La vita sul pianeta Marte | Page 4

Giovanni Virginio Schiaparelli
parlare; ora aspira a più alta meta, e ansiosamente comincia a spiare, se
qualche voce di simpatia e di fratellanza non ci possa venir dalle profondità cosmiche; e
per ottenerne indizio è pronto a spender per un solo telescopio più somme, di quante ne
abbian spese in favore della scienza pura tutti i secoli precedenti insieme considerati.
Ecco uno, un solo dei tanti aspetti nobili, moralmente grandiosi, poetici, sotto cui si
presenterà alla posterità imparziale quel secolo, che allo spettatore unilaterale sembra

essere per eccellenza il secolo della prosa, dell'egoismo, della meccanica brutale, dei
godimenti materiali. Noi siamo migliori di quello che crediamo essere! La stessa
difficoltà che proviamo ad esser contenti e soddisfatti di noi medesimi, è un segno di
progresso e di forza. Ma torniamo al nostro argomento.

II.
Nella scala delle orbite planetarie, la Terra occupa, a partir dal Sole, il terzo posto e
Marte il quarto. L'orbita di Marte comprende quindi dentro di sè l'orbita della Terra; ed è
di essa più grande nel rapporto di circa 3 a 2. Ambedue le orbite sono di forma
leggermente ovale, ma così per l'una come per l'altra la differenza fra il più grande e il
più piccolo diametro è relativamente trascurabile: in altre parole, la differenza di queste
orbite da un circolo perfetto è assai poca, tanto che occorrebbero disegni in molto grande
scala per renderla sensibile a misure fatte col compasso. Il Sole non si trova nel centro nè
dell'una, nè dell'altra, e questo difetto di centratura è assai maggiore per Marte che per la
Terra. La Terra gira intorno al Sole in ragione di 30 chilometri per minuto secondo;
Marte in ragione di 24 chilometri. Essendo questi più lento, e dovendo percorrere un
circolo più grande, impiega, a far il suo giro completo intorno al Sole, 687 giorni, quasi il
doppio dei 365 che impiega la Terra a fare il proprio.
Quindi appare subito manifesta la ragione per cui così di raro Marte rifulge in tutto il suo
splendore. Movendosi i due astri intorno al Sole in periodi così differenti, per lo più si
troveranno in parti molto distanti dello spazio celeste, e soltanto saranno vicini, quando
l'uno e l'altro giaceranno nella medesima direzione a partir dal sole. Trovandosi allora i
tre corpi (Sole, Terra, Marte) in linea retta, e la Terra (come quella che è più vicina al
Sole) occupando il posto di mezzo, allo spettatore terrestre, Marte ed il Sole appariranno
in plaghe opposte al cielo; e questo intendono dire gli astronomi quando parlano di Marte
in opposizionecol Sole. Le epoche adunque in cui Marte si presenta a noi più vicino, sono
quelle delle opposizioni, le quali ricorrono ad intervalli di circa ventisei mesi, o 780
giorni.
[vedi figura 01.png]
Ma non in tutte le opposizioni Marte giunge ad avvicinarsi alla Terra in egual misura.
Mentre l'orbita della Terra è quasi esattamente centrata sul Sole, quella di Marte è invece
notabilmente eccentrica: la loro proporzione e disposizione può vedersi rappresentata
nella figura qui a lato, dove S rappresenta il Sole, il circolo minore è quello della Terra, il
maggiore quello di Marte. Ora si vede subito, che quando i due pianeti si avvicinano fra
loro nella parte più serrata dell'intervallo fra le due orbite, la Terra essendo in T e Marte
in M, si ha il massimo avvicinamento possibile, siccome (con poca differenza) è accaduto
nel 1877 e nel 1892, e di nuovo accadrà nel 1909. Queste, che ricorrono ad intervalli
alternati di 15 e di 17 anni, diconsi le grandi opposizioni. Marte allora è veramente
stupendo a considerare coll'occhio nudo, ma più ancora col telescopio. Tuttavia anche in
tale favorevolissima posizione il suo diametro apparente non supera la settantacinquesima
parte del diametro apparente del Sole o della Luna: così che occorre un telescopio
amplificante 75 volte perchè in esso Marte si presenti come la Luna all'occhio nudo. Ma

nelle comuni opposizioni non si arriva neppure a tanto: e quando i due pianeti occupano i
punti designati sulla figura con T' M', la minima loro distanza T'M' è quasi doppia della
TM. In queste opposizioni meno fortunate il massimo diametro apparente a cui Marte può
arrivare non supera 1/150 del diametro lunare, ed è necessario amplificarlo 150 volte per
vederlo come la Luna ad occhio nudo. La sua superficie apparente e la sua luce sono
allora soltanto il quartodi quella che si vede nelle grandi opposizioni.
Non conviene dunque illudersi su questi, che abbiam chiamato avvicinamenti di Marte
alla Terra; sono vicinanze relative, e la Luna, che pure dista da noi trenta diametri del
globo terrestre, ha ancora su Marte un grandissimo vantaggio. Il 2 Settembre 1877 e il 6
Agosto 1892, giorni delle ultime grandi opposizioni, ebbe luogo la minima distanza
possibile del pianeta, che fu di quasi 57 milioni di chilometri e di
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