Libro proibito | Page 8

Antonio Ghislanzoni
dubbio alfine:
Lèvati il falso crine;
Vediam se ancor ti resta,
O Clelia,
un po' di testa!
RÉCLAME
Vogliam raccomandare
Il Vero, un pio giornale,
Organo, a quel che pare,
Del clero
liberale;
Gratis a chi lo chiede
Lo mandan per la posta,
E già fin d'or si vede
Che
vale quel che costa.
CONFORTO

Dalle nuziali soglie
Ieri fuggia tua moglie....
E contro Lui ti irriti!
E piangi.... e
imprechi a Lei!
Pensa a quanti mariti
D'invidia oggetto sei!
RIPARAZIONI
Era, fa un mese appena, il tuo giornale
Organo del partito moderato;
Progressista or
divenne e liberale....
Ai mantici qualcuno ha riparato?
AL PIÙ ALTO DEI MAESTRI

Maestro: alle tue musiche
Crescer dovresti il prezzo....
Col metro misurandoti

Formi un maestro e mezzo.
IN MORTE DI UN SINDACO
È morto il Sindaco....
Ahi! fiero evento!
Presto! innalzategli
Un monumento!...
O del suo genio
Nella città
Doman più traccia
Non resterà.
LA DIVA [23]
Diva è la Patti, e attestanlo
I molti suoi miracoli
Veramente incredibili
E
sopranaturali....
Ieri, se il ver narrarono,
Il giornalista Gellio
Dopo un lustro di
proroghe
Pagò quattro cambiali.
AD UN PRETE
Rasa la testa, raso
Il mento ha don Tomaso;
Tutto, quest'uom del cielo,
Sul cor
serbato ha il pelo.
QUESITO
Membro dell'Accademia,
Membro del club artistico,
Membro dell'onorevole

Consesso giornalistico,
Membro al comizio agricolo,
Membro dell'Ippodromo....

Che sei tu dunque, o Gabrio?
Che sei? Un membro o un uomo?
GLI AVVENIRISTI
I bimbi ai vecchi gridano:
«Dell'arte antica voi
«Siete le illustri mummie,
«E
l'avvenir siam noi!»
Nè questi genii in fasce
Pensan che l'avvenire
Non spetta a ognun che nasce,
Ma a
chi non dee morire.
IN EXTREMIS
Della morte il pensiero
Non mi sgomenta affatto,
Già del grande mistero

L'esperienza ho fatto;
Mai non mi sono accorto

Del nulla mio profondo,
Pure fui
sempre un morto
Pria di venir nel mondo.
IL MIO EPITAFFIO
Dicendo mal di tutti, il vero espressi
Lassù nel mondo; se parlar potessi,
Pietoso
passeggier, ora direi
Ogni bene di te, ma.... mentirei.
NOTE AGLI EPIGRAMMI

[1] Io abborro i Wagneristi. Non ch'io disconosca i molti pregi della musica di Wagner.
Ammiro quant'altri il genio dell'autore del Lohengrin_ e del _Thannauser, ma ritengo
esiziale ai giovani musicisti italiani seguire le sue orme, peggio che esiziale imitarlo nelle
stravaganze e nei difetti. L'arte wagneriana è un abisso che attrae, ma è pur sempre un
abisso. Il caos musicale che ora si è fatto in Italia è dovuto ai seguaci, agli
insegnatori,
agli ammiratori di una scuola che è il principio di un mostruoso abberramento.
[2] Accade sovente di leggere nelle commemorazioni necrologiche la frase seguente:
«insomma egli era sì onesto, sì buono, che non ebbe mai un nemico.» Se qualcuno nel
giorno delle mie esequie venisse a recitarmi sulla fossa, un complimento di tal genere,
vorrei che i becchini gli menassero tra il capo e la schiena quattro buoni colpi di zuppa,
tanto da insegnare a tutti gli oratori da camposanto che un peggior insulto non si può fare
alla riputazione di un galantuomo. «Non aveva nemici!... Ma era dunque un grand'asino,
questo povero morto!...» Tale sarebbe o dovrebb'essere il commentario di ogni persona di
buon senso.--Hai tu conosciuto degli uomini di mente e di cuore (non ti parlo dei grandi
pensatori, dei celebri artisti, degli illustri capitani, ecc., ecc.) i quali, per poco abbiano
studiato o lavorato a vantaggio o servigio dei loro simili, non siensi tirati addosso una
tempesta di odii e di inimicizie? Non basta forse che uno emerga dal comune per qualche
favilla di intelligenza, per qualche dote speciale del cuore, perchè il mondo lo faccia
scopo di rancori, di odii e di persecuzioni? Per farci benvolere da tutti, bisogna esser nati
cretini, o avendo sortito dalla natura un po' di ingegno e di cuore, comportarci di tal guisa
che nessuno mai abbia ad invidiarci.
[3] Le _Società del Quartetto_ sono un'ottima istituzione; ma in Italia non hanno prodotto
verun utile risultato. A Milano il Quartetto venne iniziato da un nucleo di letterati e
musicisti pretenziosi, i quali da bel principio ne profittarono per mettersi in mostra. Ai
concerti intervenne, per moda, la così detta fine-fleur della società; là si cominciò a
parlare di _arte aristocratica_, di grand'arte, ecc., ecc.; là si crearono i primi entusiasmi
artifiziali, si organizzarono le camorre, si inventarono i genii dell'alta scuola_. La Società
del Quartetto_ divenne a Milano il sabba classico dei musicisti convulsionarii. Molte
dame isteriche si videro finger l'estasi e la catalessi per una suonata di Beethowen. Si
cominciò a parlare con schifo della musica italiana; si chiamarono volgari Rossini e
Verdi--e furono poi stampati e portati a cielo dalla
haute-claque dei versi e delle
musiche cui non mancherà l'applauso dei posteri, se i posteri vorranno essere, come da
molti si spera, più cretini di noi.
[4] Se avete moglie; se dessa è una di quelle donne eccezionali che, uscendo da onesta
famiglia, recano nel domicilio coniugale i propositi della virtù e della fede--una di quelle
donne volgari, stupide, antidiluviane, alla cui felicità può bastare l'affetto del marito e dei
figli--se, in una parola, vostra moglie fosso tanto sciocca da amarvi e viver paga del
vostro amore; non vi è
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