Libro allegro | Page 8

Antonio Ghislanzoni
scenico ��, per le figlie del popolo, una scuola di prostituzione; pei giovani artisti una scuola di ciurmeria e di vagabondaggio. Ecco la grande educazione che il teatro pu�� dare a quanti vi si consacrano per professione.
Quanto al pubblico.... Mio Dio! Lo avete mai sviscerato, questo ente collettivo che si chiama il pubblico? Su mille spettatori che assistono all'opera, io ve ne do una sessantina, un centinaio al pi��, che comprendano qualche cosa del dramma e della musica. Tutti gli altri sono in teatro per guardarsi, per far all'amore, per vedere delle spalle nude e delle coscie in maglia.
Era una bella giornata del giugno 1858, ed io pranzava all'albergo della Gran Bretagna in compagnia di un Inglese che un anno prima avevo conosciuto a Parigi. Questo Inglese apparteneva alla classe aristocratica, e si vantava grande dilettante di musica e adoratore fanatico dell'opera italiana.
In quella stagione non c'era a Milano altro spettacolo d'opera fuor quello del teatro dei Giardini Pubblici, dove si rappresentava l'Attila di Verdi da una compagnia di cantanti accozzati da un certo Corti di Bergamo, il quale, oltre ad essere impresario, aveva assunto nel melodramma la parte del baritono.
Il mio Inglese, in mancanza di meglio, accolse il partito di recarsi al teatro dei Giardini Pubblici, ed io ve lo accompagnai di buon grado.
Entrammo nel circo ad ora conveniente per prendere un posto di nostra elezione. Saliti alla galleria--?mettiamoci nella seconda fila delle sedie, dissi all'Inglese; cos�� potremo distendere le gambe a nostro bell'agio.?
E queste parole mi venivano ispirate da un sentimento di piet��, perocch�� il signor Jhonnes era fornito di un paio di gambe cos�� lunghe ed inflessibili, ch'egli durava molta pena a raccorciarle fra la sedia ed il parapetto.
Ma come le gambe, cos�� anche il cervello del signor Jhonnes era di fabbrica inglese. Egli si ostinava a rimanere nella prima fila; e dopo sforzi incredibili era riuscito ad impiombarsi l�� dentro come un conio nella spaccatura d'una quercia. Che fare? Per debito di cortesia mi convenne inchiodarmi al di lui fianco.
La gente comincia a farsi spessa; e mentre l'Inglese col libretto alla mano sillaba i versi alla meglio, ecco quattro donne ci sovrastano colle immani crinoline e domandano di scendere nella prima fila....
--Mammina! qui vi sono due posti, grida una fanciulletta di circa dodici anni--se quel signore volesse ritirare le sue pertiche dall'altra parte....
--Impertinente! esclama una grossa matrona che domina il drappello--son questi i modi di chiedere un favore? Mille perdoni!--se mons�� vuol far la gentilezza di rettificare le sue gambe....
Ma l'Inglese non d�� retta; e la pi�� giovane delle ragazze piomba colla persona fra il parapetto e la sedia, appoggiandosi senza misericordia sui piedi del mio onorevole compagno.
--Goddem!--esclama il sig. Jhonnes; mio piete non statte scapello!....
Ma la ragazza, senza badare, attira la compagna sull'altra sedia vacante.
--Noi siamo ancora dei fortunati, dico io sotto voce all'Inglese; se invece delle ragazze fossero scese le due matrone che ci stanno dietro la schiena, c'era da morirne asfissiati.
--Io non posse rimanere in posizione! esclama l'Inglese.--Signorina, la preghe tenere campe pi�� corte.
--Cecilia! grida di nuovo una delle matrone....; ricordati che siamo in teatro!....
--Ma che colpa ci ho io, mammina, se questo signore ha certe stanghe!
--Di nuovo ti dico di misurare i termini.... Bada che se mi fai la matta, ti riconduco a casa...
--Eh! ora, a casa non ci torno pi��, dice la ragazzetta all'orecchio della vicina.... E poi, infin dei conti.... il signor Domenico i biglietti li ha dati a me.... Sono io che stamattina glieli ho chiesti.... a nome della mamma.
Frattanto, dietro le nostre spalle si vanno agglomerando nuovi spettatori. Un uomo di circa trent'anni, sparuto nel volto, coi capelli lunghi e ben pettinati, cogli abiti alquanto luccicanti sotto le maniche, si �� collocato a fianco delle matrone, divorando cogli occhi una delle giovinette che seggono al nostro lato. Tre o quattro giovinetti superano la barricata d'un salto, volgono saluti a destra e a sinistra, chiamano a nome i vicini e i lontani, e si studiano di attirare l'attenzione delle donne colla vivacit�� dei loro epigrammi.
--Che vuol dire questo miracolo? Anche lei qui, signora Caterina!
--Lei.... signor Pedrino!... Abbiamo avuto i biglietti da un comico della compagnia, che alloggia in casa nostra, al quinto piano.
--Ma brava, la signora Caterina! E chi �� questo comico? senza dubbio il primo amoroso....
--�� il primo tenore....
--Oh! Oh! il primo tenore.... che abita al quinto piano!.... A proposito: come si chiama? Ehi, di l��! nessuno ha un libretto?.... Forse quel signore l�� abbasso....
--Cecilia! tira fuori il libretto!
--C'�� forse bisogno del libro per sapere il nome del nostro vicino di casa? Egli si chiama Domenico Scanagatta....
--Diavolo! Scanagatta! che razza di nome.... per un primo tenore....!
--Primo dei primi.... lo ha detto egli stesso, esclama la donna grossa, indispettita dalle risa e dalle maligne esclamazioni dei circostanti.
L'Inglese che ha prestato orecchio a quelle ciarle, consulta l'elenco dei personaggi e
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 25
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.