Sutera, mantenuto vivo il fuoco della rivoluzione, provvedute armi,
raccolto polvere e ducati. Degno seguace dello sposo di Iza, fedele ed
attento esecutore de' costui ordini, aveva atteso con ansia e gioia il 5
aprile; l'allontanarsi di Frazitto fu per lui il segnale d'insorgere, e
insorse.
VI.
--Viva la patria! aveva gridato Cletto irrompendo nel piazzale di
Mussomeli, ed a quel grido i giovani del paese erano corsi
all'arme.--Viva il riscatto! risposero avanzandosi Bino e Fuoco.--Avanti!
avanti! esclamarono tutti, e più rapidi della folgore cerchiarono il
mercato e piantarono la bandiera.
Orlando dagli spari e dalle grida ammonito che gl'insorti già stavano
nel borgo, chiuse i suoi gendarmi nel quartiere e messone uno in
vedetta attese gli eventi. Forte gli batteva in petto il cuore, e ad ogni
poco temeva che i soldati si rivoltassero e uscissero. I quali infatti,
prima taciti e sommessi, cominciarono a mormorare, a chieder perchè il
capitano non schiacciasse il nemico sprovveduto, a dubitar di lui e del
riparo, a desiderar la lotta, a invocarla, a gridare, a minacciare. Inutili
comandi diede Orlando; i gendarmi spalancarono le porte e sbucarono
sulla via. Una salva di fucilate li accolse; la mischia divenne subito
terribile, e parecchi morti insanguinarono il selciato. Orlando, vedutosi
solo e certo del trionfo dei patrioti, corse innanzi ai compagni, e a tutta
voce gridò:
--A me Cletto! Viva Italia!
--Orlando, a noi!--Bino replicò,
Ma i gendarmi non cedevano, e il fuoco aumentava. Feriti e scemati,
essi opposero la più disperata resistenza, e pochi contro molti
vendettero cara la vita; mancate le cariche ruotarono in giro l'armi
vuote con furore crescente e sempre più raggruppandosi in cerchio. Era
valore degno di scopo migliore, pur italiano; e gli stessi offensori li
ammiravano e compativano. Quei prodi non sapevano altro nome che
quello del re, non avevano idea dell'Italia e della libertà; non pensavano
che col cervello dei comandanti; difendevano l'assisa, lo stemma, le
spade! Nondimeno, affievoliti e oppressi, dopo un'ora di lotta,
quegl'inferociti si contarono, si trovarono venti, e viddero a sè intorno
una siepe d'estinti. Le armi si erano spezzate, le fronti grondavano
sudore e sangue, il numero degl'insorti cresceva ad ogni istante,
provetti erano i loro duci, nessuna speranza di scampo. Piegarono
quindi, ma piegarono alteri; gettarono l'armi e senza dir parola nè
muover lamento s'arreser prigioni. Cessata la mischia, anco le ingiurie e
le bestemmie cessarono. Il popolo sgombrò la via e si accordò qualche
riposo. Le salme dei morti vennero gettate nel campo più vicino, ed ai
vinti si concesse libertà col comando d'uscir da Mussomeli. Bino e
Fuoco condussero Orlando in presenza di detto, ne lodarono l'amor pel
paese e il coraggio con cui avea sfidate l'ire dei subordinati, e tanto
fecero e dissero che Navarro (il quale temeva d'inganno ed odiava
d'odio generoso la divisa che il capitano indossava) gli stese
cordialmente la mano e l'abbracciò:
--Uniti da grande proposito, saremo sempre fratelli, Orlando!
--Ve ne son grato, Cletto. Quest'abbraccio mi riconforta...
--E vi ricompensa--interruppe Bino--avete molto sofferto!
--Oh sì, molto! L'assisa che vesto m'umiliava; vile fra vili temevo
sempre l'oltraggio del patriota... due soli m'hanno dato speranze...
coraggio... Bino e Pardo.
--Siete amico di Pardo?
--Me ne onoro, Cletto. Lui mi riabilitò, da lui ebbi consigli e sprone.
Oh potessi baciarlo in volto!
--Pardo sarà presto con noi... domani, forse oggi... stanotte...
--Amici--gridò in quella, correndo loro incontro, un giovane
montanaro--amici, sulla postale di Cammarata appare una colonna di
regii. Il denso polverio impedisce lo scorgerne il numero, ma temo sian
molti!
--Soldati?... è dunque un assalto... su, su compagni, asserragliamo le
vie... barrichiamo le porte...
--Volete combatter qui?--osservò Orlando--qui?... all'aperto?... tagliati
dal fiume?... esposti ai loro colpi dall'alto? no, no Cletto... pieghiamo su
Acquaviva...
--Avremo Sutera alle spalle... Pardo vedrà e verrà. Acquaviva è più
sicura.
--È almeno meglio difendibile.
--Dunque ad Acquaviva!--tonò Cletto; e d'un salto fu in piazza.
Intanto gli armati di Vallelunga, Villalba e Mussomeli s'erano raccolti e
schierati; ed allorchè Navarro gridò loro che il nemico s'avvicinava e
che giovava ordinarsi in battaglia sulle alture vicine ad una voce tutti
risposero:
--Ad Acquaviva!
E ad Acquaviva giunsero mezz'ora dopo. E allora appunto Frazitto
occupava Mussomeli.
VII.
Vedesti mai un tramonto d'aprile?
Il sole, dopo avere in tutta la sua pompa attraversata la valle, scendeva
lento lento dietro le punte del Monte Cammarata, irraggiando quasi
d'isforzo i boschi e i pendii. La parte più profonda della vallata era già
immersa nelle tenebre, e il rumorio delle acque nascoste rompevano
solo il silenzio. Ombre melanconiche ed uniformi velavano i dossi e le
calate, e il morir quieto ma solenne del giorno le aumentava, mettendo
nel villico
Una tristezza che non è dolore.
Le montagne all'ingiro, più umili del gran fratello, cerchiavano con
muta eguaglianza la vasta scena, e dietro ad esse spiccava il ceruleo del
cielo ingemmato
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