GIUSEPPE GALLOTTI)
Non domandarmi un cantico?Per le umane passioni!?L'inesorabil logica?M'impone altre canzoni;?Io non posso più esprimere?Nè il pianto, nè la gioja,?Chè mi vennero a noja?Le lagrime e i sorrisi dei viventi.?Mi rifiuto all'analisi?Delle cose cr?ate,?Per viver nel delirio?Di altezze sconfinate;?Ivi è un eterno fascino,?Ivi, un pugno di polve,?Che ignoto soffio avvolve,?Sembrano gli astri nello spazio ardenti.
Dinanzi alla voragine?Dell'eterna armonia?Le passioni degli uomini?Perdon la po?sia;?Così l'estremo rantolo?Del nocchier si confonde?Col ruggito dell'onde,?Su cui passa, tuonando, la bufera!...?Il Bene e il Mal s'intrecciano?Nell'assidua natura;?Il Bene e il Mal s'alternano?Con sapiente misura;?E, indivisi, si aggirano?Fra il turbo dei viventi,?Gelidi, indifferenti?A chi piange, a chi ride ed a chi spera.
La medaglia simbolica,?Dalla gianica faccia,?Ha nella prima il gaudio,?Nell'altra la minaccia;?Ma si palesa agli uomini?Sempre con fronte eguale,?Perchè nel Ben sta il Male,?Perchè nel Male sta del Bene il germe.
I contenti e le lagrime?Dei poveri mortali?Per var?ar di secoli?Saranno sempre eguali;?I desiderii fervono?In ogni cr?atura...?E il gaudio o la sventura?Vengono a soddisfar l'umano verme,
E poi che un giorno ridere?O pianger gli è concesso,?Torna dei desiderii?Il popolo indefesso;?La noja uccide il gaudio?Ed il dolor si accheta...?E la caduca creta?Ribeve al fonte dell'antica speme!?è una storia monotona?Degli uomini la storia!?Sempre lo stesso fremito?Di bassezze e di gloria!?Sempre gli stessi gemiti?Per gli stessi dolori!?Sempre gli stessi amori!?Sempre il labbro che ride e quel che geme!
Al suon delle battaglie?Succedono le paci;?Dopo l'orgie del sangue?Vengon quelle dei baci;?Come fantasmi, i popoli?Agitando le braccia,?Contorcendo la faccia,?Per un istante passan sulla terra....?Nè resta che una debole?Eco di tanti eventi,?Che nel frastuon va a perdersi?Delle novelle genti,...?Poi ricomincia il turbine?Dei desiderii arcani,?Che dai cervelli umani?Elettrico incessante si disserra!
Dal sorriso d'un popolo?Nasce d'un altro il pianto;?Per una gente è un empio?Chi per un'altra è un santo;?E le bufere scrosciano,?E il sol sfavilla, e i fiori?Si veston di colori,?E nello spazio rot?an le stelle!...
Tutti, mendìchi e principi,?Deboli e forti, tutti?Proviam gli stessi gaudii,?Abbiam gli stessi lutti!?Il Bene e il Mal ci scuotono?Coll'istessa potenza,?E l'umana sapienza?Alla gran legge invan si fa ribelle!...
No, il sorriso degli uomini,?No, degli uomini il pianto,?Nel cranio mio non destano?Giocondo o mesto un canto;?Perch'io so che le lagrime?Fan più dolci i sorrisi;?Perch'io so che indivisi?Il Bene e il Mal s'aggiran fra i viventi.?Sol nell'immensa sintesi?Delle cose cr?ate,?Nel supremo delirio?Di altezze sconfinate?Trovo dei carmi il fascino!?Ivi, un pugno di polve,?Che ignoto soffio avvolve,?Sembrano gli astri nello spazio ardenti.
Giugno 1875.
CIRCOLO
(A PAOLO GORINI)
Un dì d'autunno, al tramontar del sole,?In un ermo giardino entrò la Morte;?E impallidìr le rose e le v?ole?Presàghe di lor sorte.
Le foglie, scosse da leggiero vento?E per sottil pioviggin lagrimanti,?Siccome colte da orribil spavento?Si fecero tremanti.
E dal bigiastro ciel, parlando ai fiori,?Disse una voce: "Così vuole Iddio!?"Voi dovete morire!--Addio colori!?"Olenti effluvii, addio!"
E la Morte passava.--Un'armonia?Di indistinti sospiri e di lamenti?Sorgea dovunque, ovunque la seguia?Nei sentieri silenti.
Eran sospiri timidi, repressi,?Come il fruscìo d'un abito di dama?Che va di notte a colpevoli amplessi;?Era un pianto, una brama
Di restar fiori e foglie un giorno ancora.?Un povero giacinto domandava?Di lasciargli veder la nuova aurora...?Ma la Morte passava.
Il giranio avvizziva; le v?ole,?Baciandosi fra lor con aria mesta,?Diceansi addio, e sull'umide ajuole?Chinavano la testa.
Solo una rosa, una fulgida rosa?Dal vivace color, nata il mattino,?Surse a lottar, fidente e coraggiosa,?Coll'avverso destino.
E alla Morte gridò: "Perchè degg'io?"Morire adesso che son nata or ora??"La mia parte di vita io chieggo a Dio...?"Io vo' vivere ancora!"
"Perchè vivere ancor?"--chiese la Morte.?"Perchè ho terror del nulla..."--"Erri; m'ascolta:?"Morir non è svan?r, ma cambiar sorte,?"Nascere un'altra volta...
"La mia man non distrugge, ma trasforma;?"Apportatrice di vita indefessa,?"La Materia non muor; muta la forma,?"Ma la creta è la stessa."
--"Lasciami dunque la forma presente,?"Con te non mi lagnai della mia sorte.?"Io voglio restar rosa eternamente!..."?--Le rispose la Morte:
"E che dirà la terra, a cui tu devi?"Porger te stessa in provvido alimento??"Tu dalla morte altrui vita ricevi;?"A te l'altrui tormento
"Dà l'esistenza; il loto che si muta?"Nel tuo stelo e le foglie ti colora,?"Muore anch'ei; d'esser rosa ei si rifiuta?"Ma pur convien ch'ei mora!...
"A che tanto terror?... Prima d'un mese?"Che saran le tue foglie?... Od aria o loto.?"Per ridonarle a te, l'April cortese?"Le farà d'aria e loto.
"La stessa brama, che tu senti, avranno,?"Morir dovendo, l'aria e il loto allora...?"Ma poi, mutati, Iddio benediranno?"D'essere rose ancora...
"Benediran l'Ente Infinito e Ignoto?"E d'esser rose lo ringrazieranno,...?"Per poi lagnarsi il dì che in aria o loto?"Rimutarsi dovranno!
"è un'assidua vicenda!...--Il n?onato?"è
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