Poesie e novelle in versi | Page 6

Ferdinando Fontana
scienza e nei negozii?Trovo ancor la poesia!
Penso, è ver, che in tutti i secoli?Si pareggian beni e mali;?Che gli umani desiderii?Han confini sempre eguali....?Ma davver sono contento?Di non viver nel trecento.
Agosto, 1876.
IL SECOLO DI PERICLE
(AL MAESTRO GIOVANNI RINALDI)
Sotto la ferrea--clava spartana?Isterilivasi,--schiava gemente,?La nata libera--volontà umana.?Delfo, silente,
Sull'aureo tripode--parea dormire,?Poichè le belliche--tube eran mute,?Nè più all'Oracolo--chiedevan l'ire?Senno e virtude.
Nojata e gelida--la Pitonessa?Sonar nel tempio--non intendea?Che d'una vecchia--la voce fessa?Cui, sorda, Igea
Degli anni all'ónere--curva lasciava,?O qualche timida--prece d'amore?Che su virginee--labbra mandava?L'ansia del cuore.--
Tebe era mutola;--tacea Corinto;?Messene, esangue,--nelle sue mura?Chiudeva un popolo--per sempre vinto?Dalla sciagura.
Brandían gli Ellenii--zappe e bipenni!?Di illustri ceneri--piene eran l'urne,?E le Olimpiadi--venian solenni?E taciturne
A baciar l'ampie--fronti dei saggi...?Ma, in fondo ai big?--tempi, un fulgore?Brillava... ed erano--gli accesi raggi?Di Atene in fiore.
A TAIDE
Taide, il mondo è un'accolita?Di sciocchi e di bricconi;?A poche menti garbano?Le libere canzoni;?Gli sciocchi non camminano?Che coi piedi degli altri,?E l'armi degli scaltri?Son frasi e ipocrisia.
Il labbro, che ti predica?L'azzurro e la morale,?Beve, nell'ombra, al lurido?Nappo del baccanale;?Le donne oneste mostrano?Nudo ai teatri il seno?E chiameranno osceno?Questo povero canto!
In custodia ridicola?Ognun stringe la sposa....?E volge all'altrui talamo?La mente des?osa;?Mille impotenti giovani?Sparlan dell'altrui donne....?E delle proprie nonne?Si fanno i paladini!
è l'infanzia un miscuglio?Di lubrici misteri;?La pubertà ci innebria?D'ardenti desideri;?Ma i vecchi scaraventano?Sovra noi l'anatèma,?Se ne facciamo il tema?D'un'ode in settenari.
L'arte greca è lascivia?E l'insegna il pedante;?Porta e Goldoni estasiano?E venerato è Dante;?Ma se noi, baldi giovani,?Tessiamo un inno al Vero,?Sorge un popolo intero?A gridarci la croce!
Quadri, melodi e statue?E commedie e volumi?Tutti d'amor ci parlano?Negli umani costumi....?è una rancida nenia!?è un nojoso frastuono!?Sempre lo stesso t?no?Su una nota tenuta!...
Taide, tu pure, ingenua,?Alla nenia credesti!?Con chi primo ti piacque?Una notte giacesti....?E trovasti, togliendoti?Al convegno geniale,?L'infamia e l'ospedale?Dove morir di stenti.
Altre, di te più caute,?Si ribellano al mondo?E, od?andoli, agli uomini?Fanno il viso giocondo;?Ed, ingannate, ingannano;?E rubano, baciando;?E ridono, sputando?In fronte ai derubati!
Innanzi a lor si inchinano?Gli sciocchi riverenti,?E i poeti le ragliano?Con patetici accenti,?E le madri del popolo,?Che soffrono la fame,?Alle fanciulle grame?Le citano a modello!
Io nacqui troppo povero?Per comperarne i baci,?E non m'impiglio al vischio?Dei lor sguardi procaci;?Delle fanciulle ingenue?La ritrosia m'annoja,?Chè dell'amor la gioja?Non disgiungo dai sensi.
Le donne oneste adescano?Senza conceder mai;?Fra gli imbecilli, o Taide,?Finor non m'imbrancai!?Odio gli altari e gli idoli?A cui la turba grulla,?Senza ottener mai nulla,?Si inginocchia pregando!
Spose od amanti, il talamo?E la tomba d'amore!?La noja o l'amicizia?Lo sùrrogan nel cuore....?Il Piacer, che n'è figlio,?Come l'Ebr?o Errante,?Con ardore incessante?Cerca novelle forme!
Taide, tu sola, vittima?Degli umani disprezzi,?Ai tristi che ti insultano?Rendi lagrime e vezzi,?Chè le fanciulle povere?Dal sangue ardente e buone,?Perdendo un'illusione?Non si mutano in serpi!
Tu sola sei possibile?Per le menti severe,?Che le catene abborrono?Adorando il piacere!?Tu, che ai ricchi ed ai poveri?Mostri un egual sembiante?E accogli in un istante?Ogni filosofia!
Tu, che non rechi i triboli?D'un amore geloso;?Che non ti atteggi a vittima?D'un dolor fastidioso;?Tu, che ti serbi vergine,?Anche da lebbra infetta?Che bocca maledetta?T'infiltrò nelle carni!
Tu, con cui scorre libera?E aperta la parola;?Tu, d'ogni umana lagrima?Educata alla scuola;?Tu, che dai per un obolo?Ciò che l'altre, per anni,?Con amarezze e inganni,?Vendono a caro prezzo!
No!... L'amor non è l'unica?Gioja al mortal concessa!?Anche l'odio ha i suoi gaud?!?E la vendetta anch'essa!?E l'han le acute indagini?Note ai sapienti, e l'ore?Consacrate all'ardore?D'un ambizioso sogno!
Vieni, povera vittima,?Vieni!... Al tuo sen mi stringi!?Al par di mille ipocrite,?Taide, il delirio infingi!?A sozze man proficua?Tu stessa non comprendi?Che la merce che vendi?è una perla preziosa!
Vieni!... Svanita l'estasi?Col sol di domattina,?Ti lascerò, per correre?Dietro un'Arte Divina....?Nè subirò la nenia?Di promesse o lamenti,?Che dei versi flu?nti?Potrian rompermi il filo!...
Milano, ottobre 1875.
LA NOTTE DI SAN SILVESTRO
La falange dei secoli stanotte?Si accrescerà d'un milite novello;?E di tanti dolor, di tante lotte,?Di tante gioje, raccolte in un anno,?Forse un'eco infedele per memoria?I dì venturi avranno!?Per legger dentro ai secoli remoti?Noi meditiam la forma d'un avello;?E i nostri figli, cui sarem mal noti,?Mediteran nei nostri cimiteri,?Dei nostri eventi tessendo la storia?E dei nostri pensieri.
E strana legge!... I tumuli silenti?Serban per lunghe etadi la parola,?Mentre le mille voci delle genti?Duran lo spazio che dura un istante,?E vanno dei superstiti a morire?Nel frastuono incessante!?Ah!... Chi potrà afferrar l'attimo arcano?Che al tempo stesso sussiste e si invola?!?Chi mai potrà indicar con ferma mano?Il limite sottil che fu segnato?A divider fra loro l'avvenire,?Il presente_ e il _passato?!
E noi viviamo; ed ogni dì che fugge?Segna una ruga sulla nostra fronte;?E un'agonia lentissima ne strugge;?E, tremebondi, a noi stessi chiediamo?Se esisterem, trascorso un anno, ancora;?E mormoriam: "Speriamo!"?E interroghiamo gli eventi passati,?E gli amori, e i dolori, e l'ire, e l'onte;?E dai mille fantasimi evocati?Attendiam le speranze ed i conforti,?Baciando i figli che vedon l'aurora?E ripensando ai morti.
Oh!... Tomba sconfinata!... Oh! Eterno Nulla!?Tremendo Iddio che le esistenze ingoi!?Oh! Infinito cammin!... Campagna brulla?Dai nebb?osi orizzonti!... Oc?àno?Sovra i cui flutti non scerne la sponda?L'ansioso sguardo umano!...?Dimmi, rispondi, che son divenuti?I giorni senza numero, e gli eroi,?E i popoli, che in sen ti son caduti??Che mai facesti tu di tanta polve?Che,
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