Il fallo duna donna onesta | Page 5

Enrico Castelnuovo
Avevo gi�� trentacinqu'anni; egli ne aveva pi�� di cinquanta. Siamo vecchi tutti e due, gli dissi. Restiamo due buoni camerati.
--Egli consent��?
--A malincuore, ma consent��.
--Sperer�� sempre.
--Non credo.
--E quando �� assente ti scrive? Anche adesso ti scrive?
--S��.
--Sospetta il nostro legame? Cerca distaccarti da me?
La Teresa alz�� verso l'ufficiale i suoi occhi limpidi atteggiati a un'espressione di mite rimprovero.--Oh Guido! Tu mi dai un giorno della tua vita, un giorno che non pu�� aver domani, e da me vorresti tutto, il presente, il passato e l'avvenire! Vorresti ch'io ti sacrificassi le mie memorie, le mie amicizie... Non ti basta quello che hai avuto?
Guido si port�� le mani alle tempie.--Hai ragione, Teresa... Sono un pazzo, sono un perverso. Dovrei ringraziarti in ginocchio, e invece ti tormento.
--Forse ho avuto torto io--ella riprese--di respingere l'offerta di Vergalli. Diventando sua moglie avrei avuto una difesa.
--Se ci fossimo incontrati non mi avresti amato?
--Ah, no--ella rispose fieramente. Ma, pensando forse che l'orgoglio era in lei fuori di posto, soggiunse a voce pi�� bassa:--Spero.
--Cattiva! Avresti amato lui... nonostante la sua et��?
--Tu dimentichi la mia... In ogni caso confido che un alto senso del dovere mi avrebbe protetta, come mi protesse in giovent��.
--Cos�� bella, cos�� seducente, non hai avuto amanti?
--Inquisitore! Sono stata anch'io corteggiata, insidiata come le altre; ma pi�� fortunata delle altre, o pi�� fredda, ho resistito.
Dopo una breve pausa susurr�� con un amaro sorriso:--Ne valeva proprio la pena!
--Per me, per me sei discesa dal tuo piedestallo di santa?--proruppe di Reana cedendo nuovamente all'impeto della passione.--E dover partire! Dover lasciarti!... Vuoi, Teresa, ch'io non parta? Ch'io trovi un pretesto per rimanere accanto a te?
--Bambino!--ella disse.--Mi stimi cos�� poco da presumere ch'io ti consiglierei una vilt��, che t'incatenerei alla mia esistenza, che rovinerei la tua carriera?
--Dover lasciarti per tre anni!--ripet�� di Reana seguendo il corso dei suoi pensieri--Essere in capo al mondo, e saperti qui circondata da gente che non risparmier�� nessun mezzo per strapparti dal mio cuore!
Mentr'egli si sfogava in vane querele, un'infinita tristezza si dipingeva sul volto della Teresa. Ella avrebbe voluto dirgli:--O fanciullo, tu parli della nostra relazione come di cosa che possa sopravvivere a un distacco di tre anni, e un'ora forse dopo che il Colombo sar�� uscito dal porto ti ricorderai appena di me, e forse tra pochi mesi, se t'accadr�� di dover discorrere di quest'avventura, te ne scuserai con gli amici... Una condiscepola, quasi una coetanea di tua madre!... E intanto, disgraziato, ti crucci all'idea che alcuno prenda il tuo posto e temperi l'acerbit�� del mio cordoglio... S'io morissi dopo il tuo ultimo bacio, allora s�� saresti contento.
Eppure, di mano in mano ch'ella faceva queste riflessioni acerbe, la Teresa sentiva rammollirsi il suo cuore; provava una piet�� dolorosa, quasi materna, pel giovinetto che adesso certo l'amava con un trasporto sincero, che pendeva dalle sue labbra, ch'era a vicenda beato e infelice per cagion sua. N�� gli rinfacciava il suo egoismo; non era lui l'egoista; il grande egoista era l'amore. Anch'ella se ne accorgeva talvolta; anch'ella, dopo la sua caduta, era assalita di tratto in tratto dalla febbre dell'annichilimento, della distruzione. V'erano momenti in cui ella capiva le regine, le imperatrici che avevano ucciso i loro amanti, perch�� le labbra che le avevano baciate non si posassero su altre labbra, perch�� i cuori ch'esse avevano sentito battere sul loro petto non si posassero sopra altri cuori.
Lento lento egli le si avvicin�� per di dietro, e chinandosi sopra di lei le sfior�� i capelli.
Con un fremito ella arrovesci�� la testa: negli occhi dolci e bellissimi egli lesse il perdono e si chin�� ancora di pi��... Le loro labbra si unirono.

IV.
La Teresa Valdengo non vedeva, si pu�� dire, quasi nessuno; un po' perch�� la sua intimit�� con di Reana contribuiva a isolarla, un po' perch�� in quella stagione i suoi conoscenti, maschi e femmine, erano per la maggior parte fuori di citt��. Invece non passava giorno che la posta non le recasse tre o quattro lettere. Gi�� la sua corrispondenza era stata sempre attiva. Si manteneva in rapporti epistolari con antiche compagne d'infanzia, maritate qua e l��, con una vecchia zia che abitava a Torino, con una signora inglese che veniva di quando in quando a Venezia e che aveva preso a volerle bene; in fine, con vari amici che un tempo frequentavano la sua casa e che le circostanze avevano sbalestrati pel mondo.
Quell'autunno poi pareva che gli assenti si fossero messi d'accordo per iscriverle pi�� del solito.
Intanto la Maria di Reana, la quale non usava dar segni di vita che a intervalli lunghissimi, spesso la tempestava delle sue epistole. Ai primi ringraziamenti per aver cortesemente accolto il figliuolo erano successe effusioni maggiori. Non sapeva pi�� in qual modo esprimerle la sua gratitudine dell'aver preso cos�� a cuore le sue raccomandazioni; dell'aver sacrificato una parte della sua villeggiatura per occuparsi di quel bambinone di Guido; dell'esser riuscita cos��
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