Libro bizzarro | Page 8

Antonio Ghislanzoni
negli atri.
*
All'indomani, io dovea partire da Carina per intraprendere le mie
esplorazioni scientifiche nell'interno dell'isola. Nel prendere congedo
da' miei ospiti, promisi che, salvo ostacolo di malattia, od altro caso di
forza maggiore, di là a quaranta giorni avrei fatto ritorno per prender
parte al banchetto nuziale.
E tornai diffatto.
Rientrai nel palazzo De-Tonnalli a tarda sera, al momento in cui la
famiglia e i numerosi invitati toccavano i bicchieri per gli ultimi
brindisi. Al mio entrare nella sala, tutti si alzarono per abbracciarmi; fu
un accoglimento festoso, cordiale, espansivo, del quale serberò
eternamente la più grata ricordanza.
Gal-di-fuoco, dopo aver brindato alla mia salute, si accostò alla sposa,
le porse il braccio e con mille carezze la trasse fuori della sala.
Al partire degli sposi, il signor De-Tonnalli levò gli occhi al pendolo e

disse: «Fanno le dieci--alle dieci e quaranta minuti converrà separarli.»
--Alle dieci e quaranta minuti, gridarono tutti; e i brindisi
ricominciarono.
Spugna-di-senno, alquanto brillo, mi sì accostò e mi disse all'orecchio:
--Probabilmente voi ignorate una delle più savie pratiche osservate nel
nostro paese allo scopo di rendere più duratura la felicità degli sposi.
Fra mezz'ora, noi saliremo nella stanza dove Gal-di-fuoco o
Selva-di-crine in questo momento assaporano le prime dolcezze
dell'amore, e buono o malgrado, li divideremo. I due novelli sposi
dovranno pel restante della notte dormire separati.
--E domani? chiesi io.
--Domani, posdomani, pel corso di quindici giorni, i due conjugi
potranno fruire delle due ore di talamo che il codice e la pratica
consentono. Economizziamo il piacere! gridò il vecchietto, alzando il
bicchiere spumeggiante di sciampagna--è una prudente misura.
E si fece a cantare i bei distici di Voltaire:
_Ne vous aimez pas trop, c'est moi qui vous en prie; C'est le plus sûr
moyen de vous aimer toujours; Il vaut mieux être amis tout le temps de
sa vie, Que d'être amants pour quelques jours._

Il flauto di mio Marito

CAPITOLO I.
La marchesa non parve adontarsi del mio epigramma--crollò
leggermente la testa, e volgendomi un sorriso di compassione:
«Ragazzo!--mi disse--tu non comprendi per nulla il cuore della donna!...
Iddio ti guardi dal prender moglie! diverresti troppo infelice o troppo

ridicolo!»
Io mi accorsi che quella risposta era l'esordio di una confessione
generale.
Discostai la lucerna, eclissandola dietro l'enorme mazzo di camelie che
stava sulla tavola--e la voce della attempata peccatrice parve sciogliersi
più liberamente:
«Sarò sincera con te--ti dirò tutto, onde non abbi più nulla a
domandarmi od a rimproverarmi in avvenire.... Il Signore ha perdonato
alla donna per aver molto amato; e i preti spingono la loro indulgenza
fino ad assolvere i peccati di poco amore, purchè il colpevole si
confessi con sincerità.
«Le mie debolezze--o colpe, che ti piaccia chiamarle--furono molte. Io
non accuso i miei conoscenti ed amici di averle esagerate. Perocchè se
io non ebbi mai l'accortezza di nasconderle quando l'occhio maligno
dalla società spiava tutti i passi, per non dire tutti i pensieri della mia
giovinezza--a che varrebbe ora lo smentirle o l'attenuarle?...
«Il mondo però mi ha calunniata iniquamente, attribuendo a volgare
istinto di sensualità certe abberrazioni istantanee, le quali, per quanto
variate e molteplici fossero, ebbero nondimeno una origine comune: il
più puro, il più nobile, il più costante degli affetti!
«Tutta la mia storia potrebbe riepilogarsi in questo solo motto: Ho
peccato con molti per aver troppo amato un solo uomo.
«Ho impiegato la mia vita, come una antica sacerdotessa di Vesta, a
custodire la sacra fiamma del primo amore. E ci sono riuscita!...
Quand'anche la mia giovinezza, oramai spenta, avesse per incanto a
rianimarsi e a prolungarsi rigogliosa fino alla consumazione dei secoli,
io non amerei che lui.... non potrei amare che lui.... lui solo....
--Il fu marchese vostro marito?...domandai sorridendo.
--Oltraggerei la memoria di quel degno e rispettabile compagno della

mia giovinezza--rispose gravemente la marchesa--se affermassi di
averlo amato... d'amore. Mio marito fu il primo prodotto di quella
sublime passione, che non avendo potuto esaurirsi nell'essere adorato,
corse dietro per tanti anni ai fantasmi di una dolce reminiscenza....
«Perchè tu mi possa comprendere, è d'uopo che io risalga al principio...
»Evochiamo l'angelo della rivelazione, il Prometeo della luce, il Dio
agitatore di tutta la mia vita!...
»Crederesti?... nel profferire il nome di Adolfo, io risento una
commozione sì viva, che mi sembra, come l'antica fata Morgana, uscire
ringiovanita dalla vasca miracolosa.
»Egli dunque si chiamava Adolfo....
»Io lo vidi por la prima volta nel giardino della nostra villeggiatura di
Medolago. Figurati una sera di maggio, fresca, olezzante e tranquilla
come il mio cuore di sedici anni... Sì compievo appunto i sedici anni la
sera in cui mio cugino Adolfo mi fu presentato.
»Un bel giovane, di media statura bruno di capelli--presso a poco i tuoi
capelli, Eugenio; più crespi, più vigorosi, direi quasi fiammeggianti di
giovinezza....
»Ma che giovano le
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