Libro serio | Page 5

Antonio Ghislanzoni
ha pi�� volte ricordato questo aneddoto, accompagnandolo di un sorriso di compiacenza. Il conte Bolza, nella sua poliziottesca ingenuit��, era stato uno dei primi a riconoscere il lato pi�� saliente e pi�� caratteristico di quell'ingegno predestinato.--E i Baccanti? domander�� qualche lettore curioso.--Io me la cavai con poche ore d'arresto nelle prigioni di Santa Margherita, e il Mariani frattanto ebbe agio di concertare la nuova opera fino a piena soddisfazione dell'autore, e ad ottenere una esecuzione che valse un trionfo al Fontana ed a tutti[8].
Angelo Mariani fu per avventura il primo in Italia che, accoppiando l'ufficio di maestro concertatore a quello di direttore d'orchestra, insegnasse coll'esempio il miglior mezzo per ottenere nelle grandi esecuzioni musicali una vera unit�� di concetto. Chiamato a Vicenza nel 1847 per dirigere le opere a quel teatro Eritennio, egli ebbe quivi occasione di rivelarsi completamente. A festeggiare il nono Congresso degli scienziati italiani si pens�� di riprodurre sulle scene dell'antico teatro Olimpico l'Edipo di Sofocle. A concertare e dirigere i cori espressamente musicati dall'illustre Pacini fu prescelto il Mariani, il quale finalmente pot�� capitanare un esercito di oltre cinquecento musicisti e spiegare tutta la possa del suo talento dinanzi a un pubblico numerosissimo e composto delle pi�� elette intelligenze italiane e straniere. Gustavo Modena, il grande attore, prendeva parte a quella rappresentazione. Fu un successo inaudito, e le ovazioni toccate all'energico direttore della musica non furono da meno di quelle che largamente vennero raccolte dal tragico illustre e dal celebre autore della Saffo.--Dopo quella rappresentazione, il Mariani usc�� dal teatro Olimpico colla aureola della celebrit�� sulla fronte, e nessuno, fino all'ultimo della sua carriera, ebbe mai a contendergli il primato.
In sul principiare del novembre 1847, il nostro ammirabile artista fu chiamato a Copenaghen per dirigere gli spettacoli al teatro di corte. Quivi egli scrisse non poche composizioni da camera, ed una _Messa da Requiem_ in suffragio di re Cristiano VIII, che venne eseguita nella chiesa cattolica di Copenaghen il 5 gennaio 1848, e ripetuta, il venerd�� santo dello stesso anno, in occasione di un concerto sacro dato a benefizio dei feriti nella guerra pei Ducati dello Schleswig-Holstein. Le onorificenze ottenute e le laute profferte della Corte non valsero a trattenere il Mariani a Copenaghen dacch�� l'eco della rivoluzione italiana ebbe scosso le sue fibre di patriota e di artista. Egli corse a Milano per arruolarsi nelle file dei volontari, e dopo aver preso parte infino all'ultimo alla lotta nazionale, sconfortato dalla dolorosa catastrofe, accett�� un contratto per Costantinopoli, e part�� alla volta di quella citt��.
Un Inno di omaggio al sultano Abdull-Medijd ed altri pezzi vocali e istrumentali, tra cui una notevolissima Cantata, _La fidanzata del guerriero_, compose il Mariani a Costantinopoli. Di questi pezzi, editi dal Ricordi, ed accolti assai favorevolmente dal pubblico, si fa menzione analitica nella Gazzetta Musicale dell'anno 1850.
Dopo altre peregrinazioni artistiche, mai sempre accompagnate dei pi�� felici successi, il Mariani, nel 1852, venne dal municipio di Genova definitivamente nominato al posto di maestro concertatore e direttore di orchestra al teatro Carlo Felice; posto che l'egregio artista occup�� fino all'ultimo, con quanto lustro di quel teatro tutti sanno. Dopo tale avvenimento, l'orchestra del Carlo Felice, se non per numero e valentia individuale di professori, pot�� chiamarsi la prima d'Italia per quella fusione di elementi, per quella sintesi perfetta, da cui si creano le grandi esecuzioni e gli irresistibili successi. Affezionato alla citt�� dei Dogi per le cordiali simpatie ivi conquistate, pel consorzio di una popolazione vivace ed intelligente, per le dolcezze del clima, per gli incantevoli spettacoli del mare, egli abitava negli ultimi anni il piano superiore del grandioso palazzo eletto dal Verdi a sua dimora. Quivi, nella stagione invernale, il grande Maestro compositore rivelava al possente suo interprete i pi�� riposti intendimenti delle sue musiche; di l�� partivano le faville che, trasmesse agli artisti, alle orchestre ed alle masse corali, elettrizzavano i pubblici di Genova, di Bologna, di Vicenza, di Sinigaglia e di Reggio nelle solenni esecuzioni del Don Carlo, del Ballo in Maschera e dei Vespri Siciliani.
Perocch��, nelle vacanze del teatro Carlo Felice, Mariani non istette mai inoperoso. Le citt�� pi�� cospicue d'Italia facevano a gara nel valersi de' suoi talenti, e il di lui intervento nella direzione di uno spettacolo voleva dire solennit�� artistica, avvenimento di interesse mondiale.
Nelle tappe gloriose dell'illustre concertatore e direttore d'orchestra, furono ammirabili le prime rappresentazioni del _Ballo in Maschera, dell'Africana, del Don Carlo, del Profeta_ e del Lohengrin.
Nessuna di queste opere ebbe mai in altro teatro d'Italia una s�� completa e splendida interpretazione, come al Comunale di Bologna per opera principalissima del Mariani. I Bolognesi amavano questo artista fino al delirio. Le prime donne, le celebri danzatrici del teatro Comunale erano gelose de' suoi successi. Gli enfatici telegrammi, che da Bologna si diramavano alle cento citt�� d'Italia, non parlavano che di lui.--In quelle grandi vittorie
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