Piccoli eroi | Page 4

Cordelia
di aver notizie dei loro figli, e alcuni ragazzi che uscivano a due a due, a gruppi, chiacchierando assieme e gesticolando, alcuni saltando dalla gioia, altri, incerti, fermati ad attendere che uscissero i professori, nella speranza di saper qualche cosa sull'esito dei loro esami.
Quelli che vedevano da lungi i genitori si univano a loro e quasi tutti erano contenti d'aver terminato le scuole per quell'anno, e della prospettiva di due o tre mesi di vacanza.
Finalmente uscì Vittorio e s'avvicinò alle sorelle colla faccia contenta, sicuro dell'esame che avea fatto.
--è andato bene?--disse Maria.
--Il professore m'ha domandato una cosa facile e m'ha detto: bravo! Come sono contento!--S'alzò in punta dei piedi e diede un bacio a Maria.
Mario uscì correndo e saltando, si mise a giocare alla palla coi libri, e fermatosi davanti alla turba dei suoi fratelli disse:
--Non mi chiedete nulla?
--Dalla tua allegria si direbbe che è andato bene.
--Credo di sì, io non sapevo molto di quello che m'hanno domandato, sono andato avanti diritto senza interrompermi, e pare siano rimasti contenti.
Intanto Maria vide uscire il professore di Mario che conosceva bene, per avergli raccomandato spesso il fratello, gli si avvicinò e gli chiese notizie dell'esame.
--Può dire d'esserne uscito per miracolo, e se non lo salvavo io....
--Ne fece qualcuna delle sue?--chiese Maria.
--Guardi!--rispose il professore, e levò di tasca un pezzo di carta che mostrò a Maria, dicendo:--Questo è il professore che assisteva all'esame, se l'avesse veduto, pensi che classificazione gli avrebbe data!
Era una buffa caricatura che faceva ridere anche non avendone voglia.
Mario rideva e diceva:
--Era troppo bello con quel naso a punta e con quella barbetta; non ho saputo resistere alla tentazione di disegnarlo.
--Pensi,--soggiunse il professore,--che egli m'ha chiesto che cosa facesse colla matita il signorino. Io m'avvicinai, vidi di che si trattava e prendendogli la carta risposi: è uno sgorbio, e dissi a Mario che quella non era l'ora di disegnare; l'ho salvato per miracolo.
--Grazie,--disse Maria al professore, poi rivoltasi a Mario lo rimproverò.
Non poteva perderlo quel brutto vizio di mettere tutti in caricatura?
E Mario rideva e diceva:
--Era troppo bello; era troppo bello.
E il professore salutando Maria, le susurrò a bassa voce:
--Che cosa vuole! è un capo ameno che mi diverte, non sono capace d'essere severo con quel ragazzo, però ha troppa smania di burlarsi di tutti, o finirà coll'aver qualche dispiacere.
Ma Mario non sentiva nulla e tutto felice di aver terminato per quell'anno la scuola, diceva ai suoi libri: Miei cari amici, ora vi vado a mettere al sicuro, e finchè durano le vacanze non turberò il vostro riposo. E andava avanti correndo, urtando la gente come se fosse il padrone della città.

LA CUCITRICE DI BIANCHERIA.
Anna Merli abita, per spender poco, un piccolo quartiere al terzo piano d'una gran casa un po' fuori del centro. Ha una bella cucina chiara e spaziosa, una camera grande dove dorme col marito, e nello stesso tempo sta tutto il giorno a lavorare. Vicino c'è un camerino, o a dir meglio un bugigattolo, dove dorme Angiolina. Il marito è operaio meccanico, essa cucitrice di biancheria, e fra tutt'e due guadagnano appena tanto da poter vivere colla figliuola.
Un giorno Angiolina, mentre la mamma faceva andare il pedale della macchina da cucire, stava mettendo in assetto la cucina e lavando le stoviglie che avevano servito pel pranzo, quando sentì bussare all'uscio e fu tutta sorpresa di trovarsi in faccia alla Maria e all'Elisa Morandi.
--Mamma,--disse,--c'è qui l'Elisa Morandi colla signorina Maria.
La Merli sospese il lavoro e andando incontro a Maria e ad Elisa esclamò un po' confusa:
--Che bella sorpresa!
Fece sedere Maria davanti alla macchina, mentre Angiolina conduceva Elisa dal lato opposto della camera.
Maria disse subito lo scopo della sua visita: desiderava che la signora Merli le facesse il favore di lasciar andare l'Angiolina in campagna con loro.
--Quanto sono buoni,--esclamò la cucitrice,--di pensare alla mia figliuola! Poverina, è così palliduccia e ne avrebbe tanto bisogno di un po' di campagna; ma non sarà troppo incomodo per loro? e poi noi siamo povera gente, e temo che mia figlia faccia cattiva figura coi suoi vestiti modesti.
--Non si dia pensiero di questo,--disse Maria,--abbiamo non poco da fare a tirare innanzi anche noi colla massima economia e non nuotiamo nel lusso, ma già che nostro zio ci ha lasciato una casetta in campagna, e c'è un letto di più, ho pensato d'invitar l'Angiolina che è una brava ragazza, ed è stata delle prime della scuola; così sarà una compagnia e un buon esempio per le mie sorelle.
--Oh per questo, della mia Angiolina non posso lagnarmi; se avesse veduto come mi ha assistito poco tempo fa quando fui ammalata, e non per questo trascurava la scuola, e poi....--qui si avvicinò per dire qualche cosa all'orecchio di Maria e non farsi sentire da Angiolina che si era avvicinata a loro.
--Povera Angiolina,--esclamò Maria,--sono proprio contenta di poterle procurare un po' di distrazione.
Intanto la signora Merli
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