Il fallo duna donna onesta | Page 4

Enrico Castelnuovo
nei capelli e sorrise.--�� una tua fantasia.
--Mi ami sempre?
Spesso egli le faceva questa domanda, ed ella gli rispondeva di s��. Che cosa poteva rispondergli? Che altra scusa aveva se non quella di amarlo? Ma di tratto in tratto l'assaliva il dubbio che non fosse vero, ch'ella non avesse nemmeno questa scusa, l'unica buona.
Oggi ella rispose sospirando:--Pur troppo.
--Perch�� pur troppo? Perch��?
--Perch�� faccio male, e nel male non si dovrebbe perseverare.
--A me tu hai fatto tanto bene!--egli esclam��, scoccandole un bacio.--Sanguinavo ancora dai morsi di un demone, e adesso son portato sulle ali di un angelo.
A lei spiacevano queste frasi ch'egli pronunciava con enfasi melodrammatica. Si strinse nelle spalle e susurr��:--Che angelo!--Indi soggiunse:--T'ho fatto del bene?... Non come voleva tua madre, a ogni modo... S'ella sapesse!...
--Ti benedirebbe, mia madre.
Ella non replic��. Fors'era vero. Le madri considerano le cose sotto un punto di vista speciale. La Teresa Valdengo aveva fatto dimenticare a Guido di Reana la femmina indegna che lo aveva tenuto prima nelle sue reti; la Teresa gli aveva dato momenti dolcissimi, non gli smungeva la borsa, non gli chiedeva di sposarla, non pretendeva nulla; perch�� la madre di Guido non l'avrebbe benedetta? S��, nel suo inconscio egoismo l'ufficiale aveva c?lto nel segno. A lui ella aveva fatto del bene. Che importava a Guido ch'ell'avesse rovinata la propria esistenza? A lui ella aveva fatto del bene. Non era abbastanza?
--A che pensi?--egli disse, vedendola taciturna, concentrata, chiusa in s�� stessa.
Ella tentenn�� la testa.--A niente.
Guido tent�� una carezza pi�� ardita.
Ella si ritrasse.--No, no.
Le accadeva talvolta di aver come un risveglio degli antichi pudori; quasi l'illusione che non fosse vero ch'ell'avesse ceduto, ch'ella dovesse ceder di nuovo. Sulle prime, Guido, sconcertato, confuso dall'inattesa ripulsa, non capace ancora di dominare una certa soggezione che quella donna gli ispirava anche dopo il fallo, si atteggiava a un dolore cos�� profondo e sincero, che ella stessa, la Teresa, non tardava ad aprirgli le braccia. Ma, ormai, cresciuta la dimestichezza, sbollita alquanto la passione, di Reana non si turbava per questi vani tentativi di resistenza, e persuaso che la sua amante non lo avrebbe lasciato andar via in collera, faceva l'indifferente, discorreva del pi�� e del meno, intercalando nel suo discorso, senza forse rendersene conto, qualche parola acre, qualche allusione sgradevole.... Oh, cos�� giovane aveva gi�� imparata l'arte di tormentare la persona amata!
--Domani il Colombo esce dall'arsenale--egli disse.
--Ah!--fece la Teresa.
--Verr�� ad ancorarsi in bacino, dirimpetto alla Caserma del Sepolcro... Dalla tua finestra lo vedrai benissimo... un po' a sinistra.
La Valdengo abitava un quartierino sulla Riva degli Schiavoni.
--Oh, lo vedr�� per poco.
--No, no, il comandante Gerletti non �� ancora arrivato, e scommetterei che non si salper�� di qui che alla fine del mese... Non parliamo di malinconie adesso, e cerchiamo d'impiegar bene il tempo che ci rimane.
Egli fece di nuovo un movimento per abbracciarla; ella, di nuovo, lo respinse. Stasera egli le pareva cos�� volgare.--Santo Iddio, che non si possa chiacchierare un poco in quiete, da buoni amici?... Via, raccontami qualche cosa.
--Non ho nulla da raccontare--rispose di Reana alzandosi dispettosamente. Prese da uno scaffale un volume legato con rara eleganza, lo port�� sulla tavola, e si mise a sfogliarlo. Era un de Musset in edizione di lusso, con le illustrazioni di Bida.
--Anche questo �� un regalo?--egli disse.
--Gi��, quasi tutti quei libri son regali.
--Del tuo conte?
--Di lui e di altri.
--Ma specialmente di lui?
--Specialmente di lui. Che te ne importa?
--M'�� antipatico quel Vergalli. Non te n'hai mica a male?
--Non posso impedirti che ti sia antipatico... Ma non trovo cortese il dirmelo... E poi �� molto singolare che sia antipatica una persona che non si conosce.
--Lo conosco a forza d'averlo sentito nominare. A ogni modo l'antipatia �� istintiva... �� reciproca... Giurerei che se il conte Vergalli fosse qui non potrebbe soffrire.
--Sono ipotesi.
--Pretenderesti forse ch'egli non avrebbe avversato il nostro amore?
--Certo che mi parrebbe pi�� strano ch'egli l'avesse approvato.
--Ma che diritto--interruppe con qualche vivacit�� il sottotenente--che diritto ha quel signor conte di approvare o non approvare la tua condotta?
--Caro mio--replic�� la Teresa--il diritto di giudicare i propri simili se lo prendono tutti, anche quelli che non lo avrebbero... E Vergalli lo ha... Ti ripeto ch'�� amico mio, il mio migliore amico.
--In tal caso, o presto o tardi il suo bravo predicozzo te lo far��.
--Dovresti essergli riconoscente di non farmelo che tardi.
--Non lo nego... Tuttavia...
--Che c'�� ancora?
--Mi trovi sconveniente?
--Ti trovo... curioso fuori di luogo... Ecco...
--Se �� cos��, taccio.
--Parla, andiamo.
--Quel Vergalli... Ma se non vuoi che continui?
--No, no, continua.
--Lo conosci da molto tempo?
Ella sorrise.--Da quindici anni... Quanti ne avevi tu allora?
Guido prosegu�� imperterrito:--Non �� stato mai altro che un amico per te?
--Un amico carissimo. Nient'altro.
--Per�� ti ha fatto la corte?
--Ha provato per me un'affezione sincera e profonda, che, vivente mio marito di cui egli era intimissimo, ho piuttosto indovinata che scoperta.
--E quando tuo marito mor��?
--Mi offerse la sua mano e il suo nome.
--Che non hai accettato.
--No...
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