Il libro delle figurazioni ideali | Page 8

Gianpietro Lucini
vicina Primavera esulta,
cercando amore.
Amore insidia dalla rosa e ride
e passa il bel garzone e il giunge un
dardo:
egli piega morente e par che spiri,
cercando amore.

ALLA
MIA BUONA COMPAGNA.
II.
Restava Giulietta in mezzo a Romeo, e ad uno, chiamato Marcuccio il
guercio, che era uomo di Corte molto piacevole e generalmente molto
ben visto per i suoi motti festevoli e per le piacevolezze ch'egli sapeva
fare; perciocchè sempre aveva alcuna novelluccia per le mani da far
ridere la brigata e troppo volentieri senza danno di nessuno si
sollazzava............. Giulietta, che dalla sinistra aveva Romeo e
Marcuccio dalla destra, come dall'amante si sentì pigliar per mano,
forse vaga di sentirlo ragionare, con lieto viso alquanto verso lui
rivoltata, con tremante voce gli disse: benedetta sia la venuta vostra a
lato a me! E così dicendo, amorosamente gli strinse la mano.
La sfortunata morte di due infelicissimi
amanti, che l'uno di veleno e
l'altro
di dolore morirono; con vari accidenti.
MATTEO BANDELLO--Novelle.
PERSONÆ
Agunt et Cantant:
--GIULIETTA.
--ROMEO.
--MERCUTIO.
--L'ANIME
DELLA NOTTE.
AZIONE.
_Notte vicina all'alba. Nei giardini dei Capuleti: un verone splende solo
al palazzo tra li alberi: una scala di seta pende dalla ringhiera. La luna
cala dietro le torri ed i campanili._
L'ANIME DELLA NOTTE.
Zitti: il Montecchio dal giardino ascese
per l'ardua via al talamo
nuziale,
chè la canzon dell'Ora egli già intese
a intonargli l'invito
augurale.

Zitti: la brezza va lungi e riporta
baci e sospiri fin sotto all'arcate
in
cui s'asconde vindice la scorta
dei Capuleti, vigilando armata.
Or la fontana rida ai suoi zampilli
sul laghetto dei cigni: e in bianche
forme
vaghino le visioni: or riscintilli
la Luna in fronte alle soavi
torme.
Ecco, scorron sull'erbe a cui rugiada
diamanta le foglie e i lunghi veli

trascinan qui sui bei fiori di giada,
in mezzo alle pervinche e a li
asfodeli.
Noi, sospiri dell'Ora, andiam vagando
ed abbiam per baciarsi e
bocche ed ali:
l'armonia qui si compie tra i lilliali
petali e tra le rose
e va incantando:
i mister' della Notte a quando a quando
urgono
amore e fremono speciali
avvolgimenti, poi ch'ora già spira

coll'Orgoglio e coll'Odio impeto d'Ira.
MERCUTIO _(di lontano)_.
S'ilare ho il volto e più giocondo il cuore
e sul labro mi sboccia come
un fiore
la parola, la Fata m'asseconda.
Perchè stan fiori al prato e stelle in cielo,
perchè muore e risorge
Primavera
e il vin di Cipro al mio pensier fa velo
e m'immaga l'idea,
forse è sincera
passione umana? Ecco, all'alto ora anelo
colli
sguardi e col cuore: ed è questo un bisogno
dell'anima o un bizzarro e
vago sogno?
Regina Maab per certo mi circonda.
L'ANIME DELLA NOTTE.
Zitti: Mercutio ride e si sollazza
per quest'ombre diafane d'Aprile
e
s'accorda alla notte allegra e pazza
l'ebrietà dei vini. Zitti: un monile

più ricco che le perle alla corazza
e alla gorgera pongono le braccia

candide dell'amata: oh sulla faccia
baci, riccioli, lagrime e
blandizie!

Zitti: dormono i cigni: la fontana
gorgheggia, van le forme alate
intorno.
Oh portento! Noi siam dell'Ora strana
i sospiri e moriam
come sia il giorno.
ROMEO _(dal verone illuminato con un ampio gesto
verso
l'occidente)_.
O Luna, o bella Luna, non calare!...
L'ANIME DELLA NOTTE.
Zitti: i Genii risurgon dalle rose
ed il prato assomiglia a un verde
altare,
steso alle vaghe vittime amorose.
MERCUTIO _(avvicinandosi oltre il muraglione)_.
Regina Maab però non s'accontenta
di perlustrar le stelle ad una ad
una,
chè, morto il Sol, (il mondo s'addormenta),
il popolo dei Miti
Ella raduna
e discende col raggio della luna:
innanzi al carro d'or
l'araldo squilla
ed Essa come un'agata scintilla,
Regina Maab, bella
Regina bionda.
Così cala alla terra e, ad incensieri,
splendono innanzi calici di gigli:

cala, s'avanza e posa all'origlieri
candidi e ai grami ed ispidi
giacigli,
e fa sognare: o vision' che i cigli
bianchi e bruni ricercano,
o divina
Arte d'uscir dai sensi ed indovina
Scienza che scifra quanto
ne circonda!
O gentil turbamento ai giovinetti
cui Proscenete la rosa disfiora

idealmente, e contese nei letti,
sapute avanti l'esperienza e l'ora;

forse per ciò son già sperti ginnetti
le zitelle che allor calca supine

ed ammaestra: o molli e alabastrine
membra che informa all'opera
gioconda!
ROMEO e_ GIULIETTA sul verone abbracciati. La scala di seta
dondola alla brezza e batte sui ferri di lancia del davanzale: uno squillo

debole ne suscita. La luna batte in fronte ad un monile sui capelli
biondi della fanciulla e sorgon raggi._
ROMEO.
O Luna, o bella Luna, non calare!
Se in quest'ora è la vita ed ora è
notte,
non più risplenda il dì, non più l'avare
luci s'accendano e
l'Erebo inghiotte
il fuggente Titano invidioso;
e se manchiam nel
sogno radioso,
così, non fu già mai questo morire!
L'ANIME DELLA NOTTE.
Quando parlan li amanti van secreti
fascini per le spere: or mai le lire

non cantan come i baci: or mai discreti
si nascondono i Genii. O
bel languire
di due giovani bocche e di due seni!
ROMEO.
Innalza l'occhi tuoi fermi e sereni,
sorella mia; a che ti giova il pianto?

Lascia, lascia che il gaudio or mai si sfreni
alto e libero in faccia
all'a venire.
GIULIETTA.
Triste ho il cuor: questo istante che ci sfugge
dolor rimena: oh se
nemica tanto
non fosse la
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