Igiene dei piaceri secondo le età, i temperamenti e le stagioni | Page 6

Auguste Debay
essere infelici, e disgraziati più tardi.

PARTE QUARTA.
*Dell'Amore e sua igiene morale.*
Se l'amore coi suoi nodi difficilmente solubili avvicina due giovani
cuori e li fa battere entrambi dello stesso palpito, raramente si può
arrestare i battiti di quei cuori, raramente si può scindere i due amanti.
Nulla, nemmeno l'esilio potrebbe spegnere la fiaccola ardente di quel
primo amore.
Ciò che alle volte pone un ostacolo insormontabile è l'incompatibilità di
carattere, la differenza della posizione sociale. E quì l'igiene e il
ragionamento devono riunirsi in uno sforzo comune per rendere
evidente ai due innamorati l'impossibilità di accendere la fiaccola

d'Imeneo. Le ragioni però che i genitori dovranno addurre sempre,
devono avere un serio fondamento, e devono essere esposte con
dolcezza se si vuole ottenere la vittoria. Esporle con severa durezza non
si farebbe altro che attizzare il contrariato amore.
Se questi mezzi fossero vani, allora l'amore essendo troppo radicato nel
cuore del giovane, nulla varrà a estirparlo, e se un languore incurabile
s'impossessasse del povero innamorato, l'unico rimedio è il
matrimonio.
Però di rado si scontrano questi casi, perchè una cura amorosa e assidua
da parte dei genitori può allontanare queste sventure. E più tardi,
quando il giovane comprenderà la disgrazia alla quale è sfuggito,
avranno la soddisfazione di sentirsi ringraziare e di essere più di prima
amati.
Dopo però s'accorgono della giustezza dei rifiuti dei genitori; nella foga
della loro passione nulla vedono, e non pensano che i genitori hanno
molta maggiore esperienza di loro.
Mi ricordo d'una giovinetta che disse:
«Pare che i miei genitori dimentichino che io voglio maritarmi per me e
non per essi. Perchè rifiutarmi l'uomo che io amo e designarmene un
altro che mi è indifferente e che ben presto mi tornerà odioso?»
Se questi giovani potessero in queste occasioni riflettere, vedrebbero
che queste determinazioni sono state prese dopo le più minute
informazioni e ricerche, circa al futuro sposo o sposa alla sua famiglia,
al suo carattere, alla sua condotta.
Vorreste voi che un padre e una madre avessero d'abbandonare la loro
creatura allevata con tanti sacrifici sulla via della virtù a un giovine
dedito ai piaceri più vergognosi e illeciti, a un giovane che invece di
essere il sostegno della sposa, fosse il suo carnefice? Oh! no... farete
bene a rifiutare la domanda d'un simile soggetto che farebbe infelice la
vostra prole diletta.

È dovere sacrosanto de' genitori di vegliare sui figli loro, di consigliarli,
di guidarli sul lubrico sentiero della vita. Essi non hanno esperienza, la
loro mente è piena di poesia, vedono tutto color di rosa; perchè sono i
primi passi che fanno nel mondo, perchè sono desiderosi di tutto vedere,
di tutto gustare.
E voi giovani, pur troppo sempre presuntuosi, ascoltate i vostri genitori;
se voi avete lo studio, essi hanno la conoscenza pratica della vita, e
sempre potranno giovarvi i loro saggi consigli; i loro precetti potranno
togliervi dal precipizio che si apre sotto ai vostri piedi. Se ora vi
sembrano irragionevoli e severi li benedirete in seguito quando la vita
vi sarà nota colle sue disillusioni, coi suoi disinganni. Voi non potete
sapere dove può condurvi un amore pernicioso. Non disperate se il
primo amore sarà infelice; un altro meno poetico, più ragionato del
primo formerà la gioia della vostra vita futura. Anzi vi persuaderò con
un esempio.
Come chiodo scaccia chiodo, così amore scaccia amore.
RACCONTO.
Quando l'amore si fa sentire nell'animo del giovane, palpita il primo
suono ardente di esso e tutto il suo essere ne è invaso. È la vista d'una
graziosa giovanetta degli occhi neri ed espressivi che gli ha messo
nell'animo questo fuoco sino allora sconosciuto. Egli allora abbandona i
giuochi, i trastulli di bambino, fugge i compagni, cerca solo i luoghi
poetici e nascosti per poter sognare di lei, per lasciar libero corso
all'immaginazione sua. E lo assale una dolce melanconia che in certi
momenti lo annichilisce, è l'estasi d'amore che lo assale e gli fa
trascorrere istanti dolci e felici.
A questo grado di amore giungeva quello d'Emilio e la sua bella se
n'era accorta e il contraccambiava di pari affetto vero e sincero. I
colloqui si succedevano, ed in uno di questi Emilio afferrata la mano di
Lei, che dolcemente gli abbandonò, gl'impresse un bacio ardente, un
bacio che svelava la sua interna e violenta passione. Quel bacio fece
sussultare ambedue, e fece battere i loro cuori d'uno stesso palpito
violento e pieno di amore. Emilo ed Aspasia erano felici; le

dichiarazioni d'un amore eterno, che si sarebbe seppellito con essi nella
tomba, si succederono. I baci non erano più sulla bella manina, ma
sulle rosee guancie animate dal fuoco d'amore. Essi erano troppo
contenti, una sventura pareva imminente. E la sventura pur troppo
amareggiò il loro amore. Emilio fu condotto da suo padre a Parigi per
ivi continuare i suoi
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