Libro allegro | Page 7

Antonio Ghislanzoni
alta voce. Alla notte
del sabbato santo, è raro ch'egli non svegli la moglie, gridando a tutta
voce: ressurexit!--La brava donna si desta di umor lieto per
rispondergli col debito cerimoniale: alleluja!
All'età di sessant'anni divien sordo, e allora comincia a credere di
suonare perfettamente. A 70 anni muore di cordoglio, perchè il nuovo
parroco, in luogo di farlo assidere alla grande mensa coi sacerdoti e coi
fabbricieri, lo ha fatto pranzare al tinello, in compagnia del sacrista e
del becchino.
_L'Ottavino._
Lo sciagurato che soccombe all'ottavino non è mai un uomo che goda il
perfetto sviluppo delle sue facoltà intellettuali. Egli ha necessariamente
il naso appuntito, sposa una donna losca, e muore schiacciato da un
omnibus.

L'ottavino è il più fatale di tutti gli istrumenti. Esso esige una coltura ed
una conformazione particolare dell'unghia del pollice pei buchi che non
devono chiudersi che per metà.
L'ottavinista aggiunge sovente a questa infermità la mania di
addomesticare le faine, le tortore ed i porcellini d'India.
_Il Violoncello._
Per suonare il violoncello bisogna aver le dita lunghe e magre; ma più
indispensabile è ancora il portare capelli lunghissimi che
voluttuosamente accarezzino il collo grasso del paletot.
Il violoncellista scorgendo in pericolo di incendio la propria moglie ed
il proprio violoncello, salverà prima quest'ultimo. Poscia penserà a ...
lasciar bruciare la moglie.
Parlando del suo strumento, egli lo chiama Violonscello; con ciò non la
male ad alcuno, ed egli prova un'estasi voluttuosa.
La sua maggior soddisfazione è quella di far piangere le corde; qualche
volta, infatti, egli riesce a far piangere la moglie ed i figli con un
regime di sobrietà troppo stretto. Gli avviene anche di far ridere e di far
sbadigliare, ma ciò dipende, a suo dire, dagli influssi atmosferici.
Parimente fa esprimere dalle sue corde esaltate tutti i dolori possibili,
meno quelli dei suoi uditori e dei suoi creditori.
Il violoncellista si occupa anche di magnetismo; queste due passioni
sono quasi sempre inseparabili.
Il carattere malinconico di quest'istrumento porta al misticismo, e il
suonatore giunge quasi sempre fino all'invocazione degli spiriti.
Si alza di notte, risveglia la moglie, e le suona in camicia la frase del
manzanillo nell'Africana.
Sua moglie si riaddormenta mormorando:

--Come sega!
_Il Contrabasso._
Un critico-musicista ha chiamato il contrabasso l'_Elefante delle
orchestre_.
Nessun istrumento può infatti rivaleggiare con esso nella ampiezza
della mole. Gli è forse per questa ragione che gli uomini alti e stecchiti
sono attratti a suonarlo da una irresistibile simpatia.
Applicando il contrabasso all'abdome, un suonatore della famiglia dei
merluzzi può illudersi di aver un gran ventre, e un ventre sonoro per
giunta.
Il contrabassista tende alla serietà, e si atteggia, nelle riunioni pubbliche
e private, da uomo grave e profondo. Parla poco, e prima di esporre la
propria opinione, attende che tutti gli altri abbiano finito di discutere.
Ama con trasporto il tabacco da naso, e profitta, per assaporare la sua
presa, degli intervalli d'aspetto.
Qualche volta numera i detti intervalli ribattendo voluttuosamente sotto
le narici il pollice e l'indice ingrommati di tabacco.
È raro che un suonatore di contrabasso rimanga celibe oltre l'età di
trent'anni. La moglie lo tiene in gran conto e lo venera credendolo
dotato di una energia formidabile. Questa specie di venerazione ella
suol anche riportarla sullo strumento, ch'ella pone a giacersi nelle
assenze del marito, al lato deserto del talamo. In tali casi, destandosi la
notte, ella da un pizzico alle corde e poi brontola: «meno male! questi
almeno, se lo tocco, grugnisce.... Ma lui.... mio marito.... dà mai segno
di comprendermi?»
_L'Arpa._
Stromento ascetico, già suonato dal Re Davide con irresistibile
successo. Serve di accompagnamento obbligatorio ai canti celesti.

L'arpista nasce cogli istinti del gatto, ma all'età di dieci anni fa voto di
castità. Si nutre di vermicelli al brodo e, all'estate, di lattuche.
Ammesso a far parte di una orchestra, si innamora platonicamente della
prima donna contralto, nella cui voce ermafrodita gli par di sentire il
canto degli angioli.
Dato ch'ei prenda moglie, usa con essa celestialmente. In casa suona di
rado, ma quando ciò gli avvenga, si pone in capo una corona d'oro e si
figura di essere il Re Davide. La moglie, ordinariamente, lo regala di
altre corone meno splendide.
Oggidì, nelle orchestre, il posto dei Re Davidi venne usurpato dalle
Bersabee, le quali pizzicano più leggermente, ottenendo degli effetti più
omogenei; a venticinque anni muoiono consunte d'amore pel primo
flauto.
_Il Timpano._
Un testone di legno e di pelle, ripieno d'aria e di sinistri presagi. Il rullo
dei timpani serve nel melodramma ad annunziare l'arrivo di un
personaggio fatale, che il più delle volte suol essere un marito becco.
Qualche volta il suo funereo brontolío serve a descrivere il silenzio, o la
intima disperazione di una prima donna colta in flagrante adulterio.
Il timpanista è un uomo serio, compreso della sua alta missione
drammatica; ma
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