dava piacere,?ché l'arte ha sin ne' cori a tasteggiarle,?e conforme a' cervei sa porre il zolfo,?tal che tutte voleano il duca Astolfo.
35
Avino, Avolio, Ottone e Berlinghieri?seguiano le sue fogge e i suoi vestigi,?e politi serventi cavalieri?passavan fra le dame di Parigi.?Ma Namo, il padre, mettea lor pensieri?di ragion mille, oscuri e neri e bigi,?perch'era avaro e dava poco il mese,?e le mode valevan di gran spese.
36
Anzi patian da quello gran rabbuffi:?spesso d'emanciparli gli minaccia.?--Che cosa son que' cappellin? que' ciuffi??que' pennacchin?--gridava rosso in faccia.?--A che vi servon le frangie, i camuffi??Di farmi impoverir qui si procaccia;?cervelli bugi, frasche, fumo e vento,?vi diserederò nel testamento.--
37
Essi, che questa cosa pur temeano,?ma il bel costume non volean lasciarlo,?merci a credenza e danari toglieano,?dicendo:--Pagheremo al sotterrarlo.--?E da' mercanti un avvantaggio aveano?ne' libri, e si credea di poter farlo:?che ciò che valea trenta mettean cento;?e nondimeno ognuno era contento.
38
Re Salomon, quantunque d'anni grave,?voleva anch'esso corteggiar le donne.?Nel luogo delle gote avea due cave?ed era di struttura un ipsilonne.?Pur s'ingegnava a ragionar soave?ed alle dame diceva:--Colonne,?e un giorno feci e dissi, e son terribile;--?e si facea da qualcosa al possibile.
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E perch'egli era sordacchione affatto,?le dame, stanche di sue scempierie,?gli diceano:--Siam secche, vecchio matto,?vecchio bavoso--ed altre leggiadrie;?e poi ridean tutte quante del tratto.?Ei credea delle sue galanterie?ridesser, donde anch'egli ismascellava,?sicché ognuno le risa raddoppiava.
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Il marchese Olivier faceva il saggio,?ed i serventi correggeva spesso.?--Io non intendo--dicea--qual vantaggio,?qual piacer sia stare alle donne appresso.?M'infastidisce oltremodo il linguaggio,?la stravaganza e il pensar di quel sesso;?io l'ho ben mille volte maledette,?perocch'elle son macchine imperfette.
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Anzi non so com'uom, ch'abbia la testa,?con quelle gazze un'ora possa stare.?Vi giuro, piú la donna m'è molesta?quando la dotta e la saggia vuol fare.?S'ella avrá ben danzato ad una festa,?e l'_andrienne_ si sentí lodare,?questo le basta a uscir fuor di se stessa?e a giudicarsi qualche monarchessa.
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Come mai non v'ammazzan le pretese?c'han sopra voi per quanto lungo è l'anno??a quelle ciarle, a quelle lor contese?come non affogate dall'affanno?--?Cosí gridava Olivieri marchese;?ma vendea nondimen rascia per panno,?e si sapea che in certe catapecchie?era lo spasimato di parecchie.
43
A' costumi cambiati, alla lettura?riformata ed all'ozio ed alla pace,?cambiata non avea la sua natura?Gan da Pontier, traditor pertinace.?Vero è che i tradimenti suoi misura?e rimoderna anch'esso, e si compiace?di non trattar co' regi danno al regno,?ma in fraudi piú all'usanza pon l'ingegno.
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E verbigrazia, essendo assai persona?di Carlo vecchio, il conducea pel naso:?molte ingiustizie a sua santa corona?faceva fare in uno o in altro caso.?L'incarco t?rre a qualche anima buona?e darlo a un birro l'avea persuaso,?ché de' gran merti non ne dava un fico:?chi piú lo regalava era suo amico.
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Per venti scudi avrebbe querelato?di lesa maestade un suo fratello,?e s'infingeva ancor farsi avvocato?per le ragioni or di questo or di quello.?Chi s'affidava era poi consolato,?e si può dir gli menasse al macello,?perch'egli proteggeva tutti quanti,?ma la ragione avea quel da' contanti.
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E nondimeno ogni giorno alla messa,?anzi alle messe andava: si può dire?che n'ascoltava con faccia dimessa?tre o quattro, che pareva il _Dies irae_.?Ed ogni settimana si confessa,?e a dir ?_mea culpa_? si facea sentire;?massime quando avea l'assoluzione,?mette sospir ch'assordan le persone.
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Quando giurare a qualchedun volea,?acciò credesse le bugie la gente:?--Per quella santa confession--dicea--?che feci stamattina indegnamente.--?E s'un giurava per Dio, si torcea?facendosi la croce prestamente;?e poi, volgendo l'occhio, dicea piano:?--Non nominate il Signor nostro invano.--
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Ma scandol sempre giva mulinando:?mai non tenea la sua mente in quiete.?Talor soletto andava passeggiando?lá dove son le dinunzie secrete,?e in quelle bullettin venía gettando?contro al tal uom, al tal frate, al tal prete,?e cagionava ben mille sciagure;?poscia ingrassava udendo le catture.
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Un altro spasso avea il fraudolente:?che tenea spia di tutti gli amoretti;?poi di soppiatto avvertiva il servente?e inventava raggiri, atti e viglietti,?tal che faceva piú d'un uom dolente,?e nascer mille ciarle e tristi effetti,?e dissension nelle case e vergogna,?e andar gli sposi in mitera ed in gogna.
50
Gan cosí rimoderna i tradimenti?con l'aiuto de' conti di Maganza,?Griffon, Viviano, Anselmo e piú di venti?di que' paesi o razza o mescolanza,?i quali in viso parean buone genti,?divoti in chiesa e pieni di creanza,?ma poi la notte taluni rubavano?e alla bassetta e al faraon baravano.
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Si spacciavano ognor quelle genie?con grave ostentazion da genti oneste,?ricomponendo le fisonomie,?portando fibbie antiche e antica veste.?Oltre a ciò, le fetenti ipocrisie,?le iniquitá, che furon sempre péste,?derise ed abborrite dall'uom saggio,?avevano in quel secolo un vantaggio.
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De' maganzesi ipocriti cristiani,?e de' giusti cristian buone persone?avevan fatto i scrittor furbi e cani?un certo guazzabuglio, un fascellone?da non separar piú da ingegni umani;?in modo tal che il titol di ?briccone??era cassato dal vocabolario:?l'usava alcun talor, ma pel contrario.
53
Ugger danese, che della pagana?legge alla nostra era venuto un giorno,?fatto vecchio servente a Galerana,?con essa tutto il dí facea soggiorno,?perch'ell'era decrepita e mal sana.?Ugger fedele l'era sempre intorno,?allo sputo porgendole la tazza,?né piú si ricordava la corazza.
54
Poiché tra lor ragionato s'avea?di quel che giova al viver nostro e nuoce,?Galerana il rosario fuor mettea?ed
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