speranza �� vera
O se il destino d'ogni senso �� vuoto.
? * *
Ma sul mio capo s'avvolgean le spire?Dei rami d'una quercia secolare?Dal tronco immane che non vuol morire.
Ed ecco, a un tratto, io la sentii parlare!?Una rauca e sottil voce da un ramo?Su di me scese e dovetti ascoltare.
--?Ah! tu almeno t'arresti quando chiamo,?E fai silenzio a queste mie parole.?Odon le piante. Mentre leggevamo
Nel tuo pensier che ignora ci�� che vuole?E che per false strade si disperde,?Ridemmo, ch�� sei cieco innanzi al sole.
Bello risplende delle frondi il verde?Sull'azzurro del cielo, e altero �� il fiore,?--E in vani sogni il tuo pensier si perde,
Sorride il sol nell'allegro splendore,?E le messi che zeffiro accarezza?Piegano liete innanzi al mietitore;
�� gaio il mare per la dolce brezza?E avr�� la gioia pur della tempesta...?E trilla l'augellin che il guscio spezza.
Sulla terra e nel ciel dovunque �� festa,?Pur chiuso �� ancor dell'universo il fato?E l'avvenir che agli esseri s'appresta.
?Tutto �� mister, ma nel tronco ingrossato?Scorrer sentiamo il vital succo, come?Il mondo sente vita in ogni lato.
L'aura folleggia tra le sparse chiome...?Vengon gli amanti uniti--e poi retrivi?Cercan sui tronchi nostri inciso un nome.
E le foglie agitiamo e siam giulivi?Ignorando il destino, e pur sentiamo?Che ovunque �� vita. E tu solo non vivi?
Tu pensi e scruti e dici: il vero io bramo.?E intanto passano i momenti vani?E le fronde non vedi sul mio ramo,
Breve �� la vita e lungo il suo domani,?Qualunque sia. Sorridi dunque e sorgi!?Qui non dormire i sonni tuoi malsani!
Il mondo �� immensa gioia che non scorgi?.
XII.
LA CASCATA
Irradiata di sole, spumeggiante,?Dalla roccia scoscesa la cascata?Vedea cader laggi��--romoreggiante,
Inalterata.
E anch'io nel cor sentivami un torrente?Non bianco n�� fulgente--doloroso--?Ma in quel posto si f�� subitamente
Meno penoso.
Ed una voce udii tra quel fragore?Che mi disse: Tu pure hai la sorgente?Come la mia. Dessa si chiama Amore
Eternamente.
Lascia che scorra dal tuo core aperto,?In essa affogherai ogni tristezza;?Ti scorderai perfin d'aver sofferto
Nell'allegrezza.
Compresi il ver, provai la commozione?Che ne riempie l'alma tutta intera,?E mi sentii nel petto una tenzone
Dolce ed altera.
E a me stupito l�� su quella sponda,?Della vita tra il duolo e l'egra noia,?Parve il cader dell'acqua vagabonda
Pianto di gioia!
XIII.
ATARAH
AD ARRIGO BOITO
*
Atarah regna sopra un vasto impero;?Ha dolce l'occhio e lo sguardo severo,?E passa eretta fra le vinte genti.?Le sue pupille sono pi�� fulgenti?D'ogni fuoco che brilla al diadema?Pel quale ognuno innanzi ad essa trema.?La strana gemma che il coturno allaccia?Dall'alto carro par che guardi in faccia?--Mentre il corteggio maestoso incede--?Il popol schiavo che le giunge al piede,?(Al pi�� divin che sa sulla cervice?Dell'uom posare e renderlo felice).?Ella �� possente, e se bella non fosse?Col terror frenerebbe le sommosse;?E come un uomo ella sapr��a regnare?E ricever l'incenso dell'altare.?Ed anco �� bella, e se non fosse forte?Padrona pur sarebbe della sorte,?E senza scettro ella potr��a guidare?La moltitudin cui dal monte al mare?Abbaglia il ritmo di sue forme e il truce?Occhio languente dall'arcana luce.
Ella non teme alcun rivale e sfida?Che il pi�� grande l'offenda o la derida,?E non paventa alcun Iddio e china?Non si prostra ad alcun, poich�� �� divina.?Sap?ente, l'immenso impero regge?E per s�� non conosce alcuna legge?E frena il mondo e non subisce freno.?--E quando passa, alta e scoperto il seno?Marmoreo e bruno e coronata in fronte,?Porta la gloria alteramente e l'onte.
Prostr��ti al suolo crist?ani e mori?Miran tacendo i mostruosi amori?Cui potenza e talento ognor la spinge--?E i suoi desir stupiscono la sfinge?Che sogna sempre nella sabbia avvinta?Dall'immenso silenzio intorno cinta.
Ella tutto prov��. Nei pi�� segreti?Abissi del piacer con gl'inquieti?Sensi segu�� la mente che galoppa,?La fantasia malsana; e nella coppa?Cerc�� l'ultima goccia. E tutto il campo?Del possibile scorse (come lampo?Che ovunque guizza) e lo trov�� assai vasto,?Ma limitato. Nulla m'�� rimasto??Disse sognando, e con la sua possanza,?Con l'ingegno che annulla la distanza,?Con la muta sc?enza della carne,?I toccati confin vuole allargarne.
Si risovvenne ed invent��. La storia?Le fu maestra, ma ad infame gloria?Peggiore ell'�� d'ogni regina; strinse?Pi�� stretti i nodi alla chimera e vinse?Semiramide stessa invid?osa?Nel superbo sepolcro.
A mente che osa?Aiutata dall'oro e dal potere?Natura cede.
E nelle calde sere?Perfino il puro ciel complice anch'esso?Parea s'inebbriasse, a lei sommesso?Con le infinite stelle. Ed ella in alto?Guardava meditando un qualche assalto?Per convertire coi desiri occulti?Il firmamento ad infernali culti.
Lo spirto suo �� astuto, ardito e pazzo.?--Talor sdraiata in sull'alto terrazzo,?Talor seguente in mare le sue flotte--?Ora volutt��osa in lunga notte?Lontan dal sole nel gioir si affoga,?Ora il nemico di sua man soggioga.?Brevi battaglie lampeggianti adora?Ed orgie senza termine in cui l'ora?Passa obliata--Poi con regal calma?Oz?osa sogna all'ombra d'una palma.
? *
Ella tornava un d�� da una vittoria?Suprema, cinta d'abbagliante gloria.?E bella al par d'una immortai guerriera...?Il suo serto splendeva nella sera?Siccome un sol notturno sulla terra,?E il popol suo e quello vinto in guerra?Tremavano davanti al suo passaggio.?Ed il cielo taceva sovra il maggio?Fiorito e caldo, e la citt�� giuliva?Fiammeggiante brillava sulla riva,?Accesa tutta da un delirio immane,?Vivente mare fatto d'onde umane,
Sul re captivo ella teneva fise?Le
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