cordiale ed onesta! Dunque, miei buoni reverendi, non serve che io insista davantaggio.... Compite l'opera di carit��, liberatemi da questo incubo di acqua piovana da cui sento a dozzine filtrarmi i reumi nelle carni e nelle ossa. Io spero bene di potere un giorno compensarvi...
--Calmatevi, gentildonna, interruppe il parroco con apostolica benevolenza; poich�� il Signore Iddio e la beata Dorotea nostra patrona ci hanno voluto porgere una cos�� bella occasiono di esercitare la carit�� e la fratellanza cristiana, noi soccorreremo con gioia al vostro infortunio, esclusa ogni idea di compensi terreni. Don Fulgenzio, conducete subito alla guardaroba questa donna sventurata! La nostra guardaroba, o gentildonna, non pu�� fornirvi che degli abiti da prete; ma, tanto, per questa notte vi serviranno... Domani si penser�� a far asciugare e stirare le vostre gonnelle; e voi potrete, o signora, colla benedizione di Dio, riposata ed incolume, proseguire il vostro cammino.
Il visconte, amantissimo, come sappiamo, delle strane avventure, all'idea di quel nuovo e bizzarro travestimento, prov�� un sussulto di gioia, e seguendo senz'altro attendere il coadiutore che lo precedeva col lume, sal�� con esso alle stanze superiori, dove il dabben prete, dopo avergli messo innanzi un copioso assortimento di braghe e di sottane nere, lo lasci�� solo. Era don Fulgenzio uno di quei preti esemplarmente morigerati, ai quali sembra di commettere peccato mortale al solo gettar gli occhi sul collo ignudo di una donna.
In meno di un quarto d'ora la trasfigurazione del visconte fu completa. I due reverendi che lo attendevano nel salottino, al vederlo rientrare, non poterono trattenere un'esclamazione di meraviglia. Essi erano ben lungi dall'immaginare che una donna potesse con tanta dignit�� e disinvoltura portare l'abito sacerdotale. Il visconte avea le sembianze di un ingenuo e modesto diacono, che rientra dalla chiesa nella sacristia dopo aver celebrata la sua prima messa.
--Miei ospiti reverendi, disse il giovane coll'accento della pi�� cordiale riconoscenza, in questi abiti asciutti e puliti m'�� sembrato di rivivere. Ora, vi prego di non darvi altra pena per me. La notte �� molto avanzata, andate a riposarvi. Io attender�� il mattino in questo salotto, dormir�� sovr�� una seggiola....
--Per verit��, interruppe il parroco, saremmo stati imbarazzati ad offrirvi una camera ed un letto. Domani, per solennizzare il centenario della nostra santa patrona, deve giungere a Mirlovia l'arcivescovo di Rosinburgos, e noi, naturalmente, abbiamo gi�� preparati i letti e addobbate le camere per alloggiare monsignore ed il suo seguito. Poich�� non vi disgrada di passare la notte in questo salottino, vi prego di osservare che qui vi �� un divano abbastanza soffice e pulito, dove potrete coricarvi. Buona notte, signora! Sulla mensa c'�� del pane e del cacio, nel fiaschetto dell'eccellente malvasia; servitevi a piacer vostro! Noi siamo affranti dalle fatiche della giornata e abbiamo bisogno di dormire in pace qualche ora.... Che il buon Dio vi benedica e guardi noi tutti dalle tentazioni!
--Amen! rispose don Fulgenzio, uscendo col parroco dal salottino.
E il visconte rimase solo a pavoneggiarsi nel suo abbigliamento da abate, in preda ad una esaltazione di ilarit��, che mai l'uguale gli era accaduto di gustare nelle molteplici vicende della sua vita avventurosa e brillante.
CAPITOLO V.
La pioggia era cessata, le nubi si diradavano, e all'orologio del campanile battevano i tre tocchi.
--Non mi farebbe male l'adagiarmi per qualche ora su quel divano, pensava il visconte, dopo aver sorseggiato un mezzo bicchiere di malvasia. Alle cinque i miei reverendi ospiti saranno in piedi, ed io... Ma... ho ben inteso? Qualcuno ha bussato alla porta di strada... Due colpi ancora... Chi sar�� il malcreato che ad ora s�� avanzata della notto osa martellare con tanta ferocia la porta della casa parrocchiale?...
Balz�� dalla seggiola, prese il lume, attravers�� lesto lesto il porticato, fu alla porta, l'apr��, e il visconte si trov�� di faccia un giovinotto, il quale teneva tra le mani un bambinello mal coperto di cenci, che strillava come una capretta...
--Chi siete? che volete? domand�� il visconte, fissando nello sconosciuto il suo sguardo penetrante e sereno.
--Mi scusi tanto, rispose il giovine, se ho dovuto disturbarlo a quest'ora... Ma si tratta di un caso molto grave... Un disgraziato forastiero che questa notte ha preso alloggio all'albergo del Pappagallo, versa in grave pericolo di vita e reclama gli estremi conforti della religione. �� necessario che vi affrettiate.... Una bella e pietosa dama, che ha prestato al poveretto le prime cure, mi ha raccomandato la maggior sollecitudine. Voi vedete dunque, monsignore reverendissimo...
--Io vedo, rispose il visconte al colmo dello stupore, un neonato che strilla; e tu mi parli di un moribondo!... Che istorie son queste?...
--In verit�� sono istorie da perderci la testa.... Mentre io bussava alla porta, ho sentito guaire sul lastrico questo marmocchio mal fasciato. Sulle prime ho creduto di aver messo il piede sulla coda d'un gatto... Ma poi... toccando... palpeggiando... ho dovuto convincermi...
--Sta bene! interruppe il visconte; tu m'hai l'aria di un buon

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