Il Benefattore | Page 8

Luigi Capuana

all'inferno?--sbuffò il canonico.
--Vi ho chiesto mezza lira per quella disgraziata e non avete voluto mai
darmela!
--Ma io faccio la carità come so e posso; non debbo vantarmene con voi.
Gesù Cristo ha detto:--La tua destra non sappia quel che opera la
sinistra.--Costei, invece, va attorno con don Liddu che porta i panieri
delle provviste, per far sapere a tutti la sua gran carità! Pretesti!
Pretesti!

--È un caso, se oggi c'è don Liddu con lei.
--Pretesti!... Guardate là, intanto, il bamboccio del figlio del Sindaco
che le ronza attorno, che spesso l'accompagna fino a mezza strada e
anche fino al cancello laggiù. Vi pare bello? Vi pare onesto? Una zitella
con un giovanotto! È uno scandalo per le ragazze del paese... Egli
l'attende al passaggio. Già, costui non ha niente da perdere; è ateo. Se
ne vantava l'altra sera in Casino... E suo padre, che è più bamboccio di
lui, non lo ha preso a schiaffi... Ecco dove ci ha condotti il vostro
liberalismo!...
--È studente; all'università non s'insegna teologia!
--S'insegnava una volta; e a nessuno era permesso spacciare dalla
cattedra che Dio non esiste! Per questo si sono sùbito intesi bene la
signorina e lo studente. E finirà... come deve finire. Tanto peggio per
lei!
--Ah! su questo punto...--replicò il notaio con impeto.--Se la conosceste
da vicino! È più assennata di una vecchia. Parla senza ipocrisie, ma con
dignitoso contegno. Si rimane a bocca aperta udendola ragionare. E
quante cose sa? E quante cose sa fare! Musica, canto, pittura. E non
dico delle faccende di casa! Bada a tutto, alla cucina, al pollaio, ai fiori.
Trova tempo per tutto, per la carità soprattutto. Le vostre nepoti,
lasciatemelo dire, che fanno? La calza, il cucito, e sanno appena
leggere e scrivere... E poi, al balcone da mattina a sera. Non dico che
sia male tentar di acchiappare un marito; è cosi difficile al giorno
d'oggi!
--È un'altra cosa! È un'altra cosa!
--Restate qui... Perchè non cercate di convertirla? Fareste il vostro
dovere--disse il notaio con un che di malizia.
--Induritum est cor Pharaonis!
--Che ne sapete? È così buona! Sarebbe un trionfo per voi.

Ma il canonico scappò lestamente, vedendo spuntare dal vicolo miss
Elsa con don Liddu.

VII.
Come il canonico aveva previsto, il figlio del Sindaco (non lo
chiamavano altrimenti, quasi il nome di Paolo Jenco fosse stato più
lungo a pronunziare) si era accostato a miss Elsa appena ella aveva
fatto pochi passi nella piazzetta.
--Ah! Non è partito?--esclamò meravigliata, porgendogli la mano.
--Fortunatamente, no, signorina!
--Volevo dire: Come mai non è partito?
--Indugerò ancora un'altra settimana. Sarei venuto al cottage a
congedarmi.
--Don Liddu, voi potete andarvene--disse miss Elsa.--Mi fermerò un po'
dal notaio.
Don Liddu esitò un istante.
--Oh, non abbiate paura!--soggiunse la signorina che aveva
capito.--Avrò un cavaliere, caso mai... Don Liddu non sa ancora
capacitarsi che una signorina possa permettersi di fare qualche miglio
per la campagna, sola sola...--ella continuò rivolgendosi al giovane.
E rideva.
--E se suo papà mi domandasse...--disse don Liddu per scusarsi.
--Non vi domanderà niente--rispose miss Elsa.--Mio padre vuol saperlo
soltanto da me quel che faccio o non faccio. Non ho segreti per lui.
--Voscenza ha ragione!

--Povero don Liddu! Va via mortificato--disse Paolo Jenco, senza
nascondere il piacere che sentiva di poter accompagnare miss Elsa.
Ella si avviò lesta e sorridente verso la Banca notarile, seguita dal
giovane che la guardava ammirandola in silenzio.
--Cara signorina, io la ringrazio--disse il notaio La Bella venendole
incontro.
--Debbo ringraziarla io invece--rispose miss Elsa.--Ma non vi è un
ospedale qui? Quella poveretta è malata gravemente; a casa manca di
tutto; non ha chi l'assista. I suoi figliuoli sono troppo bambini.
--Sì, l'ospedale c'è; nessuno però vuole andarvi, neppure i più miserabili.
Credono che medici e infermieri li lascino morire, per sbarazzarsene;
ed è pregiudizio invincibile. Forse interamente non hanno torto.
Quell'amministrazione è un caos!
--Ne parlerò a suo padre che è il Sindaco--disse miss Elsa.
--Inutilmente--rispose il giovane.--Bisognerebbe portar là i malati con
la forza. Sarebbe peggio.
--O persuaderli col curarli bene.
--È inutile--replicò il notaio.
--Possibile? Dio mio!
Il viso di miss Elsa si atteggiò a un doloroso stupore che la rendeva più
bella.
--Il male di qui, di voialtri tutti--ella riprese--è questa rassegnazione
mussulmana. Dite:--È inutile!--e non operate, non vi sforzate a vincere
quel che vi sembra fatalità.
--È proprio così!--approvò il notaio.
--Eppure in molte altre cose avete tanta energia!

--Nel male--disse Paolo Jenco.
--Non è vero. Nel lavoro, per esempio, il vostro contadino è ammirabile.
Così parco, così ubbidiente, quando è guidato bene! Così buono,
quando non si vede maltrattato! I signori qui non capiscono che non
dovrebbero comportarsi coi contadini come con schiavi da sfruttare.
Mio padre dice che i contadini siciliani non hanno uguali.
--Li ha un po' viziati suo padre. Lo pensano tutti in paese.
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