Libro allegro | Page 6

Antonio Ghislanzoni
poco rispetto, quella gobba...
--Questa è l'escrescenza!... questa è la gobba! grida l'altro stampando
due sonorissimi schiaffi sulle grosse guancie del domestico--e di' al tuo
padrone che l'architetto Fagnani.... che l'architetto Fagnani....
Ma la voce dell'irato visitatore si ruppe in un rantolo--la porta fu scossa
da un violentissimo urto--e quand'io, non udendo più rumore nella casa,
precipitai dalle scale, trovai il povero Gianbarba.... colla testa accollata
alla muraglia e il naso grondante.
Povero Gianbarba! le sue prodezze asinesche mi divertivano; ma, alla
vista del sangue, fui preso da raccapriccio, e commisi l'ingiustizia di
licenziarlo.

L'ISTRUMENTO È L'UOMO
Imitazione di un articolo francese, con varianti ed aggiunte.
Fu detto e ripetuto: «Lo stile è l'uomo.»
Io dico invece: «L'istrumento è l'uomo.»
Ed al proverbio: «dimmi con chi tratti e ti dirò chi sei,» io sostituisco;
«dimmi dove soffi, o dove raschi, e ti _leggerò la vita._»
Dopo ciò, raccomando ai signori artisti delle orchestre di non sospettare
nelle mie osservazioni alcuna intenzione maligna; esse riguardano
principalmente i dilettanti, quelli che raschiano un istrumento
qualunque per pura convinzione, quelli che si sono messi a pizzicare la
chitarra quando studiavano medicina, ovvero ad esercitarsi sul corno,
dopo un anno di matrimonio.

_Il Clarinetto._
Grande raffreddore cerebrale collocato dentro un tubo di legno giallo.
Il clarinetto non è una invenzione del Conservatorio, ma sibbene del
destino.
Si diventa callista a forza di studio e di lavoro, ma si nasce clarinettista.
Il Cittadino predestinato al clarinetto ha un'intelligenza quasi ottusa
fino all'età di 28 anni, epoca d'incubazione, nella quale egli comincia a
risentire nel naso i primi pruriti della sua fatale vocazione.
Allora la sua intelligenza, fino a quel giorno limitata, cessa di
svilupparsi: ma l'appendice nasale volendo vendicarsene, prende delle
dimensioni piramidali.
A vent'anni egli compera il suo primo clarinetto per 14 franchi, e tre
mesi dopo, vien congedato dal padrone di casa. A venticinque anni è
ammesso nella musica della Guardia Nazionale.
Egli muore di crepacuore, per avere tre figli che non annunciano veruna
disposizione per l'istrumento dov'egli ha soffiato tutta la sua
intelligenza.
_Il Trombone._
Colui che suona il trombone cerca sempre nella compagnia di
quest'istrumento l'oblío delle sue pene domestiche, o delle consolazioni
ad un amore tradito.
L'uomo che ha imboccato per sei mesi un tubo di metallo, si trova
agguerrito contro ogni disinganno.
Di tutte le passioni umane, all'età di cinquant'anni, nulla più resta a lui
fuorchè una sete insaziabile.
Più tardi, aspirando al posto di portinaio in un palazzo di persone civili,
o alla mano di una donna di udito delicato, tenta di abbandonare il suo

stromento; ma il gusto delle note e delle bibite forti gli rimane per tutta
la vita. Intrattenendosi coi padroni di casa, o udendo parlare la moglie,
verrà sempre il momento in cui egli si lascierà sfuggire dei brr...! brr...!
brr...! portando il pugno sinistro alle labbra e simulando colla mano
destra l'allungamento e l'accorciamento della pompa.
Dopo aver continuato fino a 78 anni ad eseguire furtivamente sul
trombone la grande aria:
Era anch'io di quella schiera Di Venezia anch'io guerrier....
muore di cordoglio perchè l'acquavitaio non volle dargli a credito un
bicchierino di grappa.
_L'Accordeon._
Primo istrumento dei cuori candidi.
L'individuo che esce generalmente dalla classe dei farmacisti, comincia
a suonarlo nella retro bottega di suo babbo e continua fino a quindici
anni.
A questa età, se non è morto, lascia l'Accordeon per
_L'Harmoniflûte._
L'Harmoniflûte, per la natura de' suoi monotoni suoni e del suo tremulo
piangente, agisce sui nervi di coloro che lo ascoltano e predispone alla
malinconia colui che lo suona.
L'Harmoniflûtista è tenero, linfatico, ha gli occhi azzurri, non mangia
che carni bianche o farinacei.
Si chiama Oscarre se è uomo, ed Adelaide se appartiene all'altro sesso.
In casa, al Dessert, va in cerca del suo istrumento, e quando gli
stomachi sono pieni, cioè quando gli spiriti sono disposti all'allegria,
egli vi regala: «Fra poco a me ricovero» oppure il Miserere del
Trovatore.

L'Harmoniflûtista piange facilmente. Dopo un esercizio di quindici
anni sul suo istrumento, egli si converte in ruscello.
_L'Organo._
Istromento complicato e maestoso, di indole clericale, destinato, per la
sua grande sonorità, a soperchiare le stonature del clero e del popolo.
L'Organista, ordinariamente, è un uomo venuto al mondo colla
vocazione di fare molto strepito senza troppo consumo delle proprie
forze; un uomo che vuol soffiare più forte degli altri, senza logorare i
proprii mantici.
Diviene, a quarant'anni, l'amico intimo del parroco e il membro più
influente della fabbriceria. Ripete per cinquant'anni alla Messa ed ai
Vesperi gli stessi ritornelli; e frattanto egli impara il latino, e sa a
memoria tutte le antifone da vivo e da morto. A cinquant'anni sposa
una zitellona devota, raccomandata dal coadiutore della parrocchia.
È buono e mansueto ne' suoi rapporti coniugali, ma alla vigilia di ogni
solennità ecclesiastica, ha il difetto di sognare ad
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