Lindomani | Page 4

Neera
così e niente altro che
così! Marta si sentiva ancora delle bende sugli occhi, dei lacci alle mani;
andava ancora tentoni, non possedeva ancora l'amore, non aveva ancora
afferrato il vero.
Un movimento di Alberto la scosse, e con naturale senso di pudore non
volle essere scoperta a rimirarlo. Mosse verso la finestra da cui
penetrava il gaio sole di marzo; alzò le tendine che coprivano i vetri e

dette uno sguardo alla via; l'ignota via di quella città. Era un vicolo che
metteva direttamente al porto, affollato in quell'ora da carretti, da
facchini e da pescivendoli, i quali tutti vociferavano in un dialetto che
Marta non capiva. Dette uno sguardo alle finestre dirimpetto, basse,
prive di persiane, tutte munite di funi, sulle quali svolazzavano,
asciugando, le biancherie.
Questo aspetto di città, così differente dalla sua città nativa, la interessò
senza piacerle; sollevò gli occhi, e, attraverso una fuga grigia e
malinconica di tetti d'ardesia, lontano, nello splendore del mattino,
scorse la linea azzurra del mare, grandioso e fantastico nella sua calma,
con qualche cosa di sognato, di immateriale, di al di là....
* * *
La carrozzella, dopo di avere accolti i due viaggiatori, il baule, le
ombrelle e la piccola borsa di cuoio che Marta collocò con precauzione
accanto a sè, mosse per il viale verde.
Finalmente!--pensava Marta--tocco il porto entro nel mio nido.
Era pur stanca di città, di alberghi, di monumenti, di musei, di
pinacoteche. Le Veneri che aveva viste, trionfanti nella loro nudità
superba; le Lede voluttuose, le Diane innamorate, uno sciame di ninfe,
un Olimpo di dee, tutte parlanti al senso della donna, proclamando per
la via dell'arte l'impero della bellezza, le avevano lasciato uno sconforto
e insieme un desiderio, una grande disillusione ed una curiosità più
grande ancora.
--Dimmi--disse, stringendosi ad Alberto, poichè in quella carrozza che
le apparteneva, le sembrava già d'essere a casa loro--la prima volta che
mi hai vista, quella sera, in teatro, ti piacqui subito?
--Subito--rispose Alberto, levando un virginia dal suo elegante
portasigari.
--Ti piacque il mio volto?

--Sì.
--E la mia figura?
--Sì.
--E la voce?
--Tutto. Io dissi fra me: Ecco una brava mogliettina.
Marta rimase sopra pensiero.--Egli le chiese se stesse comoda, se
volesse uno scialle sui ginocchi, ed avendo ella accennato
negativamente col capo, accese il virginia sorridendo, preso dal
benessere di quella trottata.
--E dopo, tornando a casa, ci hai pensato?--mormorò Marta, col viso
sulla spalla di lui.
--A che cosa?
--Nulla, nulla, una sciocchezza.
Il paesaggio si allargava ad ogni svolto della strada, ampio, sereno,
intersecato da viottoli bianchi che si perdevano indefinitamente da
lungi, sotto l'ombrello delle robinie. Il terreno leggermente ondulato
univa la pianura ai monti, i quali si ripiegavano su di essa, al confine, a
guisa di una legatura che stringe la perla. In giro, fin dove l'occhio
scorreva, una pace di campi ubertosi, di radi e lindi casolari, di mulini
giranti sopra ruscelli dalle acque cristalline. Un asinello sul bianco dei
sentieri, una mucca nel verde dei prati e al di sopra il cielo soleggiato.
Quante cose voleva chiedere Marta, guardando l'interno della carrozza
rimessa a nuovo in onor suo, con una bella stoffa di color turchino, i
sedili imbottiti di fresco, il tappeto a rose! I suoi occhi, girando sul
cocchiere campagnuolo che, a casa, doveva disimpegnare altre funzioni,
si arrestarono sul cavallo.
--Come si chiama? È bello nevvero? Io non ho mai posseduto cavalli e
non me ne intendo affatto.

--Anzitutto è una cavalla--rispose Alberto allegramente--si chiama
Bigetta, non vanta grandi bellezze, ma mi appartiene da quattro anni e
mi serve bene. Non è vero, Gerolamo?
Gerolamo, dal suo posto, schioccò la frusta, assentendo.
Marta pensò che lei, la moglie, era la straniera fra il padrone, il
servitore e la cavalla. Suo marito e Gerolamo potevano intendersi con
una occhiata sopra una quantità di avvenimenti a lei sconosciuti; e la
cavalla stessa, quante carezze non aveva avute da Alberto prima, assai
prima che ella lo conoscesse! Tutto un passato li divideva dunque,
mentre ella avrebbe voluto fondersi con lui, immedesimarsi, formare
una cosa sola. Che altro se non ciò doveva essere l'amore?
--C'è molto prima di arrivare?--chiese mortificata quasi di non saperlo.
--Tre chilometri circa li abbiamo fatti, ne restano cinque. Fra mezz'ora
saremo a casa. L'Appollonia ci aspetterà.
Almeno ella sapeva che Appollonia era la serva. Ne avevano già
parlato; suo marito gliel'aveva dipinta come una buona campagnuola
affezionata e fedele. Ma in quel momento volle sapere se l'Appollonia
era bella e lo domandò a voce alta; al che Alberto rispose con uno
scroscio di risa, a cui fece eco una specie di singhiozzo giulivo da parte
di Gerolamo, così che Marta stessa si pose a ridere infantilmente, con
molto piacere di suo marito, il quale amava le persone di buon umore.
--Vedrai--soggiunse Alberto a sua moglie, toccandole
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