Il libro delle figurazioni ideali | Page 9

Gianpietro Lucini
tua casa! A che ci strugge
passione e ci
avvelenan l'odii e l'ire?
ROMEO.
Angiol di luce, or taci: per il mondo
non stan contese: Amor porge il
bicchiere
e ci invita al festino: oh, più fecondo
di bell'opre non fu
certo il Piacere.
Innalza, innalza il cuore! oltre le stelle
sta il paese d'Amor, che ne
rivela
colla Fede, il Desire le più belle
forme esprimendo ai sensi:

or mai la mano
acconsente ed invita al sovra umano
festino e
l'occhio tuo anche si vela
alla dolcezza estrema... ah, tutta mia

Vergine, assurta dalla Poesia,
in questa notte, a questa arcana Gloria!

Sacrilegio non è soffocar l'odii,
che stagnan accidiosi alla memoria;

baciar convien, baciami in bocca e godi.
GIULIETTA.
Desio di forme va presto e non dura,
nè si rinnova come Primavera:

nè Passion di sensi s'assicura
se pur dal labro or mai esca sincera.

Vedi, già muor nell'alba questa pura
notte: o Romeo, dell'ora
estasiata,
come sorgerà il dì, come baciata
ti avrò la bocca, rimarrà
il ricordo?
L'ANIME DELLA NOTTE.
Silenzio: i Genii fan l'ultimo accordo
sulle rose dei prati: oltre ai
castelli
trema la luce nuova: o luna, o belli
pallid'Astri, così voi
disparite!
MERCUTIO _(sotto il muraglione del giardino)_.
E che Regina Maab d'aspre ferite
piaghi il cuor e la mente tutti sanno:

la faccia imbianca pel desio d'amare
strugge muscoli e nervi e
ordisce inganno;
la fiera umilia ed accende la mite
agnella, poi che
a Venere comare
prude l'uzzolo e chiama a sè Cupido,
lercio
garzone, mentitore e infido.
Si badi a Primavera e a ben amare!...
ROMEO _(dalla stanza illuminata, pregando)_.
O Luna, o bella Luna, non calare!
GIULIETTA.
E se tu m'ami dillo veramente!

MERCUTIO _(allontanandosi)_.
....Poi che Regina Maab torna alle stelle
ed il lievito lascia nella
mente
che dietro al sogno viaggia: ahimè! le belle
si fanno il volto e
l'occhi ottimamente....
come il vin che rianima e ci strega....
ROMEO _(apparendo sul verone)_.
Arresta ancor: la tenebra s'annega
in un mare di luce: oh,
incantamento
che ci ruba il volar triste del Tempo....
GIULIETTA _(in un ultimo abbraccio)_.
O Romeo, o Romeo, serba il ricordo!...
L'ANIME DELLA NOTTE.
Freme dei Genii ancor l'ultimo accordo
e le rose dei prati apron li
stoma:
nuovi fior, nuovi canti e nuovi aroma!
GIULIETTA.
Buona notte, Signor, l'aerea chiostra
si spalanca alla luce ed al
dolore...
ROMEO _(scendendo dalla scala di seta)_.
O, buona notte, sì, poi che migliore
giorno non vedrà mai la vita
nostra,
e se triste è il presagio che t'accora,
questo bacio lo fughi, o
bella e pura
Donna ideale, questo bacio estremo,
or ch'Oriente,
come fa, s'inostra.
GIULIETTA.
O Signor, come il giorno m'impaura!
E a che speranza, s'ogni cosa io
temo?
Portami via! Ah!... Il bacio dell'Aurora.

MERCUTIO _(più lontano)_.
Torna Regina Maab al suo riposo
colla chioma ricinta di viole

rubate al Mondo e di pianti e di lai;
e Titania abbandona il vecchio
sposo....
L'ANIME DELLA NOTTE _(fievolmente)_.
Sorge il sol, sorge il sole, il sole, il sole!...
Muto l'incanto ed alto il
giorno è or mai!...
FINE DELL'AZIONE.
III.
Canta la brezza vocale tra li alberi e dice:
«perchè stormite? giunge
Primavera?»
Passa la luna d'argento e alle nuvole incita:
«fuggite presto:
Primavera giunge.»
Schiudonsi ai fiori le foglie ed i petali azzurri:
«beviam la luce
«cantano» novella.»
Batte al mio cuore, ch'attende dolcissimo, Amore
e lo sforza e vi
siede in signoria.
Se amar m'è dato all'annuncio del tiepido sole,
quando l'animo s'apre
a questa rinascenza;
se il dubio or mai colle torbide nebbie disfuma
accidioso e lento,
amar vorrei
come un bizzarro fior selvaggio e giovane innanzi
all'erbe ed alli
augei nidificanti.
Se a me venisse la Donna prescelta e amata:
«dolce è giaciglio sulla

prateria,»
direi, «sotto a quest'alberi e i germogli nuovi
a chiederci il secreto
della Vita.»
AL PITTORE
LUIGI ROSSI.
IV.
_«Hèlas! hèlas, il n'est plus «disaient-elles» le temps où les beaux
jeunes hommes de la terre, alanguis par nos appels, èperdus de nos
blancheurs entrevues sous le mystère des ondes, nous suivaient dans le
profondeurs et mouraient de nos baisers sur le lit flottant des algues!»_
La Plainte des Belles-de-l'Eau--MENDÉS.
Ora all'alba od al vespero, (indecisa
sta l'Ora ai sensi poi che nebbie
rosee
stagnano intorno,) dormono del lago
l'acque alla conca:
e i fior delle ninfee, coppe d'argento,
navigan tra le foglie: insetti
navigano
lenti per l'aria, nel velo dell'ali
specchiando il cielo.
Aliofilo, la lenza all'acque data,
(ed all'insidia intorno cerchii
estendonsi),
il Sogno segue cui suscitan l'Ora
ed i Desiri.
Nubi sono, riflesse dentro al lago,
0. nude forme di fanciulle? Aliofilo sente cantar: «Perchè i Mister'
dell'acque
0. e l'armonia
e le candide membra ed i sospiri
e le feste d'amor in mezzo all'alighe


schiva l'Umano? In cuor nulla rimane
di giovinezza,
0. in mente più non volgon dilettose imagini di gaudio? Ancora
attendono le Creature dell'Acque l'amatore,
0. in queste strane
Ore che il Tempo non regge e suggella.
Stan nell'iridi nostre azzurre e
languide
i più dolci secreti, poi ch'umana
realtà il sogno
non val del nostro amore. O rosse labra
d'altre parole esperte, e di
lascivie,
0. membra assuete a strani abbracciamenti
0. ignoti all'Uomo!...
Poi taccion: tra i nenufari e le lunghe
erbe del fondo voluttuose
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