del
tentativo.... Vedete qua Tuccio di Credi, il quale sostiene che la
somiglianza è tutta dovuta alla parsimonia dei tratti. Il vostro protetto
ha trovata l'aria della figura, e nient'altro. Se dovesse fare un ritratto, si
troverebbe molto impicciato.--
Mastro Jacopo crollò sdegnosamente le spalle.
--Eh via, lasagnoni! Quello è un giovane che, se vorrà fare un ritratto,
anche da pittore novellino qual è, lo farà, in barba a tutti voi, quando
avrete messo su barba.
--Parri della Quercia non è di questa opinione.
--Ah, Parri?... sentiamo qual è l'opinione di messer Parri della
Quercia.--
Parri, così tirato in ballo dalla imprudenza del Chiacchiera, si fece
modestamente a rispondere:
--Io, veramente, maestro, non intendevo di togliere i meriti al vostro
nuovo scolaro. Non lo conosco ancora di persona, ma lo stimo già assai
per questi tocchi di penna, che voi ci avete proposti ad esempio. Dicevo
solamente che madonna Fiordalisa....--
Jacopo di Casentino diede un balzo e guardò il migliore de' suoi
discepoli con aria tra maravigliata e scontrosa.
--Che c'entra madonna Fiordalisa?--diss'egli interrompendolo.
--Eh, c'entra in questo modo,--rispose Parri della Quercia,--che nei
quattro tocchi di cui parlavamo dianzi, quando voi siete capitato....
Eccoli qua, del resto; non ci vedete il ritratto di madonna Fiordalisa?
Almeno almeno, si può dire che arieggiano la sua figura.
---Sia pure;--disse mastro Jacopo, col piglio di chi non vuol negare nè
ammettere una cosa.--E che cosa dicevi tu dunque?
--Dicevo che madonna può riconoscersi in questi contorni, ma che
questo non può dirsi un vero ritratto. Un ritratto della vostra figliuola io
l'ho per la cosa più difficile del mondo, se non per avventura
impossibile. Madonna Fiordalisa ha un'aria così mutevole!
--Aria mutevole! aria mutevole!--borbottò mastro Jacopo.--Non so che
cosa intendiate di dire, con quest'aria mutevole. I vecchi pittori non le
conoscevano, queste novità del vostro gergo.
--Maestro,--entrò a dire il Chiacchiera, vedendo che Parri della Quercia
era rimasto mutolo,--sono le parti mobili del viso, che fanno di questi
scherzi. Il viso ha le sue parti mobili; è l'opinione di Tuccio di Credi.--
Mastro Jacopo andava di meraviglia in meraviglia.
--Ah sì! Anche Tuccio di Credi ha un'opinione?--chiese egli, con
accento sarcastico.
Tuccio di Credi fu toccato sul vivo da quelle parole, ma più dal tono
canzonatorio con cui erano profferite.
--Che male ci sarebbe, maestro?--disse egli.--E che ci vedreste di
strano?
--Niente, in verità; niente strano in voi altri. E non ci sarebbe neanche
ombra di male, se almeno voleste prendervi il fastidio di lavorare. Siete
lasagnoni, buoni a nulla.... Cioè, mi correggo; siete buoni a far
chiacchiere; tanto che uno di voi ci ha buscato il soprannome.
Ragionare di principii, far trattati, inventar dottrine, ecco il fatto vostro.
Lavoro, vuol essere, lavoro, e poi sempre lavoro. Le ragioni dell'arte
son qui, nel braccio e nella schiena; il resto non vale più che tanto.
Fatemi la grazia di lasciare le ragioni dell'arte, i principii, i trattati, a
coloro che sono invecchiati nell'operare. Anche voi, un giorno, quando
sarete giunti a compieta, potrete dire ai giovani: così va fatto e così non
va fatto. In nome di che? In nome della vostra esperienza. Senza di
questa non ci son dottrine che tengano.
--Maestro,--osò dire il Chiacchiera,--voi restringete il campo dell'arte.
--Che campo m'andate voi sfringuellando? Il campo dell'arte! Ecco
un'altra invenzione dei pittori parolai. Dovevate vederlo che cos'era il
campo dell'arte, quando vivevano i grandi maestri. Non le si
conoscevano mica, queste cianciafruscole ai bei tempi di Taddeo Gaddi
e di Giotto!
--Giotto fu un rinnovatore dell'arte;--ribattè il Chiacchiera.--E noi
dobbiam mirar tutti a fare del nuovo.
--Ah sì? E credete che sia possibile, far sempre del nuovo? Badate,
lasagnoni, che le vostre novità non siano ritorni alle mosse. L'unica
novità, che io possa raccomandarvi è questa: fate, fate, non vi stancate
di fare. E per intanto smettete le ciance, che il fistolo vi colga!--
Ciò detto, maestro Jacopo si allontanò dal crocchio dando una poderosa
alzata di spalle. Al quale atto il Chiacchiera rispose per tutti, facendo le
boccacce. Poco stante si affacciava un giovinotto sull'uscio della
bottega.
--È qui mastro Jacopo di Casentino?--chiese egli con aria peritosa.
--È qui;--rispose il Chiacchiera.--Che cosa volete da lui?--
Mastro Jacopo aveva udito la voce del nuovo visitatore, ed era subito
escito sul limitare della sua camera.
--Oh, bravo, ragazzo mio, fatti avanti!--gridò egli.--Ti aspettavo. Eccoti
in casa tua. Questi sono i tuoi compagni di lavoro; Tuccio di Credi,
Parri della Quercia, Cristofano Granacci, Lippo del Calzaiolo, il
Chiacchiera... cioè, diciamo prima il nome che ha avuto a battesimo,
Angiolino Lorenzetti, e poi diremo quello che gli hanno appioppato le
persone intendenti.--
Il giovane a cui erano presentati in quella forma gli scolari di mastro
Jacopo, li salutò con un cenno grazioso del capo, indi soggiunse:
--Saremo amici, io spero.
--A voi, lasagnoni,--ripigliò maestro Jacopo,--salutate Spinello Spinelli,
l'autore dei
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