Piccoli eroi | Page 5

Cordelia
chiamò a sè la figlia, e le disse dandole un bacio:
--Sai, figliuola mia, la ragione per cui la signorina Maria si è incomodata a venir fin quassù? è stato per invitarti ad andare in campagna con loro.
--Io in campagna! lo dici per celia,--rispose la fanciulla facendosi rossa.
--Proprio sul serio,--disse Maria,--so che sei amica dell'Elisa, e ho pensato che avrà piacere di averti insieme almeno per quindici giorni.
--è vero?--chiese Angiolina rivolta ad Elisa che se ne stava in un angolo tutta confusa.--Non lo merito, sai; vedi, quando mi raccontavi della tua bella villa credevo che tu lo facessi per farmi dispetto, perchè ero povera e non potevo andare anch'io in campagna, e ho pensato male di te, sono stata ingiusta, perdonami.
--Anch'io mi sono ingannata,--disse Elisa,--non è una villa la nostra, ma una casa, lo ha detto Maria, poi vedrai, ma non aspettarti grandi cose,--e diede un sospirone, contenta d'aver rimediato alle esagerazioni dei giorni passati.
--Sarà sempre troppo per me; mi basta un po' di aria libera e vedere degli alberi verdi. Che gioia, che felicità!--e si mise a saltare e a battere le mani.
Ad un tratto si fece seria e disse:
--Ma e tu mamma resterai sola! non ho cuore di lasciarti.
--Ora sto bene, e sono contenta che tu vada a divertirti; non pensare a me, la sera ho il babbo e di giorno ho la mia macchina che mi tiene compagnia; piuttosto ringrazia queste signore che hanno voluto farti questa sorpresa.
Angiolina si avvicinò a Maria e,--Grazie! le disse volendo baciarle le mani, ma essa la baciò in volto, poi volle che la signora Merli riprendesse il lavoro interrotto, anzi la pregò che le mostrasse come poteva lavorare così speditamente e tanto bene.
--Ci vuole un po' d'abitudine e d'attenzione,--disse, e le mostrò come si dovea infilar l'ago in modo che il filo avesse una tensione uguale, e dove si dovea mettere il lavoro e come bisognasse sempre condurlo colle mani, affinchè l'impuntura venisse diritta.
--Appena avrò fatta qualche economia, voglio prendermi anch'io una macchinetta da cucire,--disse Maria,--è un gran risparmio di tempo.
--Può comperare una macchinetta a mano; costa meno, e per una famiglia basta,--disse la Merli;--ma se mi vuol far proprio un piacere quando ha qualche lavoro lungo venga da me, io metto la macchina a sua disposizione. Me lo promette, non è vero? magari le fossi utile a qualche cosa! Sarei felice di mostrarle la mia riconoscenza; è proprio un'opera buona quella che fa per la mia figliuola.
--Sono ben contenta,--disse Maria congedandosi.--Dunque siamo intese; dopodomani alla stazione,--e uscì tutta lieta d'aver avuta quella buona idea.
Elisa si sentiva felice d'aver cancellata l'impressione del suo racconto esagerato, e diceva:
--Per gente che vive in due camerette, la nostra casa farà l'effetto di una villa; io però sarei stata più contenta d'avere l'Evelina.
--E non ti fece piacere la gioia di quella povera gente!--disse Maria.--Sei proprio senza cuore. Dà retta a me; se avessi invitato Evelina, o avrebbe rifiutato, essa che ha tante ville, migliori della nostra catapecchia, o avrebbe accettato con mal garbo e credendo di farci un onore, si sarebbe trovata male, e per giunta ci avrebbe sprezzati e criticati, mentre invece possiamo esser contenti d'aver fatto una buona azione e d'aver reso un servizio a persone che lo meritano e ci serberanno un po' di gratitudine.

IN CAMPAGNA.
Il treno rallentava, ed i ragazzi volevano slanciarsi fuori, impazienti di correre per l'aperta campagna.
--Adagio,--disse Maria,--volete rompervi una gamba prima di arrivare; finchè non siamo ben fermi, vi proibisco di muovervi.
--Io sono lesto,--esclamò Mario.
--Non ho paura,--disse Carlo.
--Tutto va bene; ma scendere quando una carrozza è in moto è una grave imprudenza; tanti altri più agili di voi e più coraggiosi si sono rovinati per tutta la vita; si tratta d'un minuto e non c'è proprio bisogno d'essere impazienti.
Intanto il treno s'era fermato e giù discesero lesti come tanti scoiattoli, impazienti di correre.
Maria volle invece radunare prima tutto il bagaglio e consegnarlo ad un facchino, raccomandandogli di portarlo a casa sua subito, poi s'avviò assieme ai ragazzi, tutti contenti di trovarsi all'aria aperta, in mezzo ai prati verdi, lontani dalla scuola e dalla città.
Maria aveva un bel da fare a dirigere quella schiera irrequieta. Alla donna di servizio disse di fermarsi al villaggio per far le provviste più necessarie: legna, carbone, candele, pane, vino, carne, uova e burro; le raccomandò di far presto; intanto sarebbe andata avanti coi ragazzi ad aprire la casa.
Vittorio le domandava notizie di tutti i villini che vedevano, Carlo saltava sui muricciuoli e nei fossi lungo la via, Elisa osservava le ville più belle, e Angiolina e Giannina ammiravano tutto, ed erano allegre e contente di trovarsi in campagna.
La loro casa, poco lontana dalla stazione, era una casetta con un balcone grande, coperto da un pergolato di vite, che circondava tutto il muro del cortile; era molto semplice, quadrata, bianca, colle persiane verdi, e d'aspetto
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