Libro allegro | Page 5

Antonio Ghislanzoni
temetti di non reggere all'urto e mi appoggiai per sostenermi alla muraglia.
--Abbi l�� bont��, gli dissi poco dopo allontanandomi, di vestirti colle tue proprie mani per questa volta; faremo in seguito dei nuovi patti.
Rientrai nella mia stanza per finire di abbigliarmi, poi scesi nello studiolo. Di l�� a poco, Gianbarba mi raggiunse.
--Se vuol avere la compiacenza di dirmi cosa desidera da pranzo quest'oggi, io andr�� subito al mercato per fare le provviste, mi disse il gaglioffo serio serio, come se nulla fosse accaduto.
Io stetti in forse un istante. Alla fine, dopo aver riflettuto, gli dissi: quest'oggi andr�� a pranzare all'albergo come ho fatto ieri; nullameno voglio mettere alla prova la tua abilit��. Sai tu cucinare per bene gli asparagi?
--Non la si dubiti.
--Ebbene, far�� colazione in casa. Va in sulla piazza; se puoi avere degli asparagi al prezzo di una lira al mazzo, comprane pure due mazzi; se costassero ancora una lira e cinquanta come per lo addietro, prendine uno solo. Mi hai ben capito?
--Due mazzi se costano una lira; se poi costassero pi�� di una lira....
--Uno solo.
--Fra mezz'ora la colazione sar�� servita--vado e ritorno di volo.
Gianbarba ha il dono della lestezza, convien rendergli questa giustizia. Nel tempo ch'io impiegai a scrivere una letteruccia di due pagine, egli and�� e torn�� dal mercato.
Eccolo all'uscio del mio studiolo.--Ho eseguito appuntino i suoi ordini, mi dice con viso radiante; gli asparagi costavano venticinque soldi al mazzo, ed io ne ho preso uno solo....
--Benissimo!... �� grosso?
--Cos��.... cos��.... discretamente.... come questo mio dito....
--Come il tuo dito!... Oh! sta a vedere che sei tanto imbecil.....
Ma non ebbi tempo di proferire la dura parola, ch�� l'altro in men ch'io nol dica balz�� in cucina, e ricomparendomi innanzi con un asparago nella mano: eccolo, mi dice, non �� dei pi�� piccoli; se questo le pu�� bastare per far colazione....
Non ebbi il coraggio di fargli un rimprovero, n�� di ridergli in faccia. Quel povero gaglioffo, col suo fusto di asparago alla mano, mi faceva piet��.
--Torna in piazza, gli dissi pacatamente; fa di aver quattro uova da friggere al tegame, e non dirmi pi�� nulla fino a quando la colazione non sia pronta.
--In verit��.... pareva anche a me che un asparago solo non potesse bastare, disse il gaglioffo allontanandosi--il pretore non ne mangiava meno di sei anche quando costavano 25 centesimi al chilo. Quanto al friggere le uova, si fidi di me; in due salti vado e ritorno; fra mezz'ora sar�� servito.
Non vi ebbero altri guai per la colazione. Gianbarba cucin�� le uova stupendamente e mi porse una tazza di caff�� irreprensibile.
Verso le undici, uscii per la mia solita passeggiata. Rientrando, trovai Gianbarba avvolto in una nube di polvere. Egli avea finito di scopare gli appartamenti e si accingeva a ripulire le mobilie.
--Vado a coricarmi per un paio d'ore, gli dissi. Se qualcuno chiedesse di me, dirai che non sono in casa, a meno che non venisse in sulla porta l'architetto Fagnani--lo conosci, l'architetto Fagnani?....
--No, signore.
--Naturalmente, presentandosi, ti decliner�� il suo nome. Ma in ogni modo tu potrai riconoscerlo alla piccola prominenza ch'egli ha sulla schiena.... mi capisci...
--Scusi, signor padrone; una piccola prominenza non vuol dire ci�� che parlando con poco rispetto si chiama il gobbo?
--Alla buon'ora, vedo che cominciamo ad intenderci--dunque....
--La vadi pure, e dorma tranquillo.
Non ebbi il tempo di giungere all'uscio della mia stanza, che una solenne strappata di campanello annunzi�� una visita.
Gianbarba corse ad aprire--io mi soffermai sul pianerottolo della scala e tesi l'orecchio.
--�� in casa il signor Decio? chiede una voce ch'io ho udito altre volte.
--Il signor Decio!--vediamo un poco, risponde Gianbarba--favorisca di voltarsi.... e poi le dir��.... quello che ho l'ordine di dirgli.
--Questa �� nuova! esclama l'altro con voce vibrata--ti fa tanta soggezione la mia faccia, che tu non osi?...
--Le dir��, risponde Gianbarba con flemma; gli �� che prima di rispondere, io debbo vedere se Lei ha proprio quella tale escrescenza sulla schiena.... ovverossia, parlando con poco rispetto, quella gobba...
--Questa �� l'escrescenza!... questa �� la gobba! grida l'altro stampando due sonorissimi schiaffi sulle grosse guancie del domestico--e di' al tuo padrone che l'architetto Fagnani.... che l'architetto Fagnani....
Ma la voce dell'irato visitatore si ruppe in un rantolo--la porta fu scossa da un violentissimo urto--e quand'io, non udendo pi�� rumore nella casa, precipitai dalle scale, trovai il povero Gianbarba.... colla testa accollata alla muraglia e il naso grondante.
Povero Gianbarba! le sue prodezze asinesche mi divertivano; ma, alla vista del sangue, fui preso da raccapriccio, e commisi l'ingiustizia di licenziarlo.

L'ISTRUMENTO �� L'UOMO
Imitazione di un articolo francese, con varianti ed aggiunte.
Fu detto e ripetuto: ?Lo stile �� l'uomo.?
Io dico invece: ?L'istrumento �� l'uomo.?
Ed al proverbio: ?dimmi con chi tratti e ti dir�� chi sei,? io sostituisco; ?dimmi dove soffi, o dove raschi, e ti _legger�� la vita._?
Dopo ci��, raccomando ai signori artisti delle orchestre di non sospettare nelle mie osservazioni alcuna intenzione maligna; esse riguardano principalmente i dilettanti, quelli
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