Mia | Page 6

Memini
accennato dal fanciullo. Allorchè vi giunse, i ladri, che non si
erano ancor avveduti di nulla, erano già intenti a smovere l'inferriata
d'una delle finestre a terreno, in faccia ad un corritoio che metteva capo
al tinello, dove alla sera si rinserrava l'argenteria.
Drollino capitanò la schiera dei famigli sino al riparo d'una vicina
macchia d'oleandri; poi si spinse solo, strisciando come un rettile,
finchè giunse quasi accanto ai ladri. Allora si voltò, accennando ai suoi
di farsi avanti. Ma in quel momento volle fatalità che la luna,
liberandosi inaspettatamente dalle nubi, piovesse sul mistero muto di
quella scena una viva striscia di luce mercè la quale il viso da zingaro
di Drollino e la sua mano alzata a far cenno, riusciron visibili ai ladri.
Questi, lasciata sul momento l'inferriata, si diedero a fuggire
precipitosamente. Allora, nel silenzio della notte, si sentì, acuta,
stridula, rapida come lo scoppio d'un razzo, la voce di Drollino che
mandava il grido d'allarme «Ai ladri!» E gridando, s'era lanciato su
quello dei malfattori che gli stava più vicino e gli si era appeso ad un
braccio facendosi, nella fuga precipitosa di colui, trascinare come un
peso morto. Il cane di guardia abbaiava a squarciagola, i contadini
inseguivano correndo; s'era alzato un baccano incredibile.
A un tratto si vide un lampo, s'udì uno sparo, cui tenne dietro un grido

acutissimo. I fuggitivi erano incalzati da vicino, ma due di questi
riescirono a porsi in salvo; il terzo, quello a cui s'era avvinghiato
Drollino, e che per isbarazzarsene gli aveva sparato addosso un colpo
di pistola, fu preso. Ma il fanciullo giaceva inerte sul terreno.
Non morto però, nè moribondo. La palla s'era acquartierata in un
polpaccio rispettando le ossa. Gli venne estratta la notte stessa ed egli
rimase l'eroe incontrastato dell'avventura.
Il Principe venne a trovarlo nello stanzino del portinaio; s'accostò al
letto, disse un sonoro «bravo», e cacciò la mano sotto il lenzuolo per
sentire il parere del polso. C'era un po' di febbre, naturalmente, ma
nulla di grave.
L'eroe era debole assai, ma grato, superbo di aver meritato tanti onori e
sopratutto una visita del Principe. Al padre che gli chiedeva più tardi se
nel momento terribile non avesse avuto paura, rispose
coscienziosamente di no.--Cioè--corresse un momento dopo--ho avuto
paura di due cose: che mettessero fuoco alle scuderie e che destassero
la signorina Milla!
Rimase a letto per una ventina di giorni. Il Principe non s'era
accontentato dell'elogio fattogli in quella notte memorabile. Mandava
ogni giorno a prender sue notizie e volle che fosse per tutto il tempo
della malattia nutrito a spese della casa. Poi un bel mattino, quando
seppe che era proprio guarito, lo mandò a chiamare.
Drollino venne subito accompagnato da suo padre. Era ancora assai
debole; il sangue perso e quei venti giorni di letto l'avevano infiacchito
assai; era magrissimo e aveva le labbra smorte. Il cuore gli batteva forte
e le gambe gli tremavano un poco mentre attraversava la lunga infilata
delle sale a terreno. Il Principe stava ad aspettarli nel salotto chinese e
vicino a lui c'era Milla vestita di bianco come al solito, coi begli
occhioni azzurri spalancati, per contemplar meglio l'eroe di quella
misteriosa nottata.
A dir vero, siccome essa dormiva placidamente quand'era accaduto
tutto quel tramestìo, non sapeva bene cosa fosse stato; ma dai discorsi

di Miss Spring, entusiasta del fiery boy, s'era capacitata che Drollino
aveva fatto qualche cosa di straordinario. E perciò lo guardava
ammirata, un po' impaurita forse da quella magrezza e da quel pallore
eccessivo.
Il ragazzo non era punto vanaglorioso in quel momento; tremava e
avrebbe voluto essere altrove; il Principe gli faceva animo parlando in
tono scherzoso del fatto; chiedendo particolari. Ogni, tanto il padre
metteva bocca anche lui e Milla guardava, guardava.
--Milla--disse a un tratto il Principe, con una serietà affettata,--e tu non
dici nulla a questo tuo compagno che è stato così coraggioso? Orsù,
fagli i tuoi mirallegro.
Pare che i mirallegro non fossero il forte della bambina; stava lì attenta,
immobile, senza parlare. Poi, a un tratto, stese timidamente una manina,
che Drollino non accennava per nulla di prendere.
--Ho capito--disse il Principe, ridendo.--Tu, Drollino, vieni qua e tu,
Milla, falla finita e dagli un bacio.
Drollino, il coraggioso! non era più pallido; era rosso rosso, e non si
moveva. Fu dessa a moversi, ad andargli incontro sorridendo, cercando,
colle labbruzze strette, riunite all'insù, le labbra pallide del fanciullo,
che, vergognandosi, si schermiva. Le trine del candido abitino di
mussola si gualcivano al contatto della rude fustagnina di Drollino.
Miss Spring, presente a quella scena, stava perplessa fra uno shocking e
un darling; ma il Principe rideva di gran cuore. E il bacio, un po' per
amore, un po' per forza, fu ricambiato.
--Oh!--disse il Principe--così va bene. Ma ora è giusto che abbi, oltre a
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