Mia | Page 5

Memini
di rimprovero.
E Drollino a furia di sentire quella vocina dire che i moccoli non stanno

bene cominciò ad arrossire ogni volta che, per caso, gliene sfuggiva
detto uno. Non già che non fosse stato mosso qualche appunto al suo
linguaggio, anche prima; ma chi gli faceva queste osservazioni gliele
faceva a suon di ceffoni e di tirate d'orecchio ed egli trovava più
comprensibile il linguaggio di Milla.
Erano bimbi affatto e giocavano di gran cuore. Egli le usava certe
attenzioni, delle quali nessuno l'avrebbe creduto capace. Le compose
un'altalena, e le rimproverò la sua dappocaggine e la sua paura dei
cavalli. Le portava degli uccellini semivivi, dei gatti d'una magrezza
incredibile; una volta le portò persino una marmotta, ancor mezzo
addormentata. Essa serbava spesso per lui qualche dolce del desinare.
Allora Drollino, che era fiero e non voleva mangiare i dolci a ufo, le
recava delle pesche stupende rubate per lei con somma maestria e non
lieve pericolo, dal frutteto stesso della villa. La bambina, complice
innocente, mangiava con piacere le frutta proibite! Invertita, ma pur
sempre la scena eterna di Adamo ed Eva!
Il Principe aveva visto più volte sul viale i due piccoli compagni di
gioco, ma la cosa non gli fece la minima impressione. Trovò anzi che
era naturalissimo. E lo era infatti, col sistema e le abitudini quel tempo
in cui egli pure era stato bambino!
Drollino giocava molto e parlava poco. Ma ora che era proprio in
confidenza colla Milla gli veniva fatto ogni tanto di accennare alla sua
grande, indomabile passione, i cavalli. Oh come rimpiangeva l'epoca
anteriore alla disgrazia di suo padre!--Oh se sapessi, Milla....
cos'è!...--S'animava narrando le gioie della vita libera, le voluttà delle
corse sfrenate in groppa ai puledri vellosi! Oh! se l'avesse lui.... un
cavallo! Ma lo avrebbe voluto piccolo, appena nato, per poterlo domare,
educare.... Suo! suo! suo!... gli occhi gli scintillavano d'entusiasmo.
Un giorno capitò sul viale come un uragano.
--Oh Milla! se sapessi! è nata or ora.... lì in scuderia.... da Rowena.
--Chi?...--chiese innocentemente la bambina.

--Una puledrina!... Se la vedessi! dicono che sarà una meraviglia. È
grande così, guarda, come Lupo, il mastino di guardia! Se fosse mia, ah
Cris....
Si fermò perchè Milla faceva un visino scandalizzato.... Alzò le spalle,
con un atto sprezzante poi, di volo, ritornò verso la scuderia.
Ci stette tardi, sin che potè.... sinchè il mozzo di guardia non lo mandò
via minacciandolo d'una pedata. Implorò di poter passare la notte, lì
sulla paglia, accanto alla neonata. Ma invano. In scuderia, passate le
dieci, non potevano rimanere se non le persone addette al servizio
notturno.
Uscì agitatissimo, con un desiderio febbrile di tornare là dentro. Non
poteva spiccarsi dai pressi della scuderia. Ronzava continuamente
attorno all'uscio serrato, correva di qua e di là, assorto nel pensiero che
tutto lo dominava; aspettando impazientemente l'alba che gli avrebbe
agevolata l'occasione di tornare in quel paradiso perduto e di cacciarsi
in un cantuccio. Oh! non importa dove, pur che fosse là, vicino al box,
dove Rowena collo sguardo stanco memore del male sofferto e fatta
ancor più intelligente dalla recente maternità, fissava la piccola
bestiolina pelosa che ancora non sapeva reggersi in piedi.
Così venne la mezzanotte.
Era un tempaccio tempestoso: una luna color di sangue acceso
battagliava con una irosa schiera di nuvoloni plumbei, che la volevano
affogare. Lontano lontano, in un denso nereggiamento dell'orizzonte, si
susseguivano, con un brontolìo cupo e prolungato, tre o quattro voci di
tuoni, intesi a soperchiarsi l'un l'altro. A un tratto, in mezzo a una folata
di vento che passava, soffocata rasente al suolo, Drollino sentì poco
lungi un certo fischio sommesso, che col vento non aveva nulla a che
fare.
--Cosa sarà?--disse il ragazzo insospettito ma senza paura. Era già
nell'ombra; vi rimase, anzi s'ingolfò meglio nel buio, passando dietro
una gran macchia di ortensie e coll'acutissimo sguardo prese a indagare,
per quanto gli riesciva, il vasto sfondo del viale. Non andò guari che un

secondo fischio, ma stavolta appena percettibile all'udito, gli giunse da
quella direzione. Poi vide confusamente un gruppo di due o tre persone
camminare lente, con somma cautela, verso il fianco settentrionale
della villa.... dove per l'appunto si trovavano le dispense e i tinelli della
servitù. Drollino indovinò che quella silenziosa comitiva erano ladri.
Non si sgomentò, non smarrì nessuna delle sue facoltà. Senti un'acre
gioia di averli veduti, di potere sventar i loro progetti.--Ah!
birbanti!--pensò con trasporto....--or ora vi servo io!...
Svoltò l'angolo della villa, si mise pel fossatello, e, scivolando come
una serpe per l'erba agitata dal vento, fu in un lampo alla corte rustica.
Svegliò il fattore, un vecchio animoso, che alla sua volta destò e fece
armare frettolosamente cinque o sei dei più arditi famigli. Guidata da
Drollino, la piccola comitiva avviata a sorprendere i malviventi si recò
nel luogo
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 59
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.