Poesie e novelle in versi | Page 5

Ferdinando Fontana
una spugna inaridita?"Mi sta il cervel nel cranio??"Perchè la luce mi niega i colori??"Perchè il profumo mi niegano i fiori,?"E la Musa un esametro?
"Non sono io quello che i ridenti canti?"Questa notte vergò?--Perchè gli incanti?"S?avi, perchè l'estasi?"E l'armonia dei non studiati carmi,?"Come donne, veniano a visitarmi,?"Innamorate e ingenue?
"Ed or ch'io chieggo un verso, una melòde;?"Or che una sete mi esagita e rode?"Di profumi e di cantici,?"Non una lieta immagin mi consola,?"E invano alla mia Musa una parola?"Io chieggo in elemosina!
"Forse Minerva, l'?ustera diva,?"Si vendica di me;--greggia votiva?"Non reco;--nel suo tempio?"Prima di questo giorno io non entrai;?"Gli amori, il vin, le rose io sempre amai!;?"Minerva ama il trapezio!
"_Anacr?onte dai versi s?avi?"Non t'è propizia la Diva dei savi!_"?"Dirà ridendo il popolo....?"Stolto!... Il più savio è chi gode la vita!?"Il più savio son io!... Pòpol m'addita?"Qual'è dunque il mio tempio!
"No!... Minerva è propizia al mio poeta!?"Io sono un savio dalla fronte lieta!...?"Rido, ma penso!--Ahi!... dubito?"Che la mia Musa, de' miei baci stanca,?"Or m'abbandoni!... Già il mio crin s'imbianca?"E gli occhi miei si offuscano!...
"Nave sdruscita, si rintana in porto?"A morir nella noja e lo sconforto!?"Oh!... splendide memorie!...?"Solcasti l'onde un dì, di fiori ornata,?"E sulla tua bandiera inalberata?"Stava scritto:--Odi Erotiche.
"Venian da lunge a udir la melodia?"Che dalle tue seriche sarchie uscia?"Sotto la man de' Zeffiri,?"E del mar della vita i nocchier stanchi?"Si fean dappresso ai tuoi dorati fianchi?"Per guarir dalla noja.
"Giungevan mesti e cogli occhi infossati?"E partivano lieti e consolati?"In cor benedicendoti;?"E, giunti in patria, alle persone care?"Recavan, talismano salutare,?"Un'ode a Bacco o a Venere.
"Or sei sdruscita; le sarchie di seta?"Son rotte; il fianco tuo puzza di creta?"Guasto dal tarlo e fracido!...?"Povera nave, ti rintana in porto?"Ahimè!... Pria di perire di sconforto?"Languirai di memorie!
"O Musa mia, dammi un ultimo canto,?"L'estremo bacio sia, l'estremo incanto?"Dell'amor tuo!... D'un'estasi?"Fammi ancora b?ato!... E poi... ch'io muoja!?"Più della morte ho in orrore la noja....?"E il dolore di perderti!
"Ahi!... Vane preci!... Nel pensier la vita?"Mi langue!... Come spugna inaridita?"Mi sta il cervel nel cranio!?"Ahimè!... La luce mi nega i colori!?"Ahimè!... Un profumo mi niegano i fiori?"E la Musa un esametro!"
Sovra il suo ciglio--brillò una lagrima;?Scosso era il labbro--da un lieve tremito;?E la spaziosa fronte?Chinava Anacr?onte.
Allor dei vate--battè sull'omero?Il sacerdote,--la cerea tavola?Colla destra additando,?E disse sogghignando:
"Pazzi e p?eti--sono sinonimi!?"Tu della Musa--ti lagni, il ciglio?"Ancor molle hai di pianto....?"Ed hai cr?ato un canto!
Luglio 1875.
EVO MEDIO
(A GIUSEPPE GIACOSA)
Oh!... Il bel tempo dei miracoli,?Dei giulivi menestrelli,?Delle fate, degli spiriti?E dei magici castelli!?Oh! il bel tempo dei pigmei,?Delle imprese e dei tornei!
Oh!... Il bel tempo delle maglie,?Dei vestiti di velluto,?Quando Iddio, la dama e il trono?Si rubavano il tributo,?E cantavasi il perdono?Sul motivo dei fendenti,?Ed insieme pullulavano?I castelli ed i conventi!
Oh!... Il bel tempo dell'assiduo?Alternar di paci e guerre,?Quando i vescovi aggiravansi?Cavalcando per le terre,?Mentre ai piè delle Eminenze?Chiedean tutti le indulgenze!
Beppe, il mondo di quell'epoca?Pare un mondo immaginario!?Il ladron della mattina?Bacia a sera un reliquiario;?Sulla massa che cammina,?Come pecore attruppate,?S'erge sempre, quasi a bussola,?Il cocuzzolo d'un frate.

Eran più che innumerevoli?I colori delle tonache;?Una mistica lussuria?Dava l'estasi alle monache;?E cantavansi a distesa?Inni e salmi nella chiesa.
Sovra un asse Frate Angelico?Dipingea le sue Madonne;?Sempre azzuro il manto aveano,?Sempre rosse avean le gonne;?N'era il capo incoronato?Da un bel circolo dorato.
Gli alchimisti si sfiatavano?Sulle brage dei fornelli;?I teologi soffiavano?Nei fanatici cervelli;?Il delirio universale?Era l'or filosofale.
Si chiedeva allo Zod?aco?L'avvenir delle persone;?I romiti fabbricavano?Le medaglie e le corone;?E diceano i benefíci?Dei flagelli e dei cilici.
Come noi si va in America,?Lor si andava in Palestina;?Qual tesor ne riportavano?Una scheggia peregrina?Della croce di Gesù....?Nè chiedevano di più!

Oh!... I corteggi all'Evo Medio?Nei trionfi e nelle feste!?Oh! i cavalli, i fanti, i carri,?L'oro e i drappi sulle teste!?Eran splendidi e bizzarri?I corteggi d'un possente,?Smagl?anti come il crotalo?Sotto il sol d'Affrica ardente.
Nani, alfieri, paggi e chierici,?Gente bella e foggie strane?E buffoni e trovatori?E vezzose castellane?Ed in mezzo ai gran signori,?Del suo prence a mano manca,?La ventraglia d'un cenobita?Su una mula tutta bianca!
Imbandíansi sulle tavole?Le vivande in piatti d'oro;?Il vestito delle dame?Era un piccolo tesoro:?Della plebe il brulicame?Facea ressa nelle vie,?Quando andavano a godersela?Monsignori e Signorie.
Poi le danze! Al suon di pifferi?Di sirvente e di mandòle?Tarantelle e cavalloggie?Alternavansi a spagnole;?E, vedute dalle loggie,?Quelle genti a più colori?Un gran mazzo ti parevano?In cui vita aveano i fiori.

L'Evo Medio si compendia?Nella chiesa e nel castello;?Dominavan le nazioni?Un guerriero o un fraticello;?Fra le mille devozioni,?(Sacerdote il trovatore)?Una sola era pregevole,?Beppe: quella dell'amore!
Nelle chiese c'era l'organo,?Avean trombe i cavalieri,?Ma la musica del popolo?Era quella dei trovieri?E le libere parole?Uscian fuor delle mandòle.
Oh!... I bei tempi!... Il nostro secolo?è una nenia e non un canto!?Noi siam lucciole sbiadite,?Essi il fuoco, essi l'incanto!?Oggi i bozzoli e la vite?Ci preoccupan l'idea?Più dei lauri e della gloria?D'una bellica epopea!
Oh!... I bei tempi!... Eppur s'io medito?Sulle stragi dei possenti;?S'io ricordo il Sant'Uffizio?Ed i roghi dei sapienti;?S'io rifletto alle baldanze?Di tiranniche ignoranze;
Benedico le vittorie?In onor dei Veri eterni,?E il prosaico vestimento?Dei filosofi moderni;?Benedico dei presenti?La volgar monotonia;?Nella
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