io forse raddoppiato invece di spiegarlo? Non è miglior
spiegazione la loro, quando dicono che Dio volle incarnare il proprio
figlio, perchè morisse per noi, e ci redimesse? Tutte le spiegazioni sono
così. Dinanzi ad un malato voi non dubitate della malattia, non vi
chiedete se essa non sia piuttosto una nuova forma della vita, la vittoria
di un vivente sopra un altro; per voi, per la medicina, la malattia invece
è il nemico della vita, perchè scompone una individualità. In questo
caso le spiegazioni della scienza, davanti al mistero della natura, in che
cosa sono superiori a quelle della religione, di fronte al mistero dello
spirito?
Il dottore, allegro di essere riuscito ad interessare Bice con quel
discorso, si lasciò battere volentieri.
--L'eterna guerra fra la scienza e la filosofia!--replicò sorridendo:--voi
ci accusate di non capire, noi vi accusiamo di non fare. Tu dovresti
stare per la scienza, Bice, e farci il thè.
--Trecentoventinove,--proruppe Giorgi:--dottore, Prinetti ha bisogno di
voi, sta male.
--Starebbe meglio se, invece di perdere delle puglie, perdesse un po' di
grasso. Sei tornato troppo presto dall'Africa; con qualche altro anno
laggiù ti saresti prosciugato.
Quando Bice ebbe servito il thè a tutti, tornò presso il camino:
l'atmosfera del salotto sembrava cambiata. Rosa, la vecchia cameriera,
venne silenziosamente a mettersi dietro De Nittis: la sua faccia grinzosa,
fra la cuffia nera e il largo fazzoletto di lana a quadroni cupi sulle spalle,
pareva assopita. Adesso tutti parlavano, il dottore era tornato alla sua
poltrona, De Nittis, il solo che fumasse, aveva accesa una sigaretta
costringendo Bice ad accettarne un'altra; ma la ragazza sembrava
ricadere, ogni tanto, in una penosa meditazione.
De Nittis le prese una mano.
--Domani verrà Lamberto.
Ella sussultò.
--L'ho visto oggi; fra voi due è necessaria una spiegazione. Dovete
ascoltarlo, prima di giudicare.
--Perchè ascoltarlo, quando ho già sentito?
--Ascoltatelo nullameno. Voi non siete una donna volgare, per la quale
il dispetto possa essere una ragione; quando gli avrete parlato, sentirete
che cosa il cuore vi detta. La vita è troppo profonda, perchè si possa
pretendere di indovinarla alla prima ruga della sua superficie.
Ella parve raccogliersi.
--Mi dirà quanto ha detto a voi, che non ne siete rimasto persuaso,
poichè non volete ripetermelo.
--Bice, voi soffrite troppo ora.
--No, è passata.
E si stese languidamente sulla poltrona: la sua debolezza, in quel
momento, era pietosa. De Nittis la considerò a lungo, respirando quasi
involontariamente la poesia dolorosa della sua figurina.
Dopo qualche minuto, Bice riprese con voce lenta:
--Mia madre è morta d'amore, me l'avete detto voi stesso. Quando
penso a lei, io, che non ho potuto conoscerla, credo che dovrò morire di
una morte anche peggiore. Mi fa pena per voi altri, specialmente pel
povero dottore; egli avrebbe voluto fare di me una giovinetta fiorente, e
non è riuscito che ad una larva di donna.
De Nittis protestò con un gesto.
--Non vedete come tutti siete penosamente preoccupati della mia
rottura con Lamberto, temendo che ne esca infranta? Qualunque altra
ragazza vi si mostrerebbe nella pienezza della propria natura; io debbo
invece ritrarmene. Sono come quei cagnolini, che scappano in casa al
primo tuono.
--Ho promesso a Lamberto che lo riceverete dimani, sulle due,--rispose
De Nittis tagliandole quello sfogo.
Ella titubò.
--Lo volete?
--Sì, per voi.
Bice rimase lungamente incantata nella fiamma. La sua fisonomia, non
bella, perdeva in tale fissazione quella dolce gracilità di ammalata, che
era la sua sola luce; allora De Nittis tacque, ma conoscendo tutta la
delicata energia della sua anima, avrebbe preferito qualunque altra
reazione angosciosa all'abbattimento di quella calma. La vecchia Rosa
scambiò uno sguardo con lui.
--Che cosa avete mangiato oggi?--chiese a Bice il dottore.
--Non ho mangiato.
--Allora invitatemi a cena, mangeremo insieme.
Ella diede un'occhiata supplichevole.
--Benissimo, dieta dappertutto!--proruppe.--Domani mattina alle undici
verrò a far colazione qui; vedremo un poco! Rosa, sapete che voglio
mangiar bene.... ho mangiato così male da studente, che me ne ricordo
ancora. Adesso, signorina,--proseguì consultando il proprio orologio,
un grosso cronometro d'oro,--mi farete il piacere di andare a letto.
Verrò a salutarvi nella vostra camera.
--Ma, dottore....
--Niente! vai, o ti porto via in braccio.
Ella si alzò con Rosa, salutò tutti: il dottore le diede un bacio sui
capelli.
Erano le dieci e mezzo, il salotto tornò grave.
--Temete che si ammali?--chiese a bassa voce la contessa Ginevra al
dottore.
--No.
De Nittis era pensieroso. Quell'aria rassegnata di Bice significava che
la ferita era profonda, quindi la sua eccessiva debolezza rendeva,
malgrado ogni asserzione del dottore, probabile una catastrofe. Tutti lo
temevano.
--Vi dico,--egli replicò, dopo una pausa,--che non si ammalerà. Perchè
si ammalerebbe? Ella non ama Lamberto.
--Non ama Lamberto!--proruppe Giorgi.
--E perchè?--chiese De Nittis fissando sul dottore uno sguardo
luminoso.
--Perchè?! Essa è troppo anemica per amare davvero un giovane così
bello e robusto.
A questa osservazione, terribile
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