Il Benefattore | Page 7

Luigi Capuana
tentasse di schivare l'omaggio.
Più tardi, a sera avanzata, preso il babbo sotto braccio, ella lo aveva
trascinato fuori, per godere quello splendore di plenilunio che inondava
la vallata.
Settefonti si rizzava là di faccia, su la collina, con una povera cinta di
casupole lungo il Muraglione. La cima di un campanile sormontava le
case; poi, di qua e di là, su la cresta, gli ulivi frastagliavano strane
figure sul fondo del cielo d'un azzurro argentato, sparso di rare
nuvolette, dietro alle quali tremolavano smorte le stelle vinte dal lume
lunare. Un gran stormire di fronde si levava di tratto in tratto, simile a
respiro della vallata. Laggiù, per lo stradone, si udiva il rumore dei carri
che passavano lentamente; e, vicino, a sinistra, il chiocchiolìo
dell'acqua che cascava dai canali nelle vasche, monotona,
ininterrotta.--Che delizia!--esclamò miss Elsa, stringendo
affettuosamente il braccio del babbo.
--Qui saremo felici! Restiamo fuori ancora un po'. Non sono stanca,
non ho sonno... A che pensi, babbo?--domandò, vedendo che questi
taceva.
--Penso--egli rispose--che non so se ho fatto bene, impiegando qui tutta
la nostra fortuna. La terra è infida, quanto il mare, specie quaggiù.

--E ti senti scoraggiato in questo momento?--lo rimproverò la
figlia.--Ora che noi siamo qui?
--Tu hai detto:--Qui saremo felici!--E le tue parole mi hanno turbato.
--Perchè?
--Perchè ora soltanto mi è parso di intendere che tu sarai sempre una
straniera in questi luoghi, tu principalmente.
--Oh, babbo!...
S'interruppe, per ascoltare.
--Che significa questo suono di campana?--domandò.
--Due ore di notte. È il coprifoco di Settefonti. Fra mezz'ora, lassù,
dormiranno tutti.
Il rintocco argentino si sperdeva per la vallata, confuso con lo stormire
delle fronde che ora riprendeva con più lunghi intervalli, quasi la
vallata si addormentasse anch'essa come quei di lassù, a Settefonti,
invitata dai rintocchi squillanti che venivano rallentandosi e poi
cessavano a un tratto.

VI.
Il canonico Medulla amava di star zitto giocando a tressetti; ma il
notaio La Bella lo provocava.
--Non me ne parlate, notaio!... Busso!... Vi dico che è affare di
propaganda!...
--Fanno tanta carità!
--Carità pelosa. E vi sembra decente che una signorina vada e venga
sola da laggiù in paese e viceversa?... Striscio!...

--Visita gli ammalati poveri, regala medicine...
--Che medicine? Le pillolette omeopatiche le chiamate medicine?...
Infine, è forse medichessa costei? Stupido, imbecille il sindaco, e più
imbecille e più stupido mio fratello il dottore, che non le intentano un
processo!... Dobbiamo giocare, sì o no?... Io parlo da sacerdote
cattolico. E anche da persona che bada agli interessi di tutti... Ecco, con
questi discorsi, mi fate fare delle bestialità! Smettiamo! È meglio!...
Vinco sei soldi.
E il canonico, buttate sul tavolino le carte, si levò da sedere per
rimettersi il mantello e il cappello a tre punte posati sur una seggiola in
un angolo.
--Voi ridete, notaio!--egli riprese intanto che annodava i due nastri neri
attaccati al collare del mantello.--Ma il veleno protestante già lavora.
Volete scommettere che presto sentiremo parlare di un matrimonio tra
la inglesina e il figlio del Sindaco?
--Che male ci sarebbe? La ragazza è bella, è giovane, è ricca...
--Tutti gli sciocchi, scusate, ragionano come voi. E il cattivo esempio lo
contate per nulla? Sposare una protestante!
--Come se i protestanti fossero diavoli!
--Peggio! Voi non capite niente; siete con gli occhi chiusi.
--Io veggo che fanno molte opere che noi cattolici non facciamo.
--Lustre! Lustre! Intanto l'inglese è venuto a prendersi i nostri migliori
terreni... Fa la concorrenza ai nostri vini, ai nostri olii, ai nostri agrumi...
Si arricchisce alle nostre spalle! Ve lo dicevo cinque anni fa? Sono
stato profeta?
--Dicevate anzi il contrario! Le grillaie! Se le ha ridotte un paradiso, è
tutto merito suo. Perchè non le avete comprate voi, o il Sindaco, o il
Barone Lo Gatto, voialtri che tenete i quattrini sotto chiave?

Domineddio dovrebbe farveli muffire!
--Io sono sacerdote; non posso fare il contadino, lo speculatore...
--Voi; ma gli altri?
--Non voglio entrare nei fatti altrui... Vinco sei soldi, non quattro.
--E due di cui sono in credito dell'altra volta...
--Fanno sei, avete ragione!
--_Lupus in fabula_--esclamò il notaio.--Ecco l'inglesina.
E dalla soglia della Banca, la salutò cavandosi il cappello.
Miss Elsa questa volta non era sola. L'accompagnava don Liddu con
due paniere infilate pel manico alle braccia. Vestita semplicemente, con
abito cinericcio che ne modellava la svelta personcina, cappelline di
paglia alla canottiera ornato da largo nastro azzurro, borsa di cuoio
bianco in una mano, ella rispose, sorridendo, al saluto del notaio, fece
un gesto con la mano libera per accennare che tra poco sarebbe passata
da lui, e infilò il vicolo di rimpetto.
--Va da una povera donna che le ho raccomandata io. Vedova, malata
da tre mesi, con quattro bambini nudi e scalzi che periscono di fame...
--E voi date cinque anime in balia d'una protestante, perchè le trascini
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