I moribondi del Palazzo Carignano | Page 6

Ferdinando Petruccelli della Gattina
la causa
dell'istruzione primaria, l'amico di famiglia o il cugino di sua moglie
può dare in casa a questa onesta creatura, come alla moglie di ogni altro
semplice mortale, un corso pratico d'istruzione superiore--di fisica per
esempio--insegnandole la misura della superficie con quel metodo che
si può leggere in un canto di Voltaire, ma che io non oso ricordar qui.
--Voi calunniate le donne, signore, grida mia moglie.
--E gli amici di casa sopra tutto. Perdono, signora--replica il mio vicino.
Ma poichè S. M. vuol bene ammettere in casa sua una Troia o una
Vacca, prendiamo il nostro coraggio a due mani e rassegniamoci. Ma
pensiamo innanzi tutto alla toeletta di madama. Un flagello, parola
d'onore! Essa ne ebbe di già una per il ballo della Città; poi un'altra per
il ballo del presidente del Consiglio; la terza per il ballo della

Filarmonica.... Può dessa, la povera donna, presentarsi a Corte con una
toeletta mostrata in così bassi luoghi? Le moine di madama
raddoppiano: e la pioggia delle note dei mercanti diventa un diluvio.
No, il posto di deputato non è tenibile....
Qui il treno si arresta. Si annuncia che noi siamo a Vercelli. Il mio
grosso compare saluta la compagnia, pigia il piede in passando ai suoi
vicini, e discende.
Le sue parole mi avevano colpito....

HORS D'OEUVRE
PER LE PERSONE SERIE.
II.
Come mi decisi a scrivere, a pubblicare ed a ripubblicare i profili de'
miei colleghi.
Questi brani della conversazione del ciarliero viaggiatore della ferrovia
provano ad evidenza che la posizione di un deputato non è constellata
di rose. Egli urtasi ad ogni specie di grosse e piccole miserie, che lo
turbano, che lo stizzano. Io sono dunque ben disposto in suo favore, ed
a perdonargli se pecca, perocchè desso è mira di lunghe ed aspre
tentazioni. Perciò mi son mostrato, in generale, benevolo. Se io avessi
voluto rimuovere la belletta e squarciare i veli, avrei forse messo più
brio e varietà in questa galleria, avrei avuto più vena e fatto più
scandalo. Ho preferito scrivere mettendomi in guanti di velluto! Io non
sono di que' tristi augelli che infettano il proprio nido. La moderazione
e la temperanza sono la forza la più reale di questo mondo! D'altronde,
io scrissi queste lettere per la Presse di Parigi, a fior di penna e senza
pretensione. Io non mi ammanto di infallibilità. Riproduco
un'impressione personale.
Quest'anno io mi sono uno dei girandoloni della Camera. L'anno scorso
era uno dei suoi membri i più assidui. Arrivato il primo, me ne iva

quando non vi restava più su i banchi che il signor Ranieri
addormentato, battendo la diana. Io provavo una specie di fascino nello
studio di questa riunione di quattrocento Italiani, mossi da tutti gli
angoli della Penisola. Io mi sentivo impregnato di un magnetismo
abbarbagliante. Ora, come gli objetti che si discutono alla Camera non
sono poi sempre nè solazzevoli, nè interessanti, io riportavo le forze del
mio spirito sull'analisi degli uomini. Io non conoscevo quasi alcuno;
ero ad un dipresso isolato. E mi bisognò dunque da prima tutto
indovinare, leggere a traverso le fronti discrete e fredde, pensieri
ardenti, desiderii aspri e diversi. Ogni parola che cadeva da un labbro
aveva per me il valore di una rivelazione. Per un lavoro psicologico
assiduo e fisso, io arrivai a vedere le relazioni di questa parola con lo
stato reale del cervello. Ed ei sarebbe davvero uno strano studio che
presenterei al pubblico, se mi lasciassi sedurre e mettessi al nudo lo
stato secreto dell'anima di ogni deputato. Io non parlo già delle ignobili
avidità, nè della massa ordinaria degli Onorevoli. Ma non sarebb'egli
straordinariamente curioso di prendere sul fatto la fisionomia
dell'anima di certi uomini--qual Ferrara, per esempio, Guerrazzi, Pepoli,
Brofferio, Depretis, Lanza, Conforti, Ratazzi, Tecchio ed altri, al
momento proprio in cui essi parlano, e metter faccia a faccia il pensiero
espresso e l'idea concepita? Non sarebbe egli singolare di segnalare la
doppia corrente di concetti e di desiderii che partono dal banco dei
ministri e da quelli dei deputati, e s'incrociano, s'urtano, s'intendono, si
respingono, si rapprossimano, si attirano, si rompono? Curiosa sopra
tutto era questa osservazione quando il conte di Cavour sedeva al
posto--mira di tutti, segno ad odii, ad affetti, a vaghezza di stima o di
ambizioni--ed all'altezza di tutto! Ora, il barone Ricasoli ed il signor
Ratazzi non sono giunti ancora a dare alle loro eminenti persone questa
natura magnetica che coagula tante passioni e tante volontà diverse, le
gruppa, le maneggia, le domina, le foggia a suo modo, se ne
impadronisce e le trasmette. Cavour morto, la storia segreta delle anime
non avrebbe oggimai altra importanza che il valore di uno studio
psicologico. La forza politica di questa rivelazione sarebbe minima
oggidì. Il nuovo Mesmer del banco dei ministri non è ancora apparso.
Io
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