Il ritratto del diavolo | Page 4

Anton Giulio Barrili
buona volontà.
--Voi gli siete nemico, maestro;--rispose argutamente il giovine.--Lo si
vede dalle vostre parole. Ma io lo difenderò anche contro di voi. Per
esempio, quella sua storia di San Martino, nella cappella del
Vescovado....

--Ahimè, ragazzo, ahimè!--interruppe mastro Jacopo con un sorriso che
faceva contro alla mestizia della interiezione.--Bisogna essere stati a
Firenze e aver visto il Convito di Erode, che Giotto ha dipinto nella
cappella dei Peruzzi di Santa Croce; bisogna essere stati nella cappella
del Palagio del Podestà, e aver visto quel Dante Alighieri, improntato
di tanta dolcezza, che pare una cosa di cielo! Ma già, tu non vuoi
intender nulla, ragazzo mio. Come ti chiami?
--Spinello, di Luca Spinelli, messere.
--Ah, conosco tuo padre di nome, ed anche di veduta. È un uomo per
bene. E tu dunque, vuoi diventar pittore? Vediamo, che cos'hai fatto
finora?
--Poca cosa, maestro. Degli schizzi, dei tocchi in penna....
--Dal vero?
--Maisì, maestro, dal vero, ed anche ricordando le cose vedute.
--Già, come questo San Giovanni;--ripigliò mastro Jacopo, crollando la
lesta---Non copiar che dal vero, sai; oppure da Giotto, poichè non vide
meglio di lui chi vide il vero. Del resto, portami i tuoi occhi in penna.
Li vedrò volentieri.--
Mastro Jacopo, intanto, scendeva dal ponte per ritornarsene a casa.
Spinello Spinelli domandò in grazia di poterlo compagnare un tratto.
Tanto, era tutta strada per lui, essendo la sua abitazione da quella
medesima parte della città.
Come furono in via dell'Orto, poco lunge dal Duomo, il giovane disse a
mastro Jacopo:
--Ecco l'uscio di casa mia. Se permettete, maestro, dò un salto fin lassù,
prendo i miei disegni, che avete mostrato desiderio di vedere, e vi
raggiungo subito.
--Fa come ti piace;--rispose mastro Jacopo.

Spinello Spinelli andò via lesto come un capriolo, anzi come uno
scoiattolo; fece una manata delle sue carte, e, scendendo gli scalini a
quattro a quattro, ritornò sulla via. Mastro Jacopo quando egli lo
raggiunse, non era ancora giunto all'angolo del Duomo.
Il vecchio pittore diede una rapida occhiata a tutti quei fogli. Erano
studi dal vero, o reminiscenze, motivi buttati là, con un fare tra
l'accorto e l'ingenuo, che indicava una vera e fortunata indole d'artista.
Spesso non erano che quattro tocchi; ma in quei quattro tocchi si
vedeva la natura colta sul vivo.
Mentre egli così sfogliava i quaderni del giovine seguitando la sua
strada verso casa, gli venne veduta tra l'altre cose una figura di donna.
Era a mala pena accennata, ma il pittore non durò fatica a riconoscere
d'onde Spinello avesse tratto il suo tipo. E così, di sbieco, mentre
guardava la figura, gittò un'occhiata al suo giovine compagno.
Spinello non vide lo sguardo del pittore, ma lo sentì, e si fece rosso in
volto. Maledetta furia! O non avrebbe potuto egli aspettare una
mezz'ora, e portare egli i disegni a casa del maestro? Per la smania di
far presto, come se temesse di perdere l'occasione, aveva preso tutto
alla rinfusa, e quei quattro segni, in cui egli aveva fissato il ricordo di
madonna Fiordalisa, cadevano contro sua voglia sotto gli occhi del
babbo.
--In verità,--diss'egli allora, tanto per isviar l'attenzione del pittore,--son
povere cose e certamente indegne di voi. Ma, che volete? non so far
altro.
--Che! che!--rispose mastro Jacopo.--La modestia è una bella cosa,
ragazzo mio; ma tu ora fai torto alla natura, che ha voluto indicarti
molto chiaramente la tua vocazione. Ho caro di averti conosciuto.
Cimabue si tenne fortunato di essersi imbattuto in un pastorello che
disegnava le pecore del suo armento sui lastroni di Vespignano. Io avrò
in quella vece posta la mano su d'un artista formato.--
E dentro di sè, mastro Jacopo, come rispondendo ad una osservazione
del suo spirito famigliare diceva:

--Dopo tutto che male c'è? Se un artista simile diventasse mio genero,
dovrei averne dicatti. Sarebbe il miglior modo per legarlo alla mia
scuola e farmene un aiuto.
Indi, ad alta voce, mastro Jacopo proseguì:
--Vieni a bottega quando ti piace, anche oggi, se tuo padre si contenta,
io mi contento e godo. Non metto che una condizione ad averti con me.
--Quale? Io l'accetto fin d'ora;--disse Spinello, a cui brillavano gli occhi
dalla contentezza.
--Di tenere i tuoi tocchi in penna per me. Ci serviranno ad entrambi per
ricordo di ciò che eri, quando sei entrato a bottega da me.--
Spinello non capiva in sè dalla gioia. Un'ora dopo quella conversazione,
egli tornava dal pittore in compagnia dì suo padre. Luca Spinelli e
Jacopo di Casentino s'intesero facilmente, e il giovine Spinello rimase
a' servigi del maestro.
Quella sera, madonna Fiordalisa fu vista da lui nella luce modesta delle
pareti domestiche. Dio santo, com'era bella! Due cotanti più bella delle
altre volte, quando egli la vedeva in Duomo, agli uffizi divini, con gli
occhi bassi e la testa e il collo gelosamente custoditi da un velo
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